Infrastrutture
La vicepresidente regionale sul piano d’investimenti di Autobrennero, con 200 milioni per infrastrutture nel Veronese: «La Nogarole Rocca-San Bonifacio vero passante per la città». Pasini: «Rivedremo i progetti. E quel denaro non andrà al traforo»
Rendering della terza corsia nel tratto della A22 all’intersezione con la A1, a Modena
Rendering della terza corsia nel tratto della A22 all’intersezione con la A1, a Modena
Altolà dalla Regione. Individuare i punti più critici della la viabilità nel Veronese. Ideare e progettare le infrastrutture necessarie per scioglierli, determinando le priorità, i costi e le richieste di finanziamenti. «Ma si deve sapere prima chi aggiungerà i soldi a quelli che Autostrada del Brennero cofinanzierà, altrimenti come sempre A22 mette a disposizione del territorio veronese fondi che restano lì, non spesi, perché non si decide come usarli».
Non usa mezze misure Elisa De Berti, vicepresidente della Regione e assessore ai trasporti e alle infrastrutture, sui duecento milioni che Autostrada del Brennero – qualora si aggiudichi il rinnovo della concessione cinquantennale della A22 Brennero-Modena, appena messa a bando dal Governo e con diritto di prelazione per Autobrennero – destinerebbe a infrastrutture legate all’asse autostradale nel Veronese. Nell’ambito del Piano di investimenti di 9,2 miliardi. Il Piano, approvato dal ministero delle infrastrutture e trasporti, è stato presentato a Salorno (Bolzano) alla presenza dei vertici delle varie realtà territoriali coinvolte tra le Regioni Trentino Alto Adige, Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna.
I settori
Le spese riguardano dieci ambiti e quelli principali le terze corsie: quella tra Verona e l’innesto con la A1, da 1,1 miliardi, e quella dinamica fra Bolzano e Verona, in nove lotti per totali 2,2 miliardi. Poi il rifacimento dei sovrappassi – oltre 486 milioni – l’installazione di barriere fonoassorbenti con un miglioramento tra i 9 e 15 decibel, quasi 570 milioni, la costruzione, il rifacimento, il completamento o l’adeguamento delle stazioni autostradali e dei centri per la sicurezza, per 284. Il progetto include la costruzione e l’ampliamento di parcheggi e autoparchi, per 66 milioni, e la sistemazione delle aree di servizio, per 430. In mobilità sostenibile investimenti per 605. Infine, per la manutenzione straordinaria sulle infrastrutture e alla stabilizzazione dei versanti previsti rispettivamente 1,4 miliardi e 250 milioni. A questi vanno aggiunti 820 milioni del fondo destinato ad ammodernare l’asse ferroviario del Brennero, anche remunerati in tariffa.
Le priorità per i territori
I principali destinatari degli interventi saranno le Province di Bolzano e Trento e la Regione Emilia Romagna – 300 milioni ciascuna – la Province di Verona con 200, di Mantova con 110, di Modena con 60, di Reggio Emilia con 30. «Attenzione, però», ribadisce De Berti. «Il Comune di Verona e la Provincia avevano già inviato ad A22 un elenco di opere viabilistiche con richiesta di cofinanziamenti, per un importo di quasi 450 milioni, ma A22 ne darebbe duecento: quindi bisogna che gli enti locali, liberi da preconcetti, campanilismi e aspetti elettoralistici, decidano insieme cosa è meglio per i territori, ottengano i soldi e li spendano». Come riportato da L’Arena, le opere che nel 2022 il Comune e la Provincia avevano chiesto ad A22 di finanziare e cofinanziare sono la nuova strada Mediana da Nogarole Rocca a San Bonifacio. Il nuovo ingresso al Quadrante Europa, il completamento della connessione da Verona al casello di Verona nord. Quest’ultima in due tranche: la sistemazione della strada statale 12-strada di gronda ovest, la seconda il “traforino” delle Torricelle, da Poiano a Ca’ di Cozzi, da 120 milioni. Poi il ponte in Valdadige, il collegamento tangenziale sud di Verona-aeroporto e regionale 12 Postumia. E ora è spuntato anche un nuovo casello a Peri, in val d’Adige, e c’era quello per il Catullo o per Vigasio.
Priorità comunque da rivedere, ha detto il sindaco Damiano Tommasi. D’accordo anche il presidente della Provincia Flavio Pasini, sindaco di Nogara. E ricordiamo che Comune di Verona, Provincia e Camera di Commercio sono soci di AutoBrennero. «Intanto bisogna ottenere il rinnovo della concessione di A22», dice, «poi l’accordo sulle opere con A22 andrà rivisto, perché avevamo calcolato lavori per 400 milioni e A22 ne stanzierà 200».
Le scelte
De Berti invita a individuare le criticità vere, anche alla luce del preliminare del Pat del Comune di Verona che prevede il traforino Valpantena-Ca’ di Cozzi, il prolungamento della 434 fino a Basso Acquar e la bretellina a sud-est fino a San Michele. «Mi soffermo però sulle opere chieste a suo tempo ad A22, come la Mediana da San Bonifacio a Oppeano a Nogarole Rocca. Ora: sarà a una corsia per senso di marcia, e gratuita, o un collegamento autostradale, quindi a pagamento? Bisogna decidere. E anche se questa opera possa diventare un prolungamento della 434 Transpolesana, che ritengo invece difficile possa arrivare fino alla città, perché scaricherebbe ulteriore traffico». La Mediana sarebbe così «un passante basso» rispetto alla città. I costi? Prima del Covid si parlava di 400 milioni, per la Mediana, ma ora si potrebbe arrivare al doppio. Quindi propongo che Comune di Verona, Provincia, Regione, Anas, Ministero, A22, A4, decidano insieme come finanziare quest’opera».
La Regione sta elaborando uno studio per migliorare l’accessibilità alle città di Verona e Padova, puntando a potenziare la rete ferroviaria. «Fra qualche mese avremo i risultati, e dopo anche in questo caso gli enti locali dovranno decidere insieme le priorità e come avere i fondi», conclude la De Berti.
E sul traforo, che pensa? «Devo ancora capire se lo si intende tra Valpantena e inizio Valpolicella o tra quartieri urbano». Di certo, secondo il presidente della Provincia Pasini, quei trenta milioni circa che AutoBrennero finanziò «non potranno essere usati per il traforo, perché sono soldi che vanno al territorio provinciale». Le… strade sono ancora lunghe.
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