I costi umani del cambiamento climatico – Brescia Anticapitalista

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


a cura di Climate&Capitalism*

Nonostante le speranze suscitate dall’Accordo di Parigi del 2015, il mondo è ora pericolosamente vicino al superamento dell’obiettivo di limitare il riscaldamento medio globale pluriennale a 1,5°C.
Nel 2023 la temperatura media annuale della superficie ha raggiunto il record di 1,45°C al di sopra del valore di riferimento preindustriale, e per tutto il 2024 sono stati registrati nuovi picchi di temperatura. Gli estremi climatici che ne derivano sono sempre più spesso causa di perdite di vite umane e di mezzi di sussistenza in tutto il mondo.
Al fine di monitorare gli impatti sulla salute e le opportunità conseguenti alla risposta globale a questo storico accordo, nello stesso anno è stato istituito il Lancet Countdown, un monitoraggio dei progressi in materia di salute e cambiamenti climatici, sostenuto da un finanziamento di Wellcome
 (una fondazione benefica globale). Questa collaborazione riunisce oltre trecento ricercatori multidisciplinari e professionisti della salute di tutto il mondo, che ogni anno fanno il punto sull’evoluzione del rapporto tra salute e cambiamenti climatici a livello globale, regionale e nazionale.
Il 2024 Lancet Countdown report on health and climate change
, che si avvale dell’esperienza di 122 ricercatori di spicco, provenienti da agenzie delle Nazioni Unite e istituzioni accademiche di tutto il mondo, ha rivelato i risultati più preoccupanti da quando è stato istituito il monitoraggio.

********************************

Conto e carta

difficile da pignorare

 

I dati del rapporto di quest’anno dimostrano che le persone di tutto il mondo stanno affrontando livelli di minaccia record al loro benessere, alla loro salute e alla loro sopravvivenza, a causa del rapido cambiamento climatico. Dei quindici indicatori che monitorano i rischi, le esposizioni, e gli impatti sulla salute legati al cambiamento climatico, ben dieci hanno raggiunto nuovi preoccupanti livelli nell’ultimo anno.

Tra le persone di età superiore ai 65 anni, la mortalità dovuta all’aumento del calore è aumentata del 167% rispetto agli anni novanta del secolo scorso: 102 punti percentuali in più rispetto al 65% che ci si sarebbe aspettati in assenza di questo aumento della temperatura.

L’esposizione al calore incide sempre di più anche sull’attività fisica e sulla qualità del sonno, che a sua volta incide sulla salute fisica e mentale. Nel 2023, il rischio di stress da calore per le persone che svolgono attività fisica all’aperto è aumentato del 27,7% di ore in più rispetto alla media degli anni ’90. Questo ha inoltre portato, sempre nel 2023, a un aumento del 6% di ore di sonno perse, rispetto alla media del periodo 1986-2005.

In tutto il mondo le popolazioni sono sempre più a rischio di eventi meteorologici estremi e pericolosi per la loro vita. Tra il 1961-1990 e il 2014-2023, il numero di giorni di precipitazioni estreme è aumentato del 61% su tutta la superficie globale, e di conseguenza è aumentato il rischio di inondazioni, di diffusione di malattie infettive e di contaminazione delle acque. Contemporaneamente, il 48% della superficie globale è stato colpito da almeno un mese di siccità estrema nel 2023.

A sua volta, dal 1981 al 2010 – nei 124 paesi presi in considerazione nel 2022 – l’aumento degli eventi di siccità e ondate di calore ha coinvolto 151 milioni di persone in più,  che hanno vissuto un’insicurezza alimentare (moderata o grave),  con il valore più alto mai registrato.

Le condizioni climatiche, sempre più calde e secche, favoriscono il verificarsi di tempeste di sabbia e polvere. Questo fenomeno meteo-ambientale ha contribuito ad aumentare del 31%, tra il periodo 2003-2007 e il 2018-2022, il numero di persone esposte a concentrazioni pericilosamente elevate di particolato fine.

