L’importanza delle relazioni tra Cina e Kazakhstan –

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La cooperazione tra Cina e Kazakhstan, che sono in ottimi rapporti, è molto importante per entrambi i Paesi.

Con l’imminente inizio del mandato di Trump, si aprono nuove sfide per il mantenimento della stabilità a livello internazionale. Dopo la sua elezione, è sembrato quasi certo che il conflitto tra Russia e Ucraina stesse volgendo al termine, e in molti hanno sperato in una svolta nel contesto del conflitto tra Israele e Hamas in Palestina. Sicuramente nel 2025 si assisterà ad un cambiamento della situazione delle guerre attualmente in atto ma, oltre a queste, vi sono diverse aree dove la tensione è molto alta, sebbene non vi siano scontri diretti. Per la Cina, che fino ad ora non è intervenuta nei conflitti appena citati, se non per mediare in favore di una risoluzione pacifica, l’area che è più esposta ad un rischio di questo tipo è quella orientale. Per bilanciare questo elemento di instabilità, è importante che a occidente si sviluppino buone relazioni con i paesi confinanti, e che le vie di accesso alle risorse strategiche siano diversificate, per non causare una dipendenza dalle vie di comunicazione marittime. In questo senso, la relazione con il Kazakhstan è un esempio di questo tipo di politica.

Cina e Kazakhstan hanno dato inizio alle loro relazioni diplomatiche nel 1992, poco dopo la caduta dell’Unione Sovietica. Sebbene vi siano state, negli anni successivi, alcune contese per via della definizione dei confini, questi due Paesi hanno sviluppato un dialogo diplomatico pacifico e una cooperazione costruttiva. Si parla infatti di “golden thirty years”, trent’anni d’oro, ovvero la relazione di amicizia tra Pechino e Astana negli anni compresi tra 1992 e 2022, un termine che è stato usato anche come augurio per la continuazione della collaborazione nel prossimo trentennio.

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Uno degli esempi più iconici della cooperazione tra questi Paesi è il fatto che il Presidente cinese Xi Jinping abbia proposto il progetto di realizzazione dei corridoi terrestri della Nuova Via della Seta (Belt and Road Initiative, BRI) nel settembre del 2013 proprio alla Nazarbayev University. Quell’anno era ancora in carica il Presidente Nazarbayev, che è stato a capo del Kazakhstan per quasi trent’anni, prima di lasciare il posto a Tokayev, oggi in carica. Quest’ultimo ha trascorso un lungo periodo in Cina, ai tempi dell’URSS, prima come studente presso la Beijing Language and Culture University e poi in qualità di diplomatico presso l’ambasciata sovietica in questo Paese.

Il Kazakhstan si trova in una posizione strategica se si considera che costituisce uno snodo potenzialmente attraversato da rotte commerciali che connettono la Cina alla Russia e all’Europa. Storicamente, la linea principale dell’antica Via della Seta passava nel sud del Kazakhstan. Dopo l’inizio della guerra con l’Ucraina, il sanzionamento e conseguente parziale isolamento della Russia a livello internazionale hanno avuto un impatto molto importante su questo Paese, perché lo hanno colpito indirettamente. 

In particolare, continuando a considerare la BRI, il progetto prevedeva che le infrastrutture per il trasporto delle merci, uscite dalla Cina biforcandosi all’altezza della città di Alashankou, attraversassero da un lato Almaty (China-Central Asia-West Asia Economic Corridor, CCWAEC) e dall’altro proseguissero verso Astana e poi la Russia (New Eurasian Land Bridge, NELB). Lo sviluppo della parte settentrionale, ovvero del NELB, aveva un ritmo promettente fino all’inizio delle limitazioni imposte a Mosca. Oggi, una maggiore attenzione è rivolta al CCWAEC, che passa dal Mar Caspio, ma presenta comunque delle problematiche, perché coinvolge anche la Turchia e l’Iran. Per il Kazakhstan la presenza di queste rotte è vitale, per questo risente fortemente dei conflitti in Ucraina e nel Medio Oriente. Dal punto di vista della Cina, questo fa sì che le relazioni con Astana siano pacifiche, perché l’economia kazaka è fortemente dipendente da quella cinese. 

Un altro canale di cooperazione economica che si promette proficuo nel contesto delle relazioni tra Cina e Kazakhstan è quello relativo all’energia. Pechino e Astana dialogano sia sulla tematica della costruzione di nuovi gasdotti sia sullo sviluppo delle rinnovabili. A partire dal 2009, la China-Central Asia Gas Pipeline è entrata in funzione, collegando Turkmenistan allo Xinjiang, passando per il Kazakhstan. Con la recente interruzione del trasporto di gas russo attraverso l’Ucraina, si concretizza sempre di più anche la realizzazione di un gasdotto che connetta la Russia e la Cina attraversando questo Paese. Un’ipotesi potrebbe essere quella di sviluppare nuove infrastrutture per il trasporto del gas partendo dalle condotte del Saryarka, già esistente.

È evidente che, per via della sua posizione geografica, il Kazakhstan deve mantenere buone relazioni con i Paesi limitrofi, perché si tratta di un territorio la cui strategicità dipende dalle rotte internazionali che lo attraversano. In questo momento, la Cina è il punto di riferimento più stabile per Astana, che ha dovuto fare i conti con le conseguenze delle sanzioni imposte alla Russia e con un rapporto non sempre sereno con quest’ultima. Viceversa, per la Cina è importante coltivare la collaborazione con il Kazakhstan e gli altri Stati dell’Asia centrale, per fare sì che il confine occidentale sia stabile e pacifico.



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