Chi si avvicina all’economia circolare si rende subito conto che si tratta di una materia di grande interesse ma anche di evidente complessità, legata soprattutto ai suoi molteplici ambiti di applicazione. Per coloro che intendono avviare progetti di circolarità, fra gli aspetti più importanti da considerare ci sono sicuramente quelli finanziario e normativi.
Proprio in relazione a questi due aspetti troviamo dei significativi approfondimenti nel Circular Economy Report 2024, lo studio giunto alla sua quinta edizione che viene redatto dall’Energy&Strategy della School of Management del Politecnico di Milano.
Supporto essenziale per le aziende
“L’espansione dell’economia circolare – si legge nel report – sta rapidamente modificando il panorama economico, spingendo aziende e organizzazioni a ripensare i loro modelli di business per integrare principi di sostenibilità e riduzione degli sprechi. Ciò richiede il supporto di servizi ad hoc per supportare le aziende nella transizione verso modelli produttivi e operativi circolari, basati sul riutilizzo delle risorse e sul prolungamento della vita dei prodotti”.
Nel Circular Economy Report 2024 i servizi a supporto delle aziende nell’adozione dell’economia circolare vengono classificati in cinque categorie:
- Finanza
- Consulenza
- Studi legali
- Enti di certificazione
- Formazione
Il ruolo del sistema finanziario nell’economia circolare
Il sistema finanziario, in primis la finanza sostenibile, riveste un ruolo cruciale nel supportare la transizione verso l’economia circolare, “promuovendo investimenti che combinano profitto con rispetto per l’ambiente e la società”. Di conseguenza, tra gli attori finanziari attenti ai criteri ESG (acronimo di Environmental, Social, and Governance), si registra una crescita degli strumenti di debito e capitale legati a questo modello economico.
Sistema finanziario che sta indirizzando sempre più i capitali verso gli investimenti che favoriscono l’innovativo modello economico circolare: i green bond che sono stati emessi dalle principali banche italiane – Intesa Sanpaolo, Unicredit, BPS, BPER Banca, Mediolanum e Banco BPM – hanno raggiunto un valore di quasi 8 miliardi di euro, vale a dire il 74% in più rispetto all’anno precedente.
La crescita della consulenza
A crescere è anche la consulenza in ambito sostenibilità. Infatti, si stima che alla fine del 2024 questo mercato raggiunga un valore di circa 800 milioni di euro. Una cifra che rappresenta il 13% del giro d’affari complessivo della consulenza nel nostro Paese, con un significativo aumento del 25% rispetto all’anno precedente.
Invece, la crescita nei settori degli enti di certificazione, degli studi legali e della formazione appare più lenta e moderata. Va inoltre segnalato che la loro distribuzione sul territorio nazionale è alquanto disomogenea: mentre il Nord Italia concentra un numero significativo di queste risorse, il Sud ne rimane in gran parte privo.
Le difficoltà nel Meridione
Ad esempio, tra i primi 50 studi legali italiani per fatturato, quelli che offrono servizi dedicati alla sostenibilità e all’economia circolare sono il 54% e si trovano in Lombardia e Lazio, “regioni caratterizzate da un ecosistema imprenditoriale attivo e da iniziative orientate all’innovazione sostenibile”. Al contrario, nel Sud Italia questi servizi risultano praticamente assenti.
Situazione pressoché analoga per gli enti di certificazione, che svolgono un ruolo fondamentale nel sostenere la transizione verso l’economia circolare, offrendo servizi di verifica conformi a norme come ISO, EMAS ed EASI. Gli enti abilitati a certificare in ambiti legati alla circolarità rappresentano soltanto il 10% del totale nazionale e sono quasi completamente assenti nel Meridione.
La situazione normativa
Per quanto riguarda l’aspetto normativo, nel Circular Economy Report 2024 si sottolinea come le disposizioni europee del Green Deal e del Circular Economy Action Plan pongono le basi per un futuro sostenibile. “Questi strumenti legislativi mirano a ridurre l’uso delle risorse naturali e a promuovere pratiche che favoriscano il riciclo, il riutilizzo e la riduzione dei rifiuti”.
Nel 2024 sono poi maturate una serie di normative e standard internazionali che danno un’ulteriore spinta verso la piena integrazione dei principi di sostenibilità nelle attività economiche. E “sebbene il panorama italiano evidenzi alcune carenze strutturali, il rafforzamento della rendicontazione e l’allineamento alle pratiche internazionali potranno contribuire a colmare queste lacune, spingendo il mercato verso un futuro più circolare, responsabile e competitivo”.
Novità legislative in Italia
A livello nazionale, l’aggiornamento della normativa tecnica UNI/TS 11820:2024 rappresenta un ulteriore passo in avanti, consentendo di valutare il livello di circolarità di un’organizzazione attraverso indicatori chiave che generano un punteggio finale compreso tra 0% e 100%. Tre le modalità di valutazione: autovalutazione, valutazione da parte dei clienti e verifica indipendente da parte di enti accreditati.
Allargando lo sguardo, nel report si evidenzia che ci sono anche altre normative che nel 2024 hanno dato ulteriore stimolo all’adozione dell’economia circolare, “come quelle sull’ecodesign, sul diritto alla riparazione e sulla responsabilità estesa del produttore, che stanno ridefinendo le filiere produttive e promuovendo pratiche sostenibili lungo l’intero ciclo di vita dei prodotti”. Inoltre, non va dimenticata la regolamentazione delle materie prime critiche.
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