Trasporto aereo: il 2024 è stato un anno mortale, ma volare è ancora il modo più sicuro di viaggiare

Il 2024 ha alimentato le preoccupazioni per il volo, in particolare nelle ultime settimane, quando più di 200 persone hanno perso la vita in due incidenti separati a pochi giorni di distanza. Trentotto persone sono morte nel disastro aereo della Azerbaijan Airlines si è schiantato in Kazakistan; quattro giorni dopo, 179 sono morte quando un volo della Jeju Air è precipitato in Corea del Sud.

Il 2024 è stato un anno di disastri nel settore dell’aviazione. All’inizio di gennaio, un incidente a Tokyo ha sconvolto il mondo, causando la morte di cinque membri della Guardia Costiera giapponese, anche se i passeggeri dell’aereo della Japan Airlines si sono salvati.

Giorni dopo, una parte dell’aereo si è staccata mentre era in partenza da Portland, nell’Oregon, lasciando un buco sul lato della fusoliera. Anche in questo caso, tutti i 177 passeggeri sono sopravvissuti all’atterraggio di emergenza, ma le conseguenze dell’evento hanno visto il grande costruttore Boeing sotto i riflettori per tutto l’anno.

Durante l’estate, la tragedia del volo Voepass in Brasile ha causato la morte di 62 passeggeri e dell’equipaggio.

Secondo l’Aviation Safety Network, lo scorso anno sono morte 318 persone in incidenti aerei, rendendo il 2024 l’anno più letale per l’aviazione dal 2018.

Ma volare sta davvero diventando meno sicuro e dobbiamo preoccuparci se abbiamo prenotato un viaggio?

Volare è sempre più sicuro

Hassan Shahidi, presidente e ceo della Flight Safety Foundation, un’organizzazione no-profit che si occupa di tutti gli aspetti della sicurezza aerea, ha messo le cose in prospettiva per Euronews Travel.

“In tutto il 2023, ci sono stati zero incidenti mortali sui jet commerciali”, afferma. “Al termine del 2024, l’industria aeronautica aveva trasportato 5 miliardi di passeggeri in tutto il mondo. E fino ai giorni scorsi, il 2024 era pronto a ripetere questo record di sicurezza “.

Secondo una ricerca del Massachusetts Institute of Technology (MIT), oggi volare è più sicuro che mai.

Nel periodo 2018-2022, il rischio di morire a causa di un viaggio aereo è stato calcolato in 1 ogni 13,7 milioni di imbarchi di passeggeri. Si tratta di una diminuzione rispetto all’1 ogni 7,9 milioni di imbarchi del periodo 2008-2017 e di una diminuzione importante rispetto all’1 ogni 350.000 imbarchi del periodo 1968-1977.

Una ricerca della Embry-Riddle Aeronautical Academy ha dimostrato che fino all’80% degli incidenti aerei può essere attribuito all’errore umano. Il 53% degli incidenti è dovuto a un errore dei piloti, mentre i guasti meccanici sono stati ritenuti responsabili solo nel 21% dei casi.

I momenti più “pericolosi”

Airbus ha studiato quale fosse la parte del volo più pericolosa e ha scoperto che il decollo e l’atterraggio sono i momenti in cui gli incidenti erano più probabili. Entrambi gli incidenti del dicembre 2024 sono avvenuti in fase di atterraggio, anche se sono intervenuti altri fattori.

Nell’incidente della Jeju Air, ad esempio, è stato segnalato il danneggiamento di un motore dopo l’impatto con un uccello e l’aereo, per un motivo ancora sconosciuto, non aveva il carrello d’atterraggio aperto quando è atterrato. L’indagine sarà lunga e complessa e probabilmente passerà del tempo prima di capire esattamente cosa sia successo.

“Questo incidente ha coinvolto una moltitudine di fattori, dall’impatto con gli uccelli all’atterraggio senza carrello e flap”, aggiunge Shahidi. “Tutto questo sarà oggetto di un’indagine approfondita, saranno determinati i fattori che vi hanno contribuito e saranno prese misure per garantire che questo non accada di nuovo”.

La Jeju Air ha ispezionato la sua flotta di 737 di “nuova generazione” (NG), ma per eccesso di cautela. Finora nulla fa pensare a un problema più diffuso con questo tipo di aereo.

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Alle compagnie aeree si consiglia di evitare le zone di guerra

L’incidente della Azerbaijan Airlines è stato un po’ diverso. Sebbene le indagini siano in corso, le prime valutazioni suggeriscono che l’aereo potrebbe essere stato colpito dalle difese aeree russe, causando la depressurizzazione e la perdita di controllo.

Questa valutazione riporta alla mente una situazione simile di un decennio fa. Nel luglio 2014, un aereo della Malaysia Airlines fu abbattuto dalle forze sostenute dalla Russia con un missile terra-aria mentre sorvolava l’Ucraina orientale. Morirono tutti i 283 passeggeri e i 16 membri dell’equipaggio.

L’indagine ha raccomandato agli Stati coinvolti in conflitti armati di chiudere il proprio spazio aereo e agli operatori di valutare attentamente i rischi quando le rotte passano sopra aree di conflitto.

