Turisti a Napoli ponte Epifania: «B&B, subito i controlli»

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Il turismo a Napoli regge e continua a tenere flussi molto importanti ma va, per così dire, “normalizzandosi”. Sia nei numeri che nella gestione delle strutture ricettive. Per quanto riguarda i dati sulle presenze, i numeri restano molto rilevanti sebbene in lieve, e fisiologica, flessione rispetto al 2023. E anche se le camere d’albergo non sono piene, la città vivrà nel ponte della Befana l’ultima ondata di visitatori di un Natale comunque dai numeri importanti.

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E le previsioni per il 2025, con il Giubileo e i 2500 anni di Napoli, restano più che ottimistiche con un nuovo e importante aumento di turisti. Ma la normalizzazione è anche nella gestione delle strutture ricettive. In particolare sono già partiti, e continueranno ancora, i primi controlli alle strutture extralberghiere (affittacamere e case vacanze) che non risultano in regola con le più stringenti normative messe in campo dal Governo nazionale. E non sono poche strutture: parliamo di quasi una su tre di quelle che fino ad ora hanno operato in città.

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I numeri 

Partiamo dai dati sull’afflusso turistico. L’intero periodo di Natale, vale a dire dal 21 dicembre al 6 gennaio, ha visto arrivare in città 380mila persone. Per ogni napoletano (circa 930mila i residenti in città) in queste feste di Natale ci sono stati due turisti e mezzo. Non certo pochi. Il boom si è registrato per Capodanno: 160mila visitatori tra il 28 dicembre e il 2 gennaio. Poco meno di 100mila (95mila) sono stati a Napoli per Natale, tra il 24 e il 26. Importanti anche i numeri dell’Epifania: 125mila persone da ieri fino al 6 gennaio. Eppure, nonostante le presenze importanti, gli alberghi non sono pieni. Secondi i dati di Federalberghi, infatti, l’occupazione camere, sfiora il 70% il 4 gennaio, e raggiunge a stento il 50% la notte prima dell’Epifania, con una riduzione di oltre il 10% rispetto allo stesso periodo del 2024. «La folla in strada non sia rappresentativa del turismo in città. Ci sono molti escursionisti. Persone che vengono a Napoli per trascorrere una giornata e poi tornare a casa», l’analisi dell’associazione degli albergatori napoletani.

L’appello 

Il leader degli albergatori napoletani Salvatore Naldi, proprio in quest’ottica, rivolge un appello alle istituzioni per sviluppare una sinergia pubblico-privato che renda il turismo napoletano più “ricco”: «È fondamentale migliorare la collaborazione fra Pubblica Amministrazione e imprenditori che sono pronti ad investire sul territorio. Ci sono realtà come la Mostra d’Oltremare che potrebbero, attraverso la cura dei grandi spazi a disposizione e una programmazione di qualità, contribuire all’incremento del comparto congressuale, se solo fosse possibile una co-gestione pubblico-privata. Esistono tante realtà come le Terme di Agnano, la zona dell’ex Nato o dei ruderi del Palazzetto dello Sport che avrebbero bisogno di capitali per attirare eventi internazionali e riqualificare intere zone. Ridurre la burocrazia – chiosa Naldi – e agevolare gli investimenti rappresenterebbe un buon punto di partenza per questo inizio di 2025».

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I controlli 

Ma a proposito di normalizzazione, arriva la stretta sul comparto extralberghiero. Dall’inizio del nuovo anno è diventato obbligatorio a livello nazionale, per B&B e affittacamere, avere il cosiddetto Cin (codice identificativo nazionale), uno strumento per combattere l’abusivismo e per fermare le strutture che non hanno i requisiti per poter effettuare attività ricettiva. Ebbene, a Napoli sono molte le richieste che sono state bocciate: quasi una su tre. Le attività che si sono rivolte al Comune per richiedere il Cusr (il documento rilasciato dal Municipio con cui è possibile ottenere il Cin) sono quasi circa 10.750. Di queste 8.265 hanno ottenuto l’ok, mentre circa 2.500 si sono viste rifiutare la richiesta. Tra questi pochi sono i “Bed and breakfast”. In maggioranza si tratta di case vacanza e formule di affitti brevi. E sono già scattati i controlli sulle strutture che continuano ad operare senza autorizzazione: la polizia locale è già intervenuta su tre strutture ricettive.

Le sanzioni previste vanno da 800 a euro 8mila euro. Ma si può arrivare anche alla chiusura se non ci sono le condizioni per effettuare l’attività ricettiva. Cgil e Udu, tra gli altri, da tempo stanno chiedendo interventi contro il boom di attività extralberghiere e per il diritto alla casa: «Chiediamo che il Comune metta in campo azioni decise per il contrasto alla turistificazione in difesa dei suoi abitanti. La città è al centro di una vera e propria speculazione che colpisce le fasce deboli della popolazione e gli studenti universitari, sottraendo spazi all’abitare e impoverendo il tessuto sociale del centro storico», dicono Raffaele Paudice, della segretaria Cgil Napoli, e Paolo Barbera di Udu Napoli.





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