Nel frattempo, il cambiamento delle modalità di precipitazione e l’aumento delle temperature favoriscono la trasmissione di malattie infettive mortali come la dengue, la malaria, le malattie legate al virus del Nilo occidentale e la vibriosi, mettendo le persone a rischio di trasmissione di malattie infettive, in luoghi precedentemente non interessati.

Oltre a questi impatti, i cambiamenti climatici stanno influenzando le condizioni sociali ed economiche da cui dipendono la salute e il benessere. Le perdite economiche medie annue, dovute a eventi estremi legati al clima, sono aumentate del 23% dal 2010-2014 al 2019-2023, raggiungendo i 227 miliardi di dollari (un valore superiore al PIL di circa il 60% delle economie mondiali).

Finanziamo agevolati

Contributi per le imprese

 

Sebbene il 60,5% delle perdite nei paesi ad altissimo indice di sviluppo umano (HDI – Human Development Index) sia stato coperto dalle assicurazioni, la stragrande maggioranza delle perdite avute nei paesi con livelli di HDI più bassi non era coperta da assicurazioni, e per questo le comunità locali hanno subìto il peso di gravi perdite sia fisiche che economiche.

Le condizioni meteorologiche estreme e gli impatti sulla salute legati ai cambiamenti climatici stanno influenzando anche la produttività del lavoro, con l’esposizione al calore che porterà a una presumibile perdita record di 512 miliardi di ore di lavoro nel 2023, per un presumibile valore di 835 miliardi di dollari di perdite di reddito. I paesi a basso e medio indice di sviluppo umano sono stati i più colpiti da queste perdite, che sono pari, rispettivamente al 7,6% e al 4,4% del loro PIL.

Gli impatti economici sulle comunità più svantaggiate e più colpite, ridurranno ulteriormente la loro capacità di affrontare e recuperare i crescenti mutamenti climatici, amplificando così le disuguaglianze globali.

I molteplici rischi evidenziati da singoli indicatori potranno avere impatti simultanei e a cascata sui sistemi umani complessi e interconnessi che riguardano la salute, minacciando gravemente la salute e la sopravvivenza delle persone, ad ogni frazione di grado di aumento della temperatura media globale.

Nonostante anni di monitoraggio abbiano evidenziato le incombenti minacce alla salute dovute all’inattività nei confronti degli eventi climatici, i rischi per la salute delle persone sono stati aggravati da anni di ritardo all’adattamento, che le hanno lasciate indifese davanti alle crescenti minacce. Nel 2023, solo il 68% dei paesi ha dichiarato un’incremento (da alta a molto alta) delle capacità di gestione delle emergenze sanitarie previste dalla legge, di cui solo l’11% è costituito da paesi con un basso indice di sviluppo.

Inoltre, solo il 35% dei paesi ha dichiarato di disporre di sistemi di allerta sanitaria per malattie legate all’aumento del calore, mentre solo il 10% dei paesi li dispone per aggravamento di condizioni mentali e psicosociali. Il 50% delle città che hanno dichiarato di non avere in programma di intraprendere valutazioni dei rischi legati ai cambiamenti climatici e alla salute, riconoscono che la scarsità di risorse finanziarie sia un fondamentale ostacolo all’adattamento.

In effetti, i progetti di adattamento con potenziali benefici per la salute rappresentano solo il 27% di tutti i finanziamenti del Green Climate Fund per il 2023, nonostante ci sia stato, dal 2021, un aumento dei finanziamenti del 137%. Con una copertura sanitaria universale ancora non raggiunta nella maggior parte dei paesi, è necessario un sostegno finanziario per rafforzare i sistemi sanitari e garantire che possano proteggere le persone dai crescenti rischi per la salute legati ai cambiamenti climatici.

Conto e carta

difficile da pignorare

 

L’ineguale distribuzione delle risorse finanziarie e delle capacità tecniche lascia le popolazioni più vulnerabili ulteriormente prive di protezione dai crescenti rischi per la salute.

