Elezioni comunali a Genova: Il lampo di Biolè e l’ubiquità di Picciocchi, aspettando il “campo largo”

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Qualcosa, quindi, si muove. Nella sonnacchiosa atmosfera festiva a cavallo tra 2024 e 2025, irrompe nell’ormai da tempo statico se non addirittura irrealmente immobile quadro strategico della sinistra in vista delle prossime comunali, l’ipotesi di una candidatura civica di un certo rilievo: Filipo Biolè.

In un primissimo momento la possibile candidatura dell’avvocato giuslavorista era stata associata all’iniziativa promossa il 21 novembre al Teatro della Tosse dal saggista Andrea Acquarone che aveva richiamato il cosiddetto mondo della “sinistra diffusa” più diversi esponenti dei partiti del cosiddetto “campo largo”.
In realtà, il raggruppamento che sosterrebbe Biolè ha diversa natura e provenienza, sempre a sinistra ma più “radical”, e pesca nel mondo dei professionisti genovesi: tra questi, i nomi che si sono già esposti sono quelli degli architetti Stefano Fera e Marina Montolivo, insieme allo scrittore Carlo Martigli. Come spiegato da Fera nella lettera inviata a GMG che trovate qui https://goodmorninggenova.org/2025/01/07/fera-perche-sostengo-la-candidatura-di-filippo-biole/  la base di sostegno a Biolè dovrebbe essere composta da un centinaio di nomi, guarderebbe con grande attenzione verso il mondo dei comitati sorti negli ultimi anni per contrastare i diversi progetti urbanistici del Comune di Genova dallo skymetro alla funivia dei forti, guardando anche, secondo indiscrezioni, verso il mondo dei 5Stelle.
In queste ore il think tank che sostiene Biolè sta definendo la piattaforma di sostegno e la lista dei nomi che la costituisce insieme a un appello che verrà diffuso non appena messo a punto.

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Una scossa, la classica pietra nello stagno, che potrebbe in qualche modo scuotere la soporifera situazione delle ultime settimane con il “campo largo” ancora a definire il proprio perimetro e chi ci sta dentro (Azione, Italia Viva, in primis), oltre alla ricerca del candidato che sembra perdersi tra tavoli programmatici e confronti interni dei e tra i diversi partiti. Tramontati i nomi dei recenti eletti in consiglio regionale D’Angelo, Sanna, Romeo, Piccardo nei corridoi ora circolano quelli di Roberta Pinotti e Alessandro Terrile, ma la sensazione è che il quadro sia ancora una nebulosa in evoluzione perpetua (con dei tempi limite). All’orizzonte, poi, altri gruppi, “a sinistra” di diversa estrazione sono in una fase organizzativa non ancora del tutto definita, ma che sembrano pronti a dire la loro nei prossimi giorni.

Dall’altra parte si fa notare la frenetica attività del candidato “in pectore” Pietro Picciocchi, ai limiti dell’ubiquità per come lo si riesce a incontrare nelle situazioni più disparate.. Una scelta, quella di Picciocchi, che rientra in una strategia tesa a recuperare il distacco dei 18 mila voti di di distacco dal “campo largo” sull’area genovese registrati nelle elezioni regionali.

Scelta obbligata che tutto sommato appare efficace, così come appare evidente il tentativo del sindaco reggente di offrire un’immagine della sua giunta più a trazione catto-popolare rispetto quella “bucciana” più influenzata da elementi leghisti, differenze non banali in una città che ogni anno mostra elementi di maggiore conservatorismo politico e impermeabilità agli scossoni giudiziari, alle devastanti difficoltà della sanità pubblica, al caro-casa e alla progressiva precarizzazione del lavoro. Il “piatto” di Picciocchi è quello di una proposta amministrativa che prova a smussare gli artigli della gestione Bucci e ad apparire più inclusiva politicamente (l’inserimento di Enrico Costa come assessore ai servizi sociali è il segnale più chiaro) riprendendo più o meno consapevolmente l’antico invito di quel sindaco di Roma: “volemose bene”.. Mosse ben studiate, nonostante anche su di lui si allunghino le ombre dei “gabinetti” della politica e l’ufficialità della sua candidatura continui a tardare ad arrivare rallentata, anche qui, dall’attesa di “tavoli di discussione”, “riunioni programmatiche” e altri passaggi intermedi. Il 2025 comincia con il rullare dei tamburi, ora aspettiamo gli acrobati.



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