«Ci sono quattro buchi neri all’orizzonte del Veneto nel 2025: quattro questioni irrisolte che necessitano con urgenza l’attenzione della politica e, in subordine anche della magistratura poichè anche l’inerzia è una colpa in tempi in cui non si può più continuare a rimanere immobili». E’ l’assunto da cui parte l’analisi dell’associazione Federcontribuenti che indirizza idealmente 4 sacchetti di carbone al presidente della Giunta Regionale del Veneto Luca Zaia ed al resto della classe politica a livello di Governo nazionale e regionale, e al contempo nel giorno dell’Epifania indirizza un esposto alla Procura Generale della Repubblica e all’Agenzia Nazionale Anti Corruzione ANAC.
Il primo sacco di carbone per la mancata liquidazione di Veneto Banca: «Il caso Ferak Spa: un mancato introito per i creditori di Veneto Banca da oltre 50 milioni di euro “All’Anac ed alla Procura generale di Venezia rappresentiamo la storia infinita della liquidazione degli asset di Veneto Banca – spiega Marco Paccagnella, presidente nazionale di Federcontribuenti – poichè da tre anni sul sito internet https://venetobancalca.it/index.php non riporta nessuna informazione dopo il 31 dicembre del 2022. Cos’hanno fatto i commissari liquidatori negli ultimi due anni? Nessuno può saperlo ed allora chiediamo alla Procura ed alla politica di fare un colpo di telefono ai commissari liquidatori che hanno il compito ad esempio di trovare un acquirente per Ferak Spa, di cui Veneto Banca ha il 16 per cento».
Marco Paccagnella entra nel merito dell’esposto ad ANAC e Procura generale: «Quella partecipazione vale tanto nel 2022 c’è stata un’asta e una offerta poi il silenzio all’asta di due anni fa una società Pegaso Spa ne aveva offerti 54. Avevano partecipato solo loro e non ci risulta che siano manifestati altri interessi per la quota di Ferak che è in mano all’ex Veneto Banca e che vale circa un settimo della compagne societaria che controlla tutta insieme oltre l’1 per cento di Generali. Perchè quei milioni non sono mai stati escussi? E’ in regola con la legge Severino che tra i commissari liquidatori figuri un membro del CdA di uno dei soci di Ferak?. E’ il caso dell’avvocato Giuliana Scognamiglio che appunto figura nelle visure camerali come membro del Cda di uno dei soci di Ferak Spa. Noi siamo convinti dell’assoluta buona fede dell’avvocato Scognamiglio – spiega Paccagnella – ma il campo va sgomberato da equivoci».
Carbone anche per l’iniziativa della Regione che prevede lo sconto del 60% sulle singole tratte della Pedemontana Veneta. «Un buco. Siamo convinti che sarà un buco nell’acqua ed attendiamo alla prova dei fatti Luca Zaia e la sua Giunta al bilancio 2025 quando sarà evidente che non si raggiungerà il pareggio tra quanto incassato dal consorzio che ha costruito la Pedemontana Veneta e il canone di questa sorta di strano leasing per cui la differenza tra costi e ricavi la copre la Regione. Fare il 60% di sconto secondo i nostri analisti allargherà il buco previsto, che già era di 80 milioni di euro secondo le cifre più ottimistiche e che potrebbe così allargarsi a 120 milioni, dato che le entrate su singola tratta vengono più che dimezzate per i possessori di Telepass. E poi ci chiediamo: perchè per i possessori di Telepass sì e per gli altri poveracci no?».
Terzo sacco di carbone invece per la vicenda della pista da bob a Cortina che potrebbe essere scavalcata da Lake Placid negli Usa e definita “fantasma”. «Rimbalza dalla stampa espera a quella nazionale la notizia che con grande candore l’amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 ha detto che se la pista da bob, costata un bosco di migliaia di larici e 100 milioni di euro, non sarà pronta in struttura entro marzo, il bob olimpico correrà a Lake Placid, U.S.A. – spiega Marco Paccagnella – chiediamo a Luca Zaia ed ai politici coinvolti in questa vicenda di giurare, pena dimissioni immediate, che ciò non avverrà. Sarebbe la barzelletta più costosa della storia avere il bob delle olimpiadi di Milano e Cortina che viene fatto disputare a 10 ore di fuso orario di distanza».
Infine, l’ultimo sacchetto di carbone è riferito al caro gas ed energia elettrica: «Dalle stime dell’ARERA, agenzia nazionale di regolazione dei prezzi di gas ed energia elettrica queste due commodity dovrebbero balzare nel prossimo trimestre di una percentuale tra il 20 ed il 30%. Cos’ha intenzione di fare il Governo a livello nazionale? L’assessore regionale Roberto Marcato ha qualche risposta a riguardo per almeno le aziende più energivore, tipo ferrirere, fonderie e acciaierie che a macchia di leopardo stanno già usando la cassa integrazione a causa dei costi eccessivi di esercizio? Altrimenti che facciano buon uso di questo carbone che, in attesa di risposte, mandiamo loro con gli auguri di buon anno da parte di tutti gli iscritti di Federcontribuenti».
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