Alimentare il fuoco

Oltre a mettere in luce l’inadeguatezza degli sforzi di adattamento compiuti finora, il rapporto di quest’anno rivela un mondo che si sta allontanando dall’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura a 1,5°C, con nuovi record rilevati in tutti gli indicatori che monitorano le emissioni di gas serra e le condizioni che le rendono possibili.

Lungi dal diminuire, nel 2023 le emissioni globali di CO2 legate all’energia hanno raggiunto un massimo storico. Le compagnie petrolifere e del gas – grazie agli alti prezzi dell’energia ed agli inaspettati profitti dovuti alla crisi energetica globale – stanno rafforzando la dipendenza globale dai combustibili fossili, e la maggior parte di loro sta ulteriormente ampliando i piani di produzione di combustibili fossili.

A marzo 2024, le 114 maggiori compagnie petrolifere e del gas erano sulla buona strada per aumentare le emissioni di CO2 che permetteranno di superare 1,5°C di riscaldamento nel 2040. Le probabilità sono aumentate del 189%, rispetto al 173% stimato nel 2023. Di conseguenza, le loro strategie stanno allontanando ulteriormente il mondo dal raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi, minacciando ulteriormente la salute e la sopravvivenza delle persone.

Sebbene le energie rinnovabili possano fornire energia a luoghi remoti, la loro adozione è in ritardo, soprattutto nei paesi più vulnerabili. Le conseguenze di questo ritardo rispecchiano gli impatti umani di una ingiusta transizione.

A livello globale, 745 milioni di persone non hanno ancora accesso all’elettricità e subiscono i danni della “povertà energetica” sulla loro salute e sul loro benessere. La combustione di biomasse inquinanti (ad esempio, legno o letame) rappresenta ancora il 92% dell’energia domestica delle persone nei paesi a basso indice di sviluppo umano. In questi paesi solo il 2,3% dell’elettricità proviene da fonti rinnovabili pulite, rispetto all’11,6% dei paesi con un indice di sviluppo umano molto alto.

Sconto crediti fiscali

Finanziamenti e contributi

 

Solo nel 2021, la persistente combustione di combustibili fossili e biomasse ha causato almeno 3,33 milioni di morti per inquinamento atmosferico esterno da particolato fine (PM 2,5) a livello globale, mentre nel 2020, nei 65 paesi analizzati, l’uso domestico di combustibili solidi “sporchi” (legna da ardere, carbone, sterco, rifiuti agricoli) ha causato 2,3 milioni di morti per inquinamento atmosferico interno.

Oltre alla crescita delle emissioni di gas serra dovute al consumo di energia, tra il 2016 e il 2022 sono andati persi quasi 182 milioni di ettari di foreste, riducendo la capacità naturale del mondo di catturare la CO2 atmosferica.

Contemporaneamente, il consumo di carne rossa e prodotti lattiero-caseari, che nel 2021 ha contribuito a 11,2 milioni di morti attribuibili a diete non salutari, ha portato a un aumento del 2,9% delle emissioni agricole di gas serra dal 2016.

Anche gli stessi sistemi sanitari, pur essendo essenziali per proteggere la salute delle persone, stanno contribuendo sempre più al problema. Le emissioni di gas serra prodotte dall’assistenza sanitaria sono aumentate del 36% dal 2016, rendendo i sistemi sanitari sempre più impreparati a operare in un futuro a emissioni nette zero. Questo allontana ulteriormente l’assistenza sanitaria dal suo principio guida di “non nuocere”.

Il crescente accumulo di gas serra nell’atmosfera sta spingendo il mondo verso un futuro di rischi sanitari sempre più pericolosi e riduce le possibilità di sopravvivenza delle persone vulnerabili in tutto il mondo.

*articolo apparso su Climate&Capitalism  il 10 dicembre 2024. La traduzione è stata curata da Alessandro Cocuzza per il sito https://antropocene.org/

Microcredito

per le aziende

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link