Reggio. Il Capodanno Rai non ha nulla a che vedere con il turismo e lo sviluppo della Calabria



IL CAPODANNO RAI NON HA NULLA A CHE VEDERE CON IL TURISMO E CON LO SVILUPPO DELLA CALABRIA

di Pino Tassi 

Il Capodanno Rai è stato un successone, così come tutti i Capodanni festeggiati nelle piazze calabresi e italiane. Il presidente ci parlerà dei milioni di italiani che si sono sintonizzati su Raiuno mentre chiacchieravano con parenti e amici tra una pietanza e l’altra, tra un bicchiere di vino e uno spumante, tra un panettone e una pitta ‘nchiusa. Da domani nessuno parlerà più del Capodanno Rai, fuori regione non se n’è mai parlato, e così forse potremmo chiederci se questa è la strada giusta per far decollare la Calabria verso orizzonti nuovi fatti di benessere, sviluppo e armonia.

Roberto Occhiuto ha più volte ribadito che l’accordo con la Rai serve per parlare delle cose belle della Calabria, a promuovere una narrazione diversa della nostra regione non legata solo alla ndrangheta. Afferma che nei tre anni di sua presidenza si è fatto molto di più rispetto ai trent’anni di presidenze prima del suo avvento. Secondo lui la nostra regione non è più ultima, ma sta recuperando posizioni su posizioni nelle varie graduatorie dei servizi, della salute, dello sviluppo. Tutto ciò è vero ? Purtroppo no, non c’è alcuna discontinuità con le politiche e i modi di governare degli ultimi trent’anni. E’ sempre la stessa musica, come scriveva Walter Pedullà, la nostra regione guarda all’oggi e non pensa al futuro.

Non c’è discontinuità non solo rispetto ai tempi di Giuseppe Scopelliti che sulle sponde dello Stretto portò i grandi concerti di Antonello Venditti, Ricky Martin, Gianna Nannini, Duran Duran e Elton John. Ma neppure rispetto a tutti gli altri sui predecessori. Chi non ricorda gli spot pubblicitari di Gennaro Gattuso ai tempi della presidenza di Agazio Loiero in Italia e all’estero. Grande risalto ebbe la pubblicità sui taxi londinesi. Lo slogan “Come to Calabria” campeggiava su oltre mille taxi londinesi con il volto del nostro amatissimo Gennaro Gattuso e il Castello di Santa Severina. Oppure chi non ricorda la campagna promozionale con i manifesti del grande fotografo Oliverio Toscani: “Terroni? siamo calabresi. Gli ultimi saranno i primi“. Oppure la sponsorizzazione della Regione Calabria al Festival di Spoleto con il Presidente Oliverio ospite d’onore agli incontri di Paolo Mieli. Per non dimenticarci delle sponsorizzazioni per anni del Festival di Sanremo. Fino ad arrivare al superspot di Muccino dai costi milionari e con pochissimi passaggi televisivi. E che dire della clandestinità del successivo spot con la Gregoraci che non era uno spot ma un… film d’autore. Per arrivare sempre in era Occhiuto alla superpista del ghiaccio davanti alla stazione ferroviaria di Milano anch’essa dai costi milionari. Tutti questi eventi, compreso il Capodanno Rai di stasera, nascono da un’idea sbagliata della promozione turistica.

Si pensa che la pubblicità, l’immagine patinata porta gente e faccia decollare un territorio o una regione emarginata. Tutti pensano che basta rivolgersi alla migliore società pubblicitaria o di marketing e i giochi sono fatti. Purtroppo il turismo è una materia maledettamente complicata in cui serve programmazione, pazienza, lavoro quotidiano; sinergia tra vari assessorati: trasporti, ambiente, territorio, cultura; sinergia tra ministeri nazionali, regione, comuni, province.

