Crisi energetica e prezzi dell’energia: l’analisi di FREE

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Il Coordinamento FREE ha recentemente organizzato assieme a Ecofuturo una conferenza stampa e un webinar per richiamare l’attenzione sul tema cruciale dei prezzi dell’energia elettrica e del gas, in continuo rialzo. Di seguito la registrazione video dell’evento e l’analisi dettagliata di Attilio Piattelli, presidente del Coordinamento FREE.

Slide della conferenza stampa

Relazione di Attilio Piattelli

Siamo nuovamente in una fase di prezzi del gas e dell’energia elettrica di forte rialzo e ci sembra che non si stia riservando la giusta attenzione al problema. Negli anni scorsi e in particolare a partire dalla crisi del 2022, gli alti prezzi raggiunti da gas e dall’energia elettrica sono stati un elemento di innesco dei forti rialzi dell’inflazione nonché una delle cause (certamente non la sola) della perdita di competitività delle imprese italiane ed europee e serie difficoltà economiche per molti cittadini.

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Riteniamo utile e urgente che il problema energetico nazionale salga in cima alla lista delle priorità dell’azione politica. In quest’ottica, con questa conferenza stampa e questo webinar, il Coordinamento FREE vuole dare il suo contributo e il suo punto di vista sulle cause del problema e sulle possibili soluzioni.

Situazione europea

Per ben inquadrare la situazione europea, in corsivo di seguito si riportano alcuni estratti del Rapporto Draghi.

“L’Europa deve ridurre i prezzi elevati dell’energia continuando a decarbonizzare e a passare a un’economia circolare. Il panorama energetico è cambiato in modo irreversibile con l’invasione russa dell’Ucraina e la conseguente perdita di gas naturale dai gasdotti. Sebbene i prezzi dell’energia siano notevolmente diminuiti rispetto ai loro picchi avuti nel 2022, le imprese dell’UE devono ancora far fronte a prezzi dell’elettricità 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti e a prezzi del gas naturale 4-5 volte più alti.” (si veda figura di seguito).

“La decarbonizzazione deve essere vista come un’opportunità per l’Europa, sia per assumere un ruolo di guida nelle nuove tecnologie pulite e nelle soluzioni per l’economia circolare, sia per spostare la produzione di energia verso fonti energetiche pulite sicure e a basso costo, di cui l’UE ha una generosa dotazione naturale.”

Purtroppo, “anche se l’Europa riduce la sua dipendenza dal gas naturale e aumenta gli investimenti nella generazione di energia pulita, le sue regole di mercato nel settore dell’energia non disaccoppiano completamente il prezzo dell’energia rinnovabile e nucleare dai prezzi più alti e più volatili dei combustibili fossili, impedendo agli utenti finali di cogliere appieno i benefici dell’energia pulita nelle loro bollette.” Come si può evincere dai grafici di seguito, “nel 2022, al culmine della crisi energetica, il 63% delle volte il gas naturale ha fissato il prezzo, nonostante rappresentasse solo il 20% del mix elettrico dell’UE.”

Ora l’Europa non ha produzione propria di gas, se non per quantità modeste, e quindi è costretta ad importarlo dall’estero. Ciò determina variabilità dei prezzi in funzione delle situazioni del mercato internazionale e delle condizioni geopolitiche e quindi impossibilità di previsione dei prezzi a medio e lungo termine. Fluttuazione dei prezzi del gas che, come visto in occasione della crisi ucraina del 2022, possono essere anche rilevantissime, con gravi conseguenze sull’incremento e sulla stabilità dei prezzi dell’energia elettrica.

A tal proposito, confrontando le relazioni annuali di ARERA si scopre che per le importazioni di gas naturale nel 2019 in Italia si sono spesi in totale 12,4 miliardi € mentre nel 2022 questa spesa è salita a 85,4 miliardi €, con una variazione di +73 miliardi €.

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A conferma della elevata instabilità dei prezzi, di seguito si riporta un confronto dei prezzi medi annuali dell’energia elettrica in Italia dal 2019 ad oggi proprio per evidenziare la fortissima volatilità dei prezzi:

  • 2019 – PUN medio 52 €/MWh
  • 2020 – PUN medio 39 €/MWh
  • 2021 – PUN medio 125 €/MWh
  • 2022 – PUN medio 304 €/MWh
  • 2023 – PUN medio 127 €/MWh
  • 2024 – PUN medio 103 €/MWh (gennaio – ottobre 2024)

In questo quadro, già di per sé problematico, duole constatare che l’Italia è il Paese europeo con la maggiore dipendenza dal gas nel mix di generazione elettrica (superiore al 40%) mentre è evidente che più il mix di generazione elettrica è meno dipendente dal gas e minori sono le situazioni per le quali è il gas (usato nei cicli combinati) a dettare il valore di riferimento del prezzo marginale. Nei casi in cui è il gas che influenza frequentemente il prezzo marginale, come anche evidenziato dal rapporto Draghi, si assiste ad una situazione nella quale il prezzo dell’energia elettrica è notevolmente influenzato dalle fluttuazioni del prezzo del gas.

Oggi, a livello europeo, il gas ha una minore influenza sui prezzi medi espressi dal mercato in quei paesi dove la dipendenza dal gas è inferiore rispetto a quella italiana. In aggiunta, non sono rare le situazioni in cui, per effetto di abbondanza di produzione da eolico e/o da fotovoltaico, in molti Paesi europei si assiste a situazioni di prezzi orari molto bassi e persino tendenti a zero, a dimostrazione che la penetrazione delle rinnovabili determina un abbassamento medio del prezzo dell’energia elettrica.

A riprova dell’effetto delle rinnovabili sul prezzo dell’EE, da un monitoraggio effettuato sui prezzi zonali italiani nel periodo primavera-estate di quest’anno, da maggio a settembre ci sono stati 5 mesi in cui mediamente si è avuto oltre il 50% di contributo da FER e ci sono state 116 ore a prezzo zero e 990 ore con prezzi zonali inferiori a 65 €/MWh (come esempio si veda la figura di seguito che riporta il prezzo orario in Sardegna del 13 settembre 2024).

Se ne desume che le strategie di stabilizzazione e riduzione dei prezzi dell’energia elettrica devono puntare alla drastica riduzione della dipendenza dal gas nel mix energetico.

Leggi anche: Fotovoltaico a terra: la strada possibile tra agricoltori e imprese

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