Tutti gli scioperi dei mezzi di gennaio a Milano

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Cinque scioperi in 21 giorni. SarĂ  un gennaio caldo, caldissimo quello appena iniziato per i lavoratori dei trasporti e per i pendolari. Dal 10 al 31 gennaio, infatti, a Milano e nel resto d’Italia sono in calendario ben cinque agitazioni, come riporta il portale dedicato del ministero delle infrastrutture e dei trasporti. 

A incrociare le braccia saranno i ferrovieri, i lavoratori degli aeroporti e i dipendenti delle aziende di trasporto pubblico locale.  

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Gli scioperi tra il 9 e il 10 gennaio 

Si parte tra il 9 e il 10 gennaio, quando sono stati annunciati due scioperi. Prevista, infatti, la prima mobilitazione del mese per il settore ferroviario con il coinvolgimento del personale addetto alla manutenzione delle infrastrutture di Rfi. L’agitazione è stata proclamata dall’assemblea nazionale lavoratori manutenzione infrastruttura Rfi e dai Cobas, con una durata di 24 ore per tutta la giornata del 10. Stesso stop indetto anche da Cub dalle 21 del 9 gennaio fino alle 21 del 10.

Contestualmente, a Milano rischio caos negli scali aeroportuali. Venerdì 10 gennaio, infatti, il personale di Airport Handling degli scali di Linate e Malpensa sciopererà per 24. Nello stesso momento braccia incrociate anche per i dipendenti Sea. In entrambi i casi il personale ha aderito alla sigla sindacale Ost Cub Trasporti. 

Metro, bus e tram Atm a rischio caos

Il 10 arriva il primo sciopero del Tpl, proclamato a livello nazionale da Faisa Confail. Sotto la Madonnina potrebbero non circolare per 4 ore metropolitane, autobus e tram di Atm. La stessa Faisa Confail ha pubblicato una lunga nota per spiegare le ragioni che hanno portato allo sciopero. “Care colleghe e cari colleghi, mentre il costo della vita schizza alle stelle, con bollette insostenibili, spese quotidiane in aumento e una pressione economica sempre piĂ¹ insopportabile, ci troviamo di fronte all’ennesima umiliazione”, spiegano dal sindacato. Nel mirino c’è l’accordo sottoscritto l’11 dicembre scorso da altre sigle, che “è un insulto al nostro lavoro e alla nostra dignitĂ ”. 

“Ecco cosa ci vogliono dare”, ricostruiscono da Faisa Confail. “Un’elemosina una tantum: 500 euro per 16 mesi di arretrati. Sì, avete letto bene: poco piĂ¹ di 31 euro al mese. Ăˆ questo il valore che attribuiscono alla nostra fatica?”. E ancora: “Aumenti ridicoli: 60 euro da marzo 2025 e altri 100 euro da agosto 2026. Tutto questo mentre l’inflazione galoppa e il nostro potere d’acquisto è ormai ridotto all’osso. Per non parlare del fatto che questi aumenti riguardano solo alcune voci della busta paga, lasciando intoccate tante altre competenze”. Critiche anche per l’Edr, l’elemento distinto della retribuzione, una voce della busta paga, definito “sterile e inutile” perchĂ© è di “40 euro al mese, senza alcun impatto sul Tfr o su altre indennitĂ . Una misura vuota, che serve solo a illuderci con numeri che non fanno la differenza”. 

I motivi dello sciopero dei mezzi

“E non è finita qui. La parte normativa del contratto, quella che dovrebbe garantire miglioramenti concreti in termini di sicurezza, riduzione dell’orario di lavoro e formazione, è stata rimandata a data da destinarsi. Basta subire”. Questo accordo non è solo insufficiente: è offensivo. Parlano di ‘modernizzazione’ e ‘produttivitĂ  aziendale’, ma nei fatti si traduce in un maggiore sfruttamento e in condizioni sempre piĂ¹ precarie”, rimarcano dal sindacato. 

“Noi lavoratori del Tpl non possiamo accettare di essere trattati come numeri e ricevere solo spiccioli, mentre il nostro impegno quotidiano è fondamentale per garantire un servizio pubblico essenziale. Scioperiamo insieme. Opponiamoci con forza a un sistema che non riconosce il valore del nostro lavoro e che ci costringe a vivere con il minimo indispensabile. Uniti per la dignitĂ , uniti per il futuro. Non lasciamoci piegare da chi vuole svenderci. Esprimiamo con determinazione il nostro dissenso e – concludono da Faisa Confail – pretendiamo un contratto che ci rispetti come persone e come lavoratori”.

L’altro sciopero dei ferrovieri e dei mezzi

Tra il 24 e il 25 gennaio a incrociare di nuovo le braccia sono i ferrovieri. Per effetto di un’agitazione indetta da Sgb e Cub trasporti potranno fermarsi i dipendenti delle “imprese che svolgono attivitĂ  ferroviaria”. Saranno quindi a rischio i convogli regionali di Trenord in Lombardia e i treni nazionali a lunga percorrenza. 

Sono stati gli stessi sindacati a segnalare che i convogli potrebbero fermarsi per 24 ore tra le 21 del 25 e le 20.59 del 26. Sempre il 26 gennaio saranno ancora a rischio i mezzi pubblici perchĂ© – come riporta il portale – potranno astenersi dal lavoro anche i lavoratori del Tpl. Nel capoluogo meneghino potranno così fermarsi metropolitane, autobus e tram di Atm. 

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A chiudere il mese, il 31 gennaio, è un’altra agitazione dei lavoratori di Atm. Lo sciopero è stato proclamato da Al Cobas per il “personale della societĂ  gruppo Atm di Milano”. Lo stop sarĂ  di “24 ore con varie modalitĂ ”. 

 



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