Dai calciatori alle star di Hollywood: Michele D’Antonio, 44 anni all’hotel Mabapa

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Un grande manager, un uomo d’altri tempi. Un alchimista del servizio e dell’ospitalità a cui amici e colleghi hanno tributato una piccola festa di ringraziamento in quello che, per oltre quarant’anni, è stato molto più che un luogo di lavoro.

Perché il Mabapa per Michele D’Antonio – 60 anni appena compiuti, 44 da maestro dell’accoglienza – lo storico capo ricevimento dell’hotel Villa Mabapa in riviera San Nicolò al Lido, è stato una seconda casa.

Dove celebrità come Maurizio Costanzo, Wim Wenders, Marco Tardelli, Gianluca Vialli e altri calciatori, attori, registi e giurie della Mostra del Cinema – ma anche gente comune – entrando nella hall hanno sempre chiesto di lui.

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E non per caso: simpatia, la battuta al momento giusto senza mai forzare la scena, il tocco di classe, discreto ma inconfondibile, hanno sempre caratterizzato il suo stile di ospitalità.

Ora, dopo oltre quaranta anni, per il manager è finalmente arrivato il momento di godersi un meritato riposo.

Una carriera leggendaria

Il manager chiude così un capitolo di vita che rimarrà scolpito nella storia di questa storica villa liberty, diventata grazie al suo impegno dimora di calciatori, vip e ospiti d’eccezione.

D’Antonio iniziò a soli 13 anni, portando ombrelloni dalla terrazza alla spiaggia, un lavoretto che gli permetteva di mettere da parte qualche soldo per comprarsi il motorino.

La sua affidabilità lo rese presto il pilastro dell’albergo, tanto che a soli 23 anni fu nominato capo ricevimento.

A 16 anni, già gestiva con responsabilità le delicate operazioni di chiusura dell’hotel, incarico che gli veniva affidato dal leggendario Gionni Vianello, il patron dell’hotel.

Quando D’Antonio arrivò al Mabapa, l’attuale titolare, Antonio Vianello, era ancora un bambino.

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Ma il manager, cresciuto in fretta, si trovò presto a gestire un lavoro che lo portò a entrare in contatto con una miriade di personaggi famosi. Tra i suoi ricordi, racconta con orgoglio la sua passione per il calcio, che gli permise di ospitare più di settanta squadre, tra cui le più blasonate come Juventus, Inter e molte formazioni di serie A, consolidando il prestigio del Mabapa.

Calciatori e star del cinema

«Ho avuto l’onore di ospitare la Lazio di Cragnotti, la Juventus di Lippi, ma anche squadre minori e leggende come Tardelli, Mazzone, Trapattoni» ricorda con un sorriso nostalgico.

«Le squadre della massima serie, compreso il Venezia Calcio, sceglievano spesso il nostro hotel per il ritiro pre-partita».

E così il Mabapa divenne un punto di riferimento per il mondo del football, un’eredità che resta viva nel cuore di chi ha vissuto quegli anni d’oro.

Non solo calcio, ma anche star e set cinematografici. Il manager ricorda alcuni episodi davvero singolari e uno dei più bizzarri e inquietanti riguarda le riprese di Nosferatu a Venezia.

«Nessuno di noi si aspettava che Klaus Kinski, una volta terminato il ciak, continuasse a girare per l’albergo vestito da vampiro, con tanto di maschera», racconta.

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Da Klaus Kinski a Julia Roberts

«Si diceva che il personaggio fosse stato evocato in una sorta di seduta spiritica prima di arrivare, e l’atmosfera che si era creata era davvero inquietante. Terrorizzò tutto il povero staff. Vi assicuro, vederlo aggirarsi per i corridoi con quell’aspetto spettrale era davvero spaventoso».

Poi arrivò Julia Roberts, un’esperienza completamente diversa, ovviamente. «Qui non c’era nulla di inquietante: la sua simpatia naturale metteva subito tutti a proprio agio».

In seguito, fu la volta di Daniel Radcliffe, l’attore che ha interpretato Harry Potter, ospite al Mabapa. «Tra autografi e partite a ping pong, sapevo solo io del suo arrivo. E le lotte con i giornalisti per mantenere segreta la sua presenza erano interminabili».

Infine, tra i tanti ospiti, anche Saaid Gheddafi, il figlio del dittatore libico, che venne a Venezia per visitare la squadra del Perugia, aggiungendo un altro capitolo particolare a una serie di incontri straordinari.

Ancora oggi, molti clienti che tornano al Mabapa per le loro vacanze, chiedono di lui come prima cosa. Ma da quest’anno troveranno le nuove leve che avranno l’arduo compito di non far rimpiangere un impareggiabile professionista, una pietra miliare dell’hotellerie veneziana.

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