Todde decaduta, in Sardegna va in scena il corto circuito dei giustizialisti “traditi” dai magistrati

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Che fine ha fatto la congrega di arrabbiati che urlava in piazza «legalità, legalità»? Dove si è nascosto il giurista Giuseppe Conte, quello che ammoniva che «per il movimento Cinque Stelle la legalità non è un valore negoziabile»? E del Pd che si aggrappava alla procura di Genova per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti, emblema di «un modo disgustoso di fare politica», qualcuno ha notizie?
La governatrice sarda Alessandra Todde la sfangherà, perché nella nostra fattoria degli animali c’è sempre qualcuno più uguale degli altri e alla fine il voto sul suo destino sarà politico. Come ricorda il professor Stefano Ceccanti, «l’unico organo che può dichiarare la decadenza di un consigliere regionale per le irregolarità di cui si discute è il consiglio regionale, se decide di condividere i rilievi del collegio di garanzia».
Intanto, però, va in scena il corto circuito delle tricoteuses jacobines, che hanno trascorso gli ultimi decenni a baciare i faldoni delle toghe come i pellegrini i

Che fine ha fatto la congrega di arrabbiati che urlava in piazza «legalità, legalità»? Dove si è nascosto il giurista Giuseppe Conte, quello che ammoniva che «per il movimento Cinque Stelle la legalità non è un valore negoziabile»? E del Pd che si aggrappava alla procura di Genova per chiedere le dimissioni di Giovanni Toti, emblema di «un modo disgustoso di fare politica», qualcuno ha notizie?

La governatrice sarda Alessandra Todde la sfangherà, perché nella nostra fattoria degli animali c’è sempre qualcuno più uguale degli altri e alla fine il voto sul suo destino sarà politico. Come ricorda il professor Stefano Ceccanti, «l’unico organo che può dichiarare la decadenza di un consigliere regionale per le irregolarità di cui si discute è il consiglio regionale, se decide di condividere i rilievi del collegio di garanzia».

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Intanto, però, va in scena il corto circuito delle tricoteuses jacobines, che hanno trascorso gli ultimi decenni a baciare i faldoni delle toghe come i pellegrini islamici baciano la pietra nera della Mecca, e ora che in quei faldoni si parla di loro anziché dei loro avversari balbettano incredule: magistrato mio, perché mi hai abbandonato?

 

 

 

Istruttive le parole di tale Desiré Manca, assessore al Lavoro e portavoce dei Cinque Stelle in Sardegna. Spiega che la decisione con cui il collegio di garanzia ha dichiarato decaduta la governatrice per irregolarità nelle spese elettorali rappresenta «il colpo di coda di chi all’improvviso si vede privato di poteri e prebende». Ed è stata presa, secondo lei, perché «dà fastidio chi mina dalle fondamenta un sistema di potere e controllo rodato». I guerrieri del cambiamento sarebbero ovviamente loro, quelli dell’esercito di Conte: «Siamo il sassolino che inceppa il meccanismo. Il sassolino si sta già trasformando in macigno, in una fortezza che menzogne, trame di palazzo e fantasiose iniziative non possono scalfire».

A parte la pretesa bambinesca di atteggiarsi a Gavroche della politica anche quando si occupano i posti di comando, il collegio di garanzia elettorale è un’emanazione della corte d’appello di Cagliari, è presieduto dalla presidente della stessa corte e oltre a lei, dei sei membri rimanenti, tre sono magistrati. Se esiste una Spectre che trama per difendere il «sistema di potere» al quale i Cinque Stelle fingono di essere estranei, è composta da quelle toghe che quando indagano su altri o li condannano scatenano il tripudio nel partito di Conte. Spieghino allora agli elettori, e magari pure a se stessi, come funziona: è meritoria operazione moralizzatrice quando le terga sono degli altri ed è complotto infame quando di mezzo ci sono loro?

L’uso della legalità come ghigliottina per sterminare gli avversari è il marchio di fabbrica dei Cinque Stelle, ma il brevetto appartiene ai compagni del Pci e ai loro eredi. E lì bisogna leggere le parole del lettiano Marco Meloni, senatore sardo del Pd. Il quale preme sui giudici di merito, chiamati a pronunciarsi sulla questione, affinché nella loro decisione «possa essere garantito il rispetto della volontà degli elettori, che nel febbraio dello scorso anno hanno eletto Alessandra Todde e la maggioranza di centrosinistra per una stagione di cambiamento e di buon governo della Sardegna».

Capito come funziona? Con Berlusconi e gli altri avversari si obbedisce alle richieste dei magistrati e si vota per cacciare dal parlamento gli eletti dal popolo, in nome della legalità e contro ogni deriva plebiscitaria. Ma se nel tritacarne ci sono compagni e alleati, allora ci si ricorda del primato della politica e si spiega ai giudici che debbono rispettare la volontà degli elettori. Bella la vita, quando ci si crede monopolisti della moralità.

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