multe e concerti in standby nel nuovo Bernabeu

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Il Real Madrid potrebbe presto dover rinunciare al prossimo futuro dell’iconico, e super rinnovato, Santiago Bernabeu per via di problemi di vicinato.

Come riporta il quotidiano britannico Financial Times, dopo aver speso più di un miliardo di euro per la ristrutturazione dell’impianto, Real Madrid e Sixth Street (fondo che ha garantito parte degli investimenti, avevano in mente un piano dettagliato per quanto riguarda i ricavi di uno degli stadi più famosi del mondo.

Infatti, oltre alle partite della squadra di Carlo Ancelotti, durante l’estate il Bernabeu avrebbe dovuto diventare uno dei punti di riferimento per l’industria musicale di tutto il mondo, come appena vissuto durante i mesi estivi del 2024. Ma proprio la recente esperienza ha portato i residenti della zona a protestare per fermare il grande rumore che proviene dall’impianto durante i concerti.

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Di fatto, il Real Madrid si trova in un momento di stallo decisamente imbarazzante, visto che ha a disposizione un impianto avveniristico pensato per ospitare i più grandi concerti del mondo e adesso è tutto fermo per via degli esposti presentati dai residenti della zona per inquinamento acustico. Proprio per questo, i musicisti che si sono esibiti in questi ultimi mesi al Bernabeu sono stati multati, innescando una grande discussione su chi sia effettivamente il responsabile.

José Manuel Paredes, portavoce dei residenti locali, ha dichiarato che il Real Madrid ha cercato di replicare il modello statunitense di uno stadio NFL fuori città, che funge anche da sede per concerti, ma nel cuore della seconda città più popolosa dell’Unione Europea

«Con un’istituzione come il Real Madrid e uno stadio così esposto all’ambiente urbano, non riesco a capire come nessuno abbia pensato a come avrebbe potuto influire sui vicini in termini di qualcosa di così sensibile come il rumore – ha commentato Paredes, la cui associazione di residenti ha presentato una denuncia legale contro il club –. Oppure sapevano che sarebbe stato un problema e non gli importava, o si tratta di un fallimento sistemico dell’intero processo decisionale».

La classica goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata la doppia data per il concerto-evento di Taylor Swift a maggio che ha portato al Bernabeu un totale di 120.000 persone. I residenti raccontano di aver vissuto un vero e propri incubo con i rumori provenienti dallo stadio che facevano vibrare i vetri delle finestre e non permettevano di vedere la televisione e ai bambini di dormire, visto che il concerto è andato avanti fino a quasi mezzanotte.

Proprio a causa di questi esposti, il Real Madrid, a settembre, ha annunciato di aver provvisoriamente riprogrammato il programma musicale come «parte di una serie di misure che il club sta adottando per garantire che i concerti rispettino rigorosamente i regolamenti municipali pertinenti».

Nell’accordo siglato fra Real Sixth Street, che è valso un finanziamento al club per 360 milioni di euro, il fondo ha acquisito il diritto di partecipare alla gestione di alcune nuove attività dello stadio per un periodo di 20 anni.

Nel corso dei lavori e nella fase di ottenimento dei permessi, nei documenti presentati dal Real Madrid durante il processo di pianificazione nel 2016 affermavano che «non ci si aspettano cambiamenti significativi nei livelli di rumore» generati dalle attività dentro e intorno allo stadio.

Inoltre, il Real ha fatto sapere che spetta agli organizzatori dei concerti e non al club garantire che gli eventi rispettino i regolamenti municipali sul rumore. Da aprile, il consiglio comunale di Madrid ha multato gli organizzatori con 24 sanzioni per un totale di 2,6 milioni di euro per concerti al Bernabeu che hanno superato i limiti di decibel consentiti dalla legge locale.

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Qui nasce però l’irritazione dell’Associazione degli Organizzatori di Musica di Spagna che ha dichiarato il mese scorso: «La responsabilità del mancato rispetto dei limiti di rumore spetta allo stadio e alle autorità competenti, che sono responsabili di garantire infrastrutture e impianti adeguati e di concedere i permessi pertinenti».

Nei mesi scorsi, il presidente del Real Madrid, Florentino Perez, aveva dichiarato sui concerti allo stadio: «Gli eventi musicali aggiungono prestigio all’immagine di Madrid come città globale». Ma lo stesso numero uno dei Blancos aveva aggiunto all’assemblea dei soci: «L’organizzazione dei concerti non è un’attività particolarmente redditizia per il club. Ci limitiamo ad affittare lo stadio… Il reddito derivante da ciò sarebbe intorno all’1% del nostro budget annuale».

Insomma, non una grossissima perdita per il Real Madrid, ma certamente per gli organizzatori dei grandi eventi musicali che oltre a pagare le multe potrebbero dover rinunciare a un impianto iconico in tutto il mondo per far esibire i propri artisti. Certamente coinvolto è il fondo Sixth Street che vede il suo investimento, sotto forma di finanziamento garantito al Real, a rischio o comunque ridimensionato rispetto alle previsioni iniziali.

Proprio per questo la battaglia legale iniziata dai residenti, e che continua ancora, coinvolge direttamente il Real che vede il suo partner, nonché finanziatore, potenzialmente danneggiato da un cambio di scenario che non si attendeva, così come il club spagnolo stesso.



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