A nome del Consiglio Direttivo posso tranquillamente garantire che l’Ente continuerà, con la consueta serenità e trasparenza, a svolgere il proprio lavoro. Così il Presidente dell’ENCI (Ente Nazionale Cinofilia Italiana) Dino Muto replica al servizio di Giulia Innocenzi “La lottizzazione dei cani” trasmesso da Report il 5 gennaio. Nel servizio, la trasmissione d’inchiesta condotta da Sigfrido Ranucci tratta di “quello che sembra nascondersi dietro lo scintillio dei cani di razza di Enci”, di “ombre di doping, pedigree sospettati di essere falsi, cani ibridati potenzialmente pericolosi”.
Senza mai citare la nota testata RAI, il Presidente Muto parla di “tentativo grossolano di attacco da parte di alcuni organi di informazione alla cinofilia e all’ENCI”. Muto premette che le attività dell’ENCI sono sottoposte per legge al Ministero vigilante dell’Agricoltura “che ha sempre confermato il nostro corretto operato”. E quindi replica nel merito: “Quanto alle verifiche antidoping poi, giova sottolineare che ENCI, unica cinofilia al mondo, segue con scrupolo da oltre dieci anni le norme contenute nel disciplinare di riferimento. Non si sono mai verificati episodi riferiti per esempio ad anabolizzanti o ad EPO ma, negli ultimi tre anni, sono stati riscontrati solo quattro casi in cui i cani avevano assunto antinfiammatori. Anche i sopra citati casi sono stati considerati doping, pertanto le qualifiche ottenute dai cani sono state revocate e i responsabili deferiti alle Commissioni di Disciplina. Il monitoraggio, nell’annualità 2024 ha compreso verifiche in numerose manifestazioni che hanno riguardato i vari settori della cinofilia. Quanto al cane segnalato in trasmissione, l’ENCI ha chiesto preliminarmente di avere indicazioni più dettagliate sulla sua identità e sulla manifestazione alla quale era stato condotto. Notizie base per ogni dovuta istruttoria.
Per quanto attiene alle ibridazioni di soggetti di razza Cane Lupo Cecoslovacco con lupi selvatici, ENCI “per due volte ha ricevuto, attraverso comunicati stampa ufficiali, i complimenti dei Carabinieri per la collaborazione tecnica fornita nel corso delle indagini, a testimonianza di una sinergia con gli organi inquirenti che ha portato a brillanti risultati. Ribadiamo che ENCI ha finanziato interamente un progetto realizzato in collaborazione con ISPRA che consente di verificare eventuali ibridazioni attraverso l’analisi genomica. Unico Kennel Club al mondo ad aver realizzato una simile attività”
Quanto alla struttura adibita al racing, disciplina FCI per le razze levriere realizzata a Maserada, Muto afferma che “ENCI Servizi ha vinto il ricorso al TAR promosso da alcune associazioni, che dunque hanno deciso di ricorrere al Consiglio di Stato. La pista è stata realizzata con materiali di alta qualità e alcun infortunio si è verificato sui cani nonostante i numerosissimi passaggi effettuati.
Sul caso giudiziario del cane Nolo Del Zagnis- dal presunto falso pedigree- “gli organi di informazione, nonostante ENCI l’abbia più volte ribadito, non hanno riportato la fondamentale informazione che sono state effettuate due diverse verifiche parentali sul soggetto in questione, presso due diversi laboratori accreditati, ed entrambe hanno confermato la paternità e la maternità dichiarate dall’allevatore”. Il Libro genealogico dei cani di razza è disciplinato da norme di legge ed è gestito per via informatica da ENCI con un sistema, certificato UNI EN ISO 9001:2015, che “garantisce trasparenza assoluta attraverso il Libro genealogico online, anche per favorire, se del caso, segnalazioni che, se poste nel dovuto modo, vengono sempre recepite e analizzate dagli uffici competenti”.
Nella sua replica, il Presidente evidenzia che ENCI non ha il compito di effettuare ispezioni presso gli allevamenti, “attività deputata ad altri organismi”. La selezione dell’ENCI, è “svolta attraverso il corretto allevamento del cane di razza e per mezzo delle verifiche zootecniche”, grazie alla quale “ emergono le attitudini straordinarie dei nostri cani, oggi operativi in contesti importanti quali il contrasto alla Xylella e alla PSA, in numerosi progetti per la salvaguardia della fauna selvatica e della biodiversità, in ambiti sociali di eccezionale importanza quali terapie assistite e sostegno alle disabilità”. Attività – scrive il Presidente Muto- “di cui tali organi di informazione non hanno minimamente dato contezza”.
L’ENCI dichiara di perseguire una “giusta comunicazione della cultura cinotecnica” a fronte di “interviste concesse e rocambolescamente tagliate”. E conclude assicurando che il Consiglio Direttivo “continuerà a difendere la cinofilia in ogni sede ritenuta opportuna, tutelerà il lavoro dei dipendenti dell’Ente, a partire dal suo Direttore Generale, si confronterà come d’abitudine con il Ministero vigilante, si sottoporrà come sempre al giudizio dell’Assemblea dei Soci, unico organo che può legittimamente approvare o meno il lavoro fin qui svolto”.
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