A Gaza l’inferno c’è già, ditelo a Donald Trump

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È il bilancio tragico dei primi sette giorni dell’anno reso noto dall’Unicef. Otto i neonati morti per ipotermia dal 26 dicembre. La situazione umanitaria nella Striscia è fuori controllo

Qualcuno lo dica al presidente eletto degli Stati Uniti d’America, dal 20 gennaio nuovo inquilino della Casa Bianca. Ditelo a Donald Trump: a Gaza l’inferno già esiste, da quindici mesi.

Ecco cos’è l’inferno della Striscia. Denuncia l’Unicef: almeno 74 bambini, secondo le notizie, sarebbero stati uccisi a causa della violenza incessante nella Striscia di Gaza solo nei primi sette giorni del 2025. I bambini sarebbero stati uccisi in diversi episodi di massa, tra cui attacchi notturni a Gaza City, Khan Younis e Al Mawasi, una “zona sicura” designata unilateralmente nel sud. L’attacco più recente, ieri (martedì,ndr) , ha visto 5 bambini uccisi ad Al Mawasi. Un orrore senza fine. All’alba nuovi attacchi si sono verificati nella Striscia.

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A farne le spese, ancora una volta, i più piccoli: secondo quanto riporta al- Jazeera, almeno nove persone, tra cui un bambino e un bebè di 15 giorni, sono state uccise prima dell’alba nella Striscia. L’Ospedale dei Martiri di Al-Aqsa ha riferito di aver ricevuto un bambino di 4 mesi rimasto ucciso in un attacco alla casa della sua famiglia nel vicino campo profughi di Bureij. Un altro raid, a Gaza City, ha colpito una casa nel quartiere di Sheikh Radwan, uccidendo il piccolo di 3 settimane, secondo quanto riferito dal servizio di emergenza del ministero della Salute. Da quando è iniziata la guerra nella Striscia, in seguito agli attacchi compiuti da Hamas in territorio israeliano il 7 ottobre del 2023, l’esercito israeliano ha ucciso quasi 46mila persone palestinesi: in molte occasioni ha bombardato case, scuole, ospedali e strutture che ospitavano decine di persone sfollate a seguito di altri bombardamenti, che hanno distrutto gran parte delle abitazioni. Israele ha ucciso e preso di mira anche operatori umanitari e giornalisti, ogni volta sostenendo di stare dando la caccia ai miliziani di Hamas.

“Per i bambini di Gaza, il nuovo anno ha portato più morte e sofferenza a causa di attacchi, deprivazione e la crescente esposizione al freddo – ha dichiarato Catherine Russell, Direttrice generale dell’Unicef- Un cessate il fuoco è atteso da troppo tempo. Troppi bambini sono stati uccisi o hanno perso i propri cari nel tragico inizio del nuovo anno. La continuativa mancanza di rifugi di base – combinata alle temperature invernali rappresenta una grave minaccia per i bambini. Con più di 1 milione di bambini che vivono in tende di fortuna e molte famiglie sfollate negli ultimi 15 mesi, i bambini affrontano rischi estremi. Secondo le notizie, dal 26 dicembre, 8 neonati sarebbero morti per ipotermia, una grave minaccia per i bambini piccoli che non sono in grado di regolare la loro temperatura corporea. La situazione umanitaria a Gaza è andata fuori controllo. Il numero di camion con aiuti che entrano a Gaza rimane drammaticamente insufficiente per rispondere ai bisogni più elementari delle famiglie. L’ordine civile è in gran parte crollato a Gaza, con il saccheggio dei beni umanitari. I pochi ospedali ancora operativi sono sovraccarichi. La distruzione delle infrastrutture civili ha lasciato le famiglie in difficoltà nell’accesso ad aiuti essenziali, che comprendono cibo, acqua sicura, servizi igienici e l’accesso all’assistenza sanitaria. L’ospedale di Kamal Adwan, che era l’unica struttura medica operativa e l’unico ospedale con un’unità pediatrica nel nord di Gaza, non è più in funzione a causa di un raid avvenuto alla fine del mese scorso. Questo ha ulteriormente aggravato le condizioni già disastrose dell’assistenza medica nella regione. L’Unicef ha da tempo sottolineato che l’inadeguatezza dei ripari, la mancanza di accesso alla nutrizione e all’assistenza medica, la situazione sanitaria disastrosa e ora il clima invernale mettono a rischio la vita di tutti i bambini di Gaza. I neonati e i bambini con patologie mediche sono particolarmente vulnerabili – ha proseguito Russell – Le parti in conflitto e la comunità internazionale devono agire con urgenza per porre fine alla violenza, alleviare le sofferenze e garantire il rilascio di tutti gli ostaggi, soprattutto dei due bambini rimasti. Le famiglie devono porre fine a questa sofferenza inimmaginabile e allo strazio”.

A Gaza, mentre la situazione peggiora per le piogge torrenziali e l’abbassamento della temperatura ed è aumentata la dipendenza dell’enclave palestinese dagli aiuti internazionali, l’Onu denuncia una “pericolosa tendenza al sabotaggio”. Il capo degli aiuti di emergenza dell’Onu, Tom Fletcher, ha dichiarato che i numerosi incidenti avvenuti negli ultimi giorni, sono l’esempio della volontà di ostruzione degli aiuti umanitari a Gaza. Dopo aver elencato gli ultimi attacchi israeliani a convogli per la distribuzione di beni alimentari, Fletcher ha ribadito: “nonostante la nostra determinazione a fornire cibo, acqua e medicine ai sopravvissuti, i nostri sforzi per salvare vite umane hanno raggiunto il punto di rottura”. “L’ostruzione sistematica degli aiuti – ha aggiunto – arriva in un momento critico, poiché le rigide condizioni meteorologiche invernali peggiorano la situazione già catastrofica nell’enclave”.

Dopo aver ricordato che l’Oms ha riferito che il freddo e le forti piogge degli ultimi giorni minacciano la sopravvivenza delle famiglie sfollate a Gaza, l’Onu ha ribadito “che i civili devono essere protetti in ogni momento e che i bisogni fondamentali per la loro sopravvivenza devono essere soddisfatti”. “A Gaza gli ospedali sono trappole mortali, le famiglie sono spezzate, i bambini muoiono di freddo e la fame sta spezzando vite”. Lo scrive su X l’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa. Mr.President, l’inferno a Gaza c’è già. Di peggio, c’è solo la soluzione finale.



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