Blocca caldaie a gas, il primo passo degli obblighi della direttiva case green. Quali e quando saranno gli altri?

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La Direttiva Case Green, ufficialmente nota come Direttiva UE 2024/1275, rappresenta un passo cruciale verso la decarbonizzazione del parco immobiliare europeo entro il 2050. Il suo obiettivo principale è ridurre le emissioni inquinanti degli edifici, migliorandone l’efficienza energetica. Con l’entrata in vigore il 28 maggio 2024, la direttiva richiede agli Stati membri di adottare misure per garantire alte prestazioni energetiche, particolarmente focalizzandosi sulla ristrutturazione di edifici con scarso rendimento. 

Il primo passo con le caldaie a gas

La recente Direttiva Case Green segna una svolta significativa nel settore energetico, partendo con il blocco delle caldaie a gas. A partire dal 1° gennaio 2025, sarà vietato fornire incentivi finanziari per l’installazione di nuovi impianti a combustibili fossili, incluse le caldaie a gas, se non conformi a specifici requisiti di sostenibilità. Questo cambiamento, volto a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili, intende incentivare sistemi di riscaldamento più sostenibili.

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Le caldaie a gas tradizionali, se non abbinate a fonti di energia rinnovabile, sono destinate al phase-out. Gli Stati membri dovranno implementare sistemi di verifica che assicurino che nuovi impianti, laddove ancora incentivati, utilizzino prevalentemente gas rinnovabile. Questo obiettivo sarà perseguito attraverso l’integrazione obbligatoria di tecnologie ibride che favoriscono l’utilizzo predominante di energie rinnovabili.

La direttiva prevede eccezioni per alcune tipologie di edifici, come quelli storici o situati in aree non raggiunte da alternative energetiche. Tuttavia, l’obiettivo finale resta l’eliminazione graduale dei combustibili fossili, incoraggiando l’adozione di impianti ibridi e caldaie green gas ready, capaci di sfruttare miscele di biometano e idrogeno. Questi impianti continueranno a beneficiare di incentivi a condizione che la parte rinnovabile del sistema generi una quota considerevole dell’energia necessaria.

Gli effetti della normativa si estendono al mercato delle caldaie a condensazione, che dovranno dimostrare un’elevata efficienza energetica e l’integrazione con sistemi rinnovabili per poter essere incentivati. Questo si allinea con la tendenza a promuovere apparecchi H2 ready, che rappresentano il futuro del riscaldamento domestico. La strategia di incentivazione privilegia la transizione verso una maggiore efficienza, con l’assegnazione di premi proporzionali al grado di utilizzo di energie rinnovabili.

Gli altri passaggi, obiettivi e scadenze principali della direttiva

La Direttiva Case Green prevede una serie di passaggi strategici per migliorare l’efficienza energetica degli edifici. Tra i principali obiettivi, si distinguono le scadenze fissate per la riduzione delle emissioni e l’aumento delle prestazioni energetiche. Entro il 2028, tutti gli edifici pubblici di nuova costruzione dovranno essere a emissioni zero, mentre per gli edifici privati tale obbligo scatterà dal 2030. Questo passaggio sarà accompagnato da norme specifiche per l’integrazione di energie rinnovabili, come pannelli solari e sistemi di riscaldamento sostenibili.

  • 2025: Fine degli incentivi per gli impianti a combustibili fossili e adozione di sistemi di verifica efficienti.
  • 2027: Avvio della sostituzione graduale delle caldaie non efficienti negli edifici più datati, con incentivi volti a ridurre i costi di transizione.
  • 2028-2030: Obbligatorietà degli edifici a zero emissioni. Gli Stati membri dovranno implementare nuove norme di costruzione sostenibile.
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  • 2035: Gli edifici residenziali dovranno ridurre i consumi energetici del 22% rispetto ai livelli del 2020.

Gli Stati membri saranno tenuti a predisporre piani nazionali di ristrutturazione che delineino le strategie per raggiungere gli obiettivi del 2050, data in cui è previsto l’azzeramento totale delle emissioni nel settore immobiliare. Questi piani includeranno indicatori di progresso per monitorare l’attuazione delle politiche energetiche adottate.

Investimenti e finanziamenti per l’attuazione della direttiva attraverso bonus edilizi

Per sostenere l’attuazione della Direttiva Case Green, l’Unione Europea ha previsto un complesso quadro di investimenti e finanziamenti mirati. La Commissione Europea stima che saranno necessari circa 275 miliardi di euro all’anno fino al 2030 per supportare la transizione verde del parco immobiliare. Tali fondi faciliteranno l’adozione di tecnologie avanzate e interventi di efficientamento energetico.

I Paesi membri potranno attingere a diverse fonti di finanziamento europee, tra cui il Fondo sociale per il clima, il Recovery Fund e i Fondi di Sviluppo Regionale. Queste risorse sono destinate a supportare progetti di ristrutturazione che rispettano i requisiti di efficienza energetica fissati dalla direttiva. Inoltre, sono previsti strumenti finanziari innovativi, come i mutui agevolati, per agevolare famiglie e imprese nell’investire in soluzioni energetiche sostenibili.

Gli incentivi nazionali integrano i fondi europei, offrendo bonus fiscali e agevolazioni per le ristrutturazioni energetiche. Ad esempio, programmi come l’Ecobonus continuano a fornire significativi vantaggi fiscali per interventi che migliorano l’efficienza delle abitazioni.

  • Ecobonus: Detrazioni fiscali per interventi di efficientamento energetico.
  • Conto Termico: Rimborso parziale dei costi sostenuti per l’efficientamento.
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  • Cessioni del credito: Meccanismi per trasferire i benefici fiscali ai fornitori di servizi.

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