La Roma vince il derby grazie a un grande avvio: reti di Pellegrini e Saelemaekers nei primi 18′, Lazio al tappeto. Tanta tensione in campo
Pokerissimo. Cinque su cinque. Claudio Ranieri lascia ancora una volta la sua firma sul derby capitolino, che lui sa soltanto vincere. Non basta il più 15 con cui la Lazio inizia la partita, alla fine chi festeggia è la Roma.
La mossa di Pellegrini, uomo derby
Ranieri aveva ripetuto, alla vigilia, una vecchia legge del derby: è una partita diversa dalle altre, che prescinde da tutto. C’è chi la sa interpretare al meglio e chi invece la subisce. Così ha tenuto nascosta la grande sorpresa: Pellegrini titolare, anche se in stagione aveva lungamente deluso fino a diventare un panchinaro. Una scelta per certi versi clamorosa ma tutto sommato logica. Le alternative erano Pisilli (senza esperienza di derby) o El Shaarawy (squadra troppo leggera).
La decisione è stata beatificata dallo svolgimento del match perché è stato proprio Pellegrini a segnare dopo 10’. Simbolica l’azione: Ndicka salta il centrocampo, Dovbyk difende bene palla e innesca Dybala; l’argentino, magnifico per un’ora, apre per Saelemakers che trova l’inserimento di Pellegrini. Finta su cui abbocca Gila, Rovella è in ritardo e il capitano giallorosso piazza la palla sotto l’incrocio dei pali.
Il raddoppio della Roma
La Roma si carica, la Lazio si chiede cosa ci sia di sbagliato e prende il secondo gol con un’altra palla lunga, questa volta di Svilar, anche questa volta ben difesa da Dovbyk e rifinita da Dybala. Nuno Tavares non difende e Saelemaekers ha spazio e tempo per tirare due volte: Provedel ci mette una pezza solo sul primo tentativo.
La Lazio, schierata da Baroni con il 4-3-3, si è fatto cogliere di sorpresa per due volte e non è riuscita a sviluppare il suo piano tattico: doveva allargare il gioco e costruire tanti uno contro uno con Zaccagni e Isaksen per costringere gli esterni di centrocampo avversari a fare solo i terzini. Sotto di due gol in 18 minuti ha poi trovato tutti gli spazi chiusi e ha costretto Svilar solo a un paio di parate, importanti ma non difficilissime.
Lazio, ora bisogna gestire il post derby
La sconfitta nella stracittadina non toglie nulla alla cavalcata del gruppo di Baroni. La Lazio resta più in alto di quanto tutti prevedevano alla vigilia. Però è affondata contro l’Inter (0-6) e ha perso contro la Roma, anche questa volta senza riuscire a segnare. Ha dimostrato insomma di essere buona ma certo non perfetta. Guendouzi ha cercato più la cavalleria rusticana che il pallone, Rovella è stato messo in difficoltà dal dinamismo di Koné. Adesso servirà gestire con calma il post-derby, senza farsi prendere da pensieri negativi. Fin qui Baroni è stato super nel gestire il gruppo, ora arriva la prova decisiva.
Ranieri ha ridato alla Roma compattezza e gioco. Non è soltanto un «normalizzatore» ma parecchio di più. Nella prossima stagione è previsto che lasci la panchina per sedersi dietro a una prestigiosa scrivania di Trigoria, ma ne varrà la pena solo se alla Roma arriverà un allenatore top, non uno normale. Il calcio ha età solo per chi vuole sentirsela addosso. Anche ieri sera ha dato fiducia agli uomini bocciati da Juric — che intanto continua a prendere scoppole anche in Premier League sulla panchina del derelitto Southampton — e ha avuto una grande risposta da Hummels e Paredes, mentre Ndicka, riportato nel suo ruolo, è stato ancora una volta tra i migliori.
Forse il migliore se nel finale non avesse partecipato alla rissa che ha portato all’espulsione di Castellanos. Doveva ricevere il rosso (e non il giallo) anche il difensore. Però è stato l’unico errore vero di Pairetto, chiamato all’ultimo minuto a dirigere una partita sempre difficile per l’infortunio di Guida.
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