Ue, settore manifatturiero in recessione a causa dell’incertezza politica francese e della crisi economica tedesca

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L’incertezza politica francese e la Germania immersa nella sua più grande crisi economica nella storia del dopoguerra non aiutano le performance del settore manifatturiero nazionale ed europeo. Quest’ultimo anche a causa dell’Italia che, nonostante sia messa meglio di Francia e Germania, continua a rimanere in zona contrazione a partire da aprile 2024.

E dunque, secondo l’indagine Hcob Pmi- S&P global Germania, Francia e Italia sono Paesi bloccati in una recessione industriale. Il report ha infatti evidenziato come anche a dicembre 2024 le condizioni nel settore manifatturiero dell’Eurozona si siano ulteriormente deteriorate. L’anno si è infatti concluso con un’accelerazione della contrazione sia dei nuovi ordini che della produzione. L’indice Pmi manifatturiero a dicembre 2024 è sceso a 45,1 punti, rispetto ai 45,2 punti della stima preliminare e del consensus. L’indicatore dello stato di salute del settore manifatturiero si conferma però ancora al di sotto della soglia dei 50 punti, che fa da spartiacque fra recessione ed espansione.

All’interno dell’eurozona, l’unica eccezione è la Spagna dove il manifatturiero continua a crescere notevolmente. Questo è infatti salito a 53,3 punti a dicembre 2024 da 53,1 del mese precedente. Dato in crescita per l’undicesimo mese consecutivo. Spagna che è riuscita a superare meglio la crisi del manifatturiero grazie alla riduzione dei costi energetici. Tuttavia, questa nazione, che rappresenta solo il 12% circa del Pil dell’eurozona, non sarà in grado di risollevare l’intera economia del blocco da sola, se Francia, Germania e Italia continuano a rimanere bloccate.

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Italia: manifattura in ripresa ma resta in contrazione

A fine anno, il settore manifatturiero italiano si conferma in una situazione difficile, continuando a lottare con la debolezza della domanda da parte dell’Eurozona, gli elevati costi dell’energia e i grossi problemi nel settore automobilistico, dove il calo della produzione è particolarmente pronunciato. Sebbene il valore dell’indice HCOB Pmi sia leggermente aumentato, nell’ultimo mese dell’anno è rimasto in zona contrazione, dove si trova a partire da aprile 2024. A dicembre non ci sono stati infatti rilevanti cambiamenti per quanto riguarda la produzione e la domanda. La situazione rimane dunque simile a quella dei mesi precedenti, con continui cali di nuovi ordini sia dai mercati nazionali che da quelli esteri. La produzione è ulteriormente calata e questa debolezza generale nel settore manifatturiero sta colpendo anche la forza lavoro. Questo quadro ha inevitabilmente avuto ripercussioni sulle percezioni che gli italiani hanno per il 2025. Secondo l’ultima ricerca pubblicata da Legacoop-Ipsos, il 76% degli italiani è preoccupato per l’evoluzione della situazione economica della propria famiglia e il 48% contempla la possibilità di dover svolgere lavori precari.

Francia, produzione industriale in balia dell’incertezza politica

Il calo maggiore è stato quello della Francia, che ha visto il suo Pmi manifatturiero scendere al livello più basso da maggio 2020. L’indice termina infatti il 2024 a 41,9 punti (43,1 a novembre). “La crisi industriale francese si aggrava. Se si esclude la pandemia, la produzione del settore sta calando al ritmo più rapido dal 2009. Il debito pubblico rimane un problema significativo, esacerbato dall’instabilità politica del Paese. Il presidente Emmanuel Macron non è ancora riuscito a creare un governo forte in grado di prendere le misure necessarie per affrontare il deficit attraverso un mix di tagli alla spesa e aumenti delle entrate”, commenta un’analista della Hamburg Commercial Bank. “È improbabile che il 2025 sia più facile”, aggiunge. “Le aziende intervistate hanno poche speranze per il nuovo anno. Le aspettative di produzione per i prossimi 12 mesi rimangono negative. Secondo le imprese industriali intervistate, l’incertezza politica interna e la scarsa propensione agli investimenti dei clienti hanno pesato sulla fiducia. Non sorprende quindi che le aziende industriali francesi abbiano effettuato significativi licenziamenti”.

Germania, produzione industriale deludente

Il settore manifatturiero tedesco chiude il 2024 in modo deludente, con un calo della produzione e degli ordini. La conseguenza è che l’indice Germany Manufacturing Pmi a dicembre scende a 42,5 (era 43 a novembre), il livello minimo degli ultimi tre mesi. Nel 2025 la situazione potrebbe non migliorare dato che nelle sue nuove stime per la crescita economica, l’Istituto di ricerca del quotidiano tedesco Handelsblatt prevede che anche nel nuovo anno la Germania dovrà fare i conti con una contrazione dello 0,1 del Pil. “Dopo un calo dello 0,3% nel 2023 e una contrazione dello 0,2 % nell’anno appena concluso, si tratterebbe del terzo calo consecutivo. Non si è mai verificato un periodo di decrescita così lungo nella storia tedesca”, si legge in una nota diffusa dall’Istituto. “L’economia tedesca è nella sua più grande crisi nella storia del dopoguerra. La pandemia, la crisi energetica e l’inflazione hanno reso i tedeschi in media più poveri. Considerato che il potenziale di crescita è sceso a un modesto 0,5 %, non si intravede alcun miglioramento immediato poiché l’economia nazionale si trova all’inizio di una fase di forte invecchiamento. Gli economisti prevedono una minima crescita dello 0,9 % solo a partire dal 2026″, ha dichiarato il capo economista dell’Istituto, Bert Ruerup.

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