L’INTERVISTA IMPOSSIBILE DELLA DOMENICA: EMILE CHANOUX – Valledaostaglocal.it

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Il martirio di Chanoux (tratto da https://www.regione.vda.it/autonomia_istituzioni/origini/martirio_chanoux_i.asp)

Il 18 maggio del 1944, Émile Chanoux e Lino Binel vengono arrestati dai fascisti in un’operazione condotta direttamente dal questore Pietro Mancinelli e dal sottotenente Alberto Bianchi. Il comitato aostano viene completamente disarticolato. Chanoux viene barbaramente torturato nel vano tentativo di ottenere informazioni sulla Resistenza. Muore nella notte in seguito alle numerose ferite inflittegli dai militari nazifascisti. Mentre Binel è deportato in un campo di lavoro in Germania.

I fascisti diranno che si è impiccato in cella. Ma, come ebbe a dire Alessandro Passerin d’Entrèves, «La vergognosa calunnia del suicidio non ingannò nessuno, né allora né mai».

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Nella relazione al ministro degli interni della Repubblica di Salò Bruno Stefanini, che pochi giorni dopo assumerà la carica di capo della Provincia, dichiara che «notizie confidenziali» pervenute alla questura hanno reso possibile l’operazione di cattura.

Chi sia stato a “tradire” Chanoux ancora oggi rimane un mistero. Certo è che con la sua morte la Resistenza valdostana perde un leader capace di garantirle una certa unità di orientamento.

A soli 38 anni Émile Chanoux ha versato il suo stesso sangue per l’autonomia e la libertà della Valle d’Aosta.

Emilio Chanoux, Lei ha lottato con grande determinazione per la libertà e l’autonomia della Valle d’Aosta. Oggi, guardando la situazione attuale, come definirebbe il rapporto tra la nostra regione e lo Stato italiano?

“Il rapporto tra la Val d’Aosta e lo Stato italiano è sempre stato di grande tensione e, in molti casi, di incomprensione reciproca. La nostra autonomia è stata conquistata con fatica e sacrificio, e deve essere preservata con la stessa determinazione. Purtroppo, oggi assistiamo a una crescente centralizzazione da parte del governo romano, che mina i principi di autonomia che dovrebbero garantire alla nostra regione una gestione più equa e vicina alle necessità della sua popolazione.”

Lei ha sempre sostenuto l’importanza della cultura e della lingua valdostana come pilastri della nostra identità. Come vede l’attuale evoluzione della lingua e cultura in Valle d’Aosta in relazione all’autonomia?

“La lingua e la cultura sono il cuore della nostra identità. Oggi, purtroppo, assistiamo a un progressivo allontanamento dalla nostra tradizione culturale, minata dalla globalizzazione e dalla tendenza a uniformare le diversità. L’autonomia, intesa come strumento per tutelare il nostro patrimonio culturale, dovrebbe farsi carico di promuovere e proteggere la lingua e le tradizioni, anche attraverso politiche concrete, che oggi sono spesso insufficienti.”

Oggi vediamo vari movimenti autonomisti in Valle d’Aosta, ma la politica regionale sembra frammentata. Qual è, secondo Lei, la direzione che il movimento autonomista dovrebbe seguire per rimanere unito e forte nel rivendicare l’autonomia?

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“L’autonomismo valdostano ha bisogno di unità. La frammentazione che vediamo oggi è un punto di debolezza. L’obiettivo deve essere chiaro e condiviso: la difesa della nostra autonomia e la sua espansione, in modo che possa rispondere meglio alle esigenze locali. I movimenti autonomisti devono superare le divisioni interne e lavorare insieme, ponendo al centro l’interesse della Val d’Aosta e dei suoi cittadini, senza cedere a logiche di potere che spesso indeboliscono la causa comune.”

La situazione economica della Valle d’Aosta oggi vede una crescente dipendenza dalle risorse pubbliche nazionali. Che tipo di politiche economiche autonomistiche pensa sarebbero necessarie per favorire uno sviluppo economico più autonomo e sostenibile?

“La Valle d’Aosta deve mirare a diventare più autonoma anche sul piano economico, sfruttando al meglio le sue risorse naturali e il suo patrimonio storico e culturale. Una politica economica autonoma dovrebbe puntare su una gestione più locale delle risorse, favorendo l’imprenditorialità valdostana, la creazione di posti di lavoro locali e la valorizzazione del turismo sostenibile. Dobbiamo essere in grado di attrarre investimenti e promuovere l’innovazione, ma sempre con la consapevolezza che l’autonomia economica passa anche dalla gestione diretta delle risorse da parte della regione.”

Emile Chanoux, quale pensiero vorrebbe lasciare ai giovani valdostani di oggi, che vivono una realtà molto diversa dalla sua, ma che continuano a confrontarsi con le sfide dell’autonomia e della libertà?

“Ai giovani valdostani vorrei dire che l’autonomia non è un diritto acquisito per sempre, ma una conquista che va difesa ogni giorno. La libertà e l’indipendenza non sono mai scontate, e il futuro della Val d’Aosta dipende dalle scelte che farete. Siate consapevoli della vostra storia, delle battaglie che sono state fatte per permettervi di vivere in una regione autonoma, e non permettete che il valore dell’autonomia venga svenduto per motivi di opportunismo o per la ricerca di facili compromessi. La vostra voce è importante: fate sentire il vostro impegno per la libertà e l’autonomia della nostra valle.”





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