L’Agenzia europea per la sicurezza aerea (EASA) pubblica bollettini informativi sulle zone di conflitto per mettere in guardia gli operatori aerei da potenziali minacce alla sicurezza.

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Le valutazioni di sicurezza

Tuttavia, come spiega Janet Northcote, portavoce dell’EASA, a Euronews Travel, “l’EASA non chiude lo spazio aereo né ha il diritto di imporre di evitarlo. Ma le informazioni fornite in questa sede confluiscono nelle valutazioni di sicurezza delle singole compagnie aeree e creano consapevolezza di qualsiasi minaccia alla sicurezza aerea”.

Perché la Azerbaijan Airlines stava sorvolando una zona di conflitto? Sebbene molte compagnie aeree occidentali abbiano cessato le operazioni verso e sopra lo spazio aereo russo, numerose compagnie aeree mediorientali e asiatiche continuano a operare in quell’area.

I vettori di Turchia, Cina, Emirati Arabi Uniti e altre nazioni non evitano lo spazio aereo, nonostante il rischio.

“I viaggi aerei nelle zone di conflitto conosciute comportano rischi significativi”, afferma Shaihid. “Le compagnie aeree devono effettuare una valutazione del rischio per le loro rotte per garantire che i rischi siano mitigati e prendere una rotta alternativa”.

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Ciononostante, nessuna compagnia aerea europea vola attualmente in Russia o attraverso il suo spazio aereo, avendo ascoltato i consigli dell’EASA e di altre agenzie.

Ogni incidente aereo rende i viaggi aerei più sicuri

Il piccolo lato positivo dell’anno terribile vissuto dall’aviazione è che ogni incidente serve a rendere i viaggi aerei più sicuri in futuro.

Come ha scritto Simon Calder, corrispondente per i viaggi del quotidiano britannico Independent, in una recente rubrica, “Tutti i drammatici eventi aerei del 2024 – mortali e non – saranno analizzati minuziosamente per capire cosa si può imparare per migliorare la sicurezza futura”.

Nel caso di entrambi gli incidenti della Jeju Air e della Azerbaijan Airlines, sono state recuperate e inviate per l’interrogatorio le famigerate “scatole nere”.

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Queste due scatole, in realtà di colore arancione brillante, sono il Flight Data Recorder (FDR) e il Cockpit Voice Recorder (CVR) e dovrebbero fare luce su quanto accaduto prima dell’incidente.

Gli investigatori dell’incidente sono a terra in Kazakistan e in Corea del Sud per raccogliere altre prove, un processo che potrebbe richiedere del tempo. Successivamente, i dati raccolti saranno analizzati in laboratorio per determinare la causa dell’incidente.

Un rapporto preliminare sarà probabilmente reso pubblico nelle prossime settimane, anche se il rapporto finale richiederà più tempo.

Da questi rapporti scaturiranno diverse raccomandazioni per evitare che in futuro si verifichi una situazione simile.

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“Uno dei punti di forza dei processi di sicurezza dell’aviazione è che ogni volta che si verifica una tragedia, analizziamo l’accaduto e prendiamo le misure appropriate per garantire, per quanto possibile, che lo stesso tipo di incidente non si ripeta”, spiega Northcote.

Se si considera un qualsiasi incidente aereo di rilievo, è possibile vedere l’effetto positivo a lungo termine che ha avuto sulla sicurezza aerea.

Dagli incidenti si impara

Una collisione sopra il Grand Canyon nel giugno 1956, ad esempio, tra un Super Constellation della TWA e un DC-7 della United Airlines ha portato a forme di controllo del traffico aereo migliorate.

Dopo l’esplosione del volo TWA 800 a mezz’aria nel 1996, sono state apportate modifiche per garantire che il carburante non potesse essere bruciato da una scintilla errante.

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Senza la tragedia dell’11 settembre, la Transportation Security Administration (TSA) non sarebbe mai stata creata. E grazie alla scomparsa del volo Malaysia Airlines MH370, tutti gli aerei sono ora tracciati in tempo reale.

“Questo ciclo costante di miglioramento è fondamentale per mantenere alto il livello di sicurezza dell’aviazione”, afferma Northcote.

“Lavoriamo con altre autorità di regolamentazione, ad esempio con la Federal Aviation Administration (FAA) negli Stati Uniti e con l’Organizzazione Internazionale dell’Aviazione Civile (ICAO), per garantire che gli standard di sicurezza dell’aviazione siano elevati a livello globale, non solo in Europa”.

Mentre i produttori, le compagnie aeree e le autorità di regolamentazione lavorano duramente per mantenere la sicurezza nei cieli, Northcote sottolinea che viaggiare sicuri è un lavoro di squadra.

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“L’aviazione ha in generale un eccellente record di sicurezza, ma questo non è motivo di compiacimento”, afferma. “Questo solido record di sicurezza può essere mantenuto solo grazie a molte persone che ogni giorno svolgono il proprio ruolo per garantire la sicurezza delle operazioni”.