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LECCE – Il cordolo di viale Marche è rimasto anche nel Piano traffico varato dalla giunta Poli, che scaduto il termine per le osservazioni dei cittadini, dovrà essere approvato in consiglio comunale. Lo fa notare l’agguerrito ex assessore alla Mobilità , Marco De Matteis, intervenuto ieri in Commissione Lavori pubblici per difendere il lavoro della precedente amministrazione: «Il progetto aveva l’obiettivo della riqualificazione ambientale con il massimo risalto al mezzo pubblico. Abbiamo sostituito le alberature, rifatto i marciapiedi, eliminato le barriere architettoniche, rifatto l’asfalto e tolto il chiosco che era ormai abbandonato. Il principale problema di incidentalità erano le svolte e le inversioni e da lì nasce l’idea di inserire il cordolo. La strada è a norma: la misura minima è di 3,5 metri. L’attuale piano, a pagina 119, adottato dalla giunta Poli, prevede il cordolo in viale Marche e c’è anche l’intenzione di chiudere gli ultimi due accessi rimasti. Quindi è la maggioranza che deve intervenire: i cittadini possono ancora presentare osservazioni».
Il consigliere di maggioranza Massimo Fragola replica che quel progetto nasce da una visione della città che demonizza il mezzo privato. Il Comitato cittadini di via Leuca e viale Marche, però, ha dipinto una situazione drammatica anche in questa nuova riunione. Il presidente di commissione, Roberto Russo, ritiene assurdo che ci si accorga a lavori ultimati dei problemi di sicurezza. I camion dei vigili del fuoco, è stato detto, hanno difficoltà ad attraversare il viale e le ambulanze per superare il cordolo sono andate controsenso, con enormi rischi. I residenti spiegano che si crea un grande imbuto, soprattutto quando i bus devono far scendere le persone: le code si allungano, anche perché chi dovrebbe svoltare nelle vie limitrofe non può più, ma deve proseguire fino al Galateo. Un gestore di una società di autotrasporti ha protestato per il restringimento della carreggiata che penalizza pesantemente gli autobus privati diretti alla stazione con ricadute sui servizi al turismo.
Problemi anche per le attività sanitarie in quella zona: «Il nostro ingresso fornitori è sul viale Marche e il cordolo ci crea non pochi problemi – spiega la dottoressa Elena Galluccio, responsabile della casa di cura Villa Bianca – Per fare lo scarico dell’ossigeno fino al prelevamento dei rifiuti speciali (e tanto altro) siamo costretti ad arrivare fino al Galateo e poi a tornare indietro. Tra l’altro, se passa un’ambulanza mentre l’autobus carica i passeggeri, è costretta, anche in emergenza, a stare ferma in attesa che salgano tutti. Chiediamo insieme a tutto il quartiere la rimozione del cordolo, perché ha ristretto troppo le carreggiate». Franco Romeo racconta di un calvario cominciato a febbraio del 2024: un cantiere che per otto mesi ha fermato le attività perché c’era un errore. È stata fatta una variante in corsa. «Siamo stati un mese fermi, visto che non si poteva entrare né da una parte né dall’altra di viale Marche – spiega il commerciante – Poi una nuova variante costata intorno ai 300.000 euro, dopo una serie di danni alle attività . I lavori sono stati fatti due volte per un errore tecnico e vorrei capire chi ha pagato per questo». Giovanni Manzo ricorda che c’è un problema di sicurezza, ma anche di disservizio ai cittadini, che per accedere alle proprie residenze, oppure per poter fare operazioni di carico scarico, devono fare il giro a causa del cordolo: «A questo si aggiungono i 18 parcheggi persi e le difficoltà per i disabili che si recano all’Inps». Sotto accusa pure la pensilina all’ingresso di un’abitazione, che ha cancellato 15 parcheggi.
Secondo il vicesindaco, Roberto Giordano Anguilla, questi problemi sono il frutto di scelte politiche sbagliate. Oltre alle osservazioni, che saranno depositate a breve per cambiare il Put, c’è la disponibilità degli amministratori a riunirsi nuovamente con il Comitato dei cittadini per trovare soluzioni. Va però evitato il danno erariale.
D’altra parte, c’è anche chi difende l’intervento: «Finalmente il viale è diventato ordinato, più sicuro, con pensiline per i bus, come in una città degna di questo nome».
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