Da Scampia a Palermo, così sarà esportato il «modello Caivano»

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Bisogna riavvolgere il nastro all’ultimo giorno di agosto del 2023: quando Giorgia Meloni, in visita ufficiale a Caivano con tre ministri, annunciò come il progetto di riqualificazione del parco Verde sarebbe diventato un modello per altre periferie disagiate del Paese. Qualcuno, a dir la verità, allora rimase un po’ scettico sui tempi di quel progetto (nato dopo lo sdegno per le violenze di un branco contro due ragazzine) ma anche sul fatto che addirittura si potesse replicare.

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E invece, chapeau, dopo esattamente 16 mesi, che è un tempo brevissimo in un Paese come il nostro dove le lungaggini pubbliche sono bibliche, ecco il decreto legge che individua, richiamando nel testo il modello Caivano, 7 periferie su cui opererà, con poteri speciali, la struttura commissariale guidata da Fabio Ciciliano.

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Le aree individuate sono Rozzano in Lombardia, il quartiere Alessandrino-Quarticciolo di Roma, Scampia-Secondigliano a Napoli, Orta Nova (Foggia), Rosarno-San Ferdinando (Reggio Calabria), il quartiere San Cristoforo di Catania e il quartiere palermitano di Borgo Nuovo. Nel complesso, sono stati stanziati 180 milioni da utilizzare in tre anni, con un piano che dovrà essere definito entro due mesi dal commissario straordinario. Per il supporto tecnico-operativo, invece spazio a Invitalia ed alla società Sport e Salute. Lo stanziamento prevede 100 milioni di euro entro il 2025, cinquanta per il 2026 e trenta per il 2027.

Con l’estensione di questo modello, il governo punta così a migliorare le condizioni di vita in alcune delle aree più difficili del Paese. E gli interventi non si limiteranno alla sicurezza, ma si concentreranno sulla promozione dell’integrazione sociale e sul rafforzamento del tessuto economico e culturale locale. Grazie ai poteri commissariali e alle procedure in deroga, si accelererà la messa a disposizione di spazi per attività sociali e culturali. L’obiettivo è replicare su scala nazionale i risultati positivi già ottenuti, dimostrando come rigenerare il tessuto sociale delle periferie è possibile con una strategia mirata e coordinata.

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A Caivano, tanto per citare qualche esempio, è stato inaugurato un polo universitario con corsi di laurea in Scienze Motorie e Scienze Infermieristiche, laboratori di restauro artistico e progetti per la messa in sicurezza di opere d’arte. Senza contare l’invio di più prof nelle scuole e più impiegati per il Municipio. Ma tra i progetti simbolo spicca la riqualificazione dell’ex centro sportivo Delphinia, luogo degli abusi, trasformato in pochi mesi in un moderno impianto a servizio della comunità.

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Sul fronte della sicurezza, invece, le operazioni «ad alto impatto» su Caivano hanno portato a un calo medio del 20 per cento dei reati, con punte del 40 per quelli legati a droga e rapine.

LE AREE

Sette realtà, dalla Lombardia alla Sicilia, che soffrono ma per problemi diversi. Da Rozzano, paese a Sud di Milano, dove c’è la più alta percentuale di residenti in case di edilizia pubblica. Degrado, spaccio, migliaia di immigrati in pieno centro di questa cittadina passata, negli anni ‘70, da 3mila a 40mila abitanti. Diversa, invece, la situazione nel capoluogo calabrese dove da anni insiste una tendopoli (senza alcun tipo di servizi) che lambisce il porto di Gioia Tauro e il comune di Rosarno: qui trovano accoglienza sino a 3mila migranti impiegati nell’agricoltura. E poi le “classiche” periferie, fatte di palazzoni, dal Lazio alla Sicilia, senza servizi e dove alberga degrado e criminalità.

Altre sette «Caivano», nel senso di parco Verde, con problematiche a volte simili, a volte diverse che il commissario dovrà affrontare e risolvere grazie ai poteri che gli sono stati affidati. Dal 30 dicembre proprio Ciciliano (che guida anche la Protezione civile) ha visitato tutte le realtà, ha parlato con i primi cittadini (in due casi i comuni sono retti da un commissario) per farsi un giro di orizzonte e capire le criticità da affrontare.

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Per risolvere i poteri che constano, in sintesi, di deroghe «a ogni disposizione di legge diversa da quella penale». Significa avere una struttura che abbia il compito di aiutare i primi cittadini a superare non solo le pastoie burocratiche ma anche aiutarli nella messa a nuovo e nella successiva gestione delle strutture a servizio dei cittadini. Per capirci a Rosarno c’è la richiesta di rimettere in piedi l’auditorium mentre a Palermo di riaprire palestra e piscina e restituirle ai cittadini. Serve non solo trovare e individuare le ditte ma anche fare in modo che questi luoghi, una volta riaperti e restituiti alla collettività, rimangano fruibili per gli anni a venire. Un lavoro enorme se pensiamo che il commissario, dopo Caivano, avrà a che fare con 7 realtà non facili. Per questo è previsto che nomini 6 sub-commissari che lo possano coadiuvare. Ma in generale, trapela, l’intera struttura sarà snella, non più di 40 persone, e divisa in due aree: Nord e Sud.

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Con compiti non facili. Anzitutto individuare i progetti da portare avanti con i sindaci dei comuni e rapportarsi con prefetture e forze di polizia per le necessarie operazioni di ripristino della legalità. Per quel che riguarda i fondi, infine, la struttura commissariale non solo porta in dotazione i 180 milioni (in tre anni) stabiliti nel decreto ma può attingere da ulteriori fondi Ue magari incagliati nelle realtà locali. E, in caso di iter burocratici che si sono incagliati, agire in deroga. A cominciare da eventuali cambi di destinazione d’uso per immobili che potrebbero evitare di passare per giunte e consigli comunali. Ma sempre con la massima condivisione, ha già chiarito Ciciliano ai sindaci che ha incontrato.

Infine il potere della contabilità speciale della struttura commissariale. Spesso, infatti, le gare pubbliche vanno deserte poiché molte ditte giudicano non convenienti i pagamenti dopo diversi mesi da parte dei Municipi. La struttura commissariale invece paga nel giro di qualche giorno e questo permette di selezionare al meglio le ditte. Puntando su quelle locali. Insomma il modello è creare un circuito virtuoso che riqualifichi in maniera duratura queste periferie. Per questo, è la mission generale della struttura commissariale, gli interventi si concentreranno sulla riqualificazione infrastrutturale, il recupero di immobili pubblici per scopi sociali e il miglioramento della sicurezza. Particolare attenzione sarà data alla concessione di spazi a enti del terzo settore per iniziative culturali, sportive, sociosanitarie e di formazione.





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