Secondo indiscrezioni giornalistiche il piano avrebbe subito un’accelerazione dopo l’incontro tra la premier Giorgia Meloni e il presidente designato degli USA Donald Trump. Preoccupate le opposizioni. Per Calenda affidare il contratto all’ex startupper sudafricano significa concedere «Pezzi della nostra sicurezza in mano a un pazzo sempre più fuori controllo»
Secondo Bloomberg, l’ultimo incontro tra la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni e il presidente eletto americano, Donald Trump, non avrebbe avuto come ragion d’essere il tema dell’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, al centro di una contesa internazionale arrivata a lambire anche gli USA per via di un ingegnere iraniano arrestato nel nostro Paese che l’Iran vorrebbe scambiare con la nostra connazionale ma che Washington vorrebbe invece processare.
Per l’agenzia di stampa, l’ultimo rendez-vous tra Trump e Meloni sarebbe anche servito ad accelerare l’affaire Space X di Elon Musk: un contratto di 5 anni che prevede la fornitura al governo di servizi di telecomunicazione sicuri dal valore di 1,5 miliardi di euro. Il progetto, viene riportato da indiscrezioni giornalistiche, prevede un sistema criptato di massimo livello per le reti telefoniche e i servizi internet del governo, le comunicazioni militari e i servizi satellitari per le emergenze.
Dietro l’incontro ci sarebbe anche lo zampino, si vocifera negli ambienti di Palazzo, di Andrea Stroppa, il referente italiano di Elon Musk, che poco prima dell’incontro su X aveva pubblicato con Grok, l’AI proprietaria dell’egoarca sudafricano, una immagine che ritraeva l’attuale inquilina di Palazzo Chigi e il CEO di Tesla assieme vestiti da antichi romani (e The Donald negli aurei panni di un imperatore).
A chi non piace l’amicizia tra Giorgia Meloni ed Elon Musk
L’amicizia tra Giorgia Meloni ed Elon Musk (sulla quale la stessa premier era tornata pochi giorni fa nell’intervista rilasciata al Corsera: «è un genio dipinto come un mostro») è già stata fonte di numerose polemiche politiche nel nostro Paese: affidare per via diretta e senza bandi un settore strategico e delicato come quello delle telecomunicazioni per le nostre forze armate a una delle aziende dell’uomo più ricco del mondo con ogni probabilità rinfocolerà ulteriormente il dibattito sul tema. L’accordo, spiega Bloomberg, sarebbe stato contrastato anche da alcuni funzionari dell’amministrazione italiana preoccupati per l’impatto sugli operatori locali di Tlc, ma è stato approvato dai servizi di Intelligence di Roma e dal ministero della Difesa italiano.
A livello politico, tra le voci più critiche si regista quella del leader d’Azione ed ex ministro allo Sviluppo economico (l’odierno MIMIT) Carlo Calenda: «Penso tutto il peggio possibile di Donald Trump e di quel circo Barnum che si tiene a Mar a lago, con tanto di documentari complottisti proiettati. Trovo – ha aggiunto il senatore – estremamente pericoloso siglare contratti con Starlink mettendo pezzi della nostra sicurezza in mano a un pazzo sempre più fuori controllo, che si intromette puntualmente e violentemente nelle questioni europee di politica interna. C’è un ruolo di ponte che il Governo italiano può svolgere tra USA e UE, a patto che non dimentichi la sua appartenenza all’Europa».
Per il vicepresidente dei senatori del Pd Antonio Nicita: «Tutto questo appare gravissimo: regali di soldi pubblici su un settore molto competitivo in Italia e per applicazioni sensibili per la sicurezza a un soggetto come Musk, legato alla nuova amministrazione Trump e campione della nuova destra internazionale anti-europea. Il PD – ricorda l’avversario di Giorgia Meloni – ha già denunciato da tempo il rischio di regali a Musk e chiede nuovamente di riferire immediatamente alle Camere. Agiremo in ogni sede per tutelare gli investimenti e i finanziamenti pubblici, la concorrenzialità nel mercato telco, la cybersicurezza, la sovranità digitale dei dati. L’Italia non è in svendita e non regala fondi pubblici ai miliardari amici della nuova internazionale di destra. Altro che sovranismo – conclude -, questo è schiavismo verso il potente di turno con i soldi degli italiani».
Le opzioni scartate da Roma
L’Italia comunque prima di designare l’azienda di Musk avrebbe sondato altre realtà, come per esempio Iris, la società satellitare europea, ma anche l’ipotesi di realizzare una costellazione satellitare propria. Secondo gli esperti entrambe le soluzioni sarebbero state di gran lunga più costose, presentando conti per oltre 10 miliardi di euro. Il piano con SpaceX comprende servizi di telecomunicazione per le forze armate italiane nell’area del Mediterraneo, come anche sistemi satellitari per affrontare casi di emergenza come attacchi terroristici o disastri naturali.
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