In tutti gli studi fatti sul tema, la stragrande maggioranza degli intervistati risponde che sceglie la località dove andare in vacanza per i consigli degli amici e per il passaparola. Se il turista che viene in Calabria deve fare i conti ancora con i costi dei trasporti aerei esorbitanti, il mare verde, i depuratori non funzionanti, con le strade dissestate, con i borghi e le zone interne mal collegate, con le erbacce ai margini stradali, per non parlare di buche e servizi pessimi, hai voglia di Capodanni Rai, di Vinitaly a Sibari, di Magna Grecia Festival e compagnia cantante. Certo, va riconosciuto che qualcosa sui collegamenti aerei è stato fatto con il potenziamento dei voli su Reggio Calabria. Ma nulla di più: la Ryanair vola sui cieli calabresi da decenni con alti e bassi. Anche qui bisognerebbe fare studi seri sulla percentuale di calabresi e siciliani che vanno a fare turismo all’estero e di quanti nuovi turisti arrivano realmente a Reggio Calabria. E da qui fare un’attenta analisi costi benefici sui soldi dati e sui benefici ricevuti. Un dato è certo: legarsi mani e piedi ad una sola compagnia aerea alla lunga potrà diventare un boomerang, soprattutto se si sceglie di affidarle anche la promozione turistica sui social a suon di milioni… dei calabresi mica di Occhiuto!

Infine sarebbe ora di sgomberare il campo dall’intreccio grande evento-promozione turistica. Il grande evento lo si fa se è produttivo oppure per allietare la gente del posto. I grandi eventi musicali hanno una ricaduta economica importante, per il 2023 hanno prodotto in Italia un giro di affari di oltre un miliardo e mezzo. Vasco Rossi a giugno scorso ha inanellato sette concerti da tutto esaurito allo stadio San Siro a Milano. Umbria jazz ogni anno attira centinaia di migliaia di appossionati del jazz e ogni anno chiude in utile. Gli eventi vanno valutati per quello che producono in termini economici diretti e indiretti, alberghi, ristoranti, commercio, trasporto. Ruggero Pegna, uno che di grandi eventi se ne intende, ricordando il grande concerto gratuito voluto da Vasco Rossi in Calabria, che vide arrivare oltre 400 mila persone sulla spianata di Germaneto, afferma che in Calabria grandi concerti è impossibile farli perché non ci sono spazi adeguati. La domanda nasce spontanea: invece di buttare soldi dall’elicottero, la Regione perchç non lavora e finanzia infrastrutture polifunzionali? Per fare un’analisi costi benefici del Capodanno Rai bisognerebbe conoscere i costi.

Voi di Iacchite’ avete calcolato che quest’anno si sono sfiorati i tre milioni di euro. Nessuno ha contestato la vostra cifra e i vostri dati. Per il Capodanno Rai a Crotone la Regione Calabria rispose al giornale Domani che le uscite sfioravano i due milioni di euro compresa la promozione televisiva. Prendiamo per buono questo costo e raffrontiamolo all’indotto scaturito. Tutti i giornali scrivono che gli hotel di Reggio Calabria sono stati sold out per la notte del 31 dicembre, mettiamoci anche la notte precedente e quella di oggi. Con questi dati si può affermare per assurdo che se i soldi pagati dalla Regione alla Rai fossero assegnati direttamente alle attività commerciali, gli hotel e i b&b avrebbero più ristoro. Mi si potrebbe obiettare che rimarrà la promozione turistica della Calabria. L’anno scorso si disse: arriverà tanta gente in primavera e in estate. A Crotone e in Calabria nuovi turisti non se ne sono visti per tutto il 2024. Basta pensare che ad oggi ancora non sappiamo l’andamento del turismo in Calabria per l’anno trascorso. E state certi che nuovi turisti non se ne vedranno in Calabria nel 2025 per merito del “grande” Capodanno Rai. Altro che “milioni” nella casa (chissà perché poi dice sempre casa e non case…) degli italiani. 



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