Michele de Pascale protagonista della scena politica, ma gli applausi sono tutti per la campionessa Sara Errani, da Massa Lombarda
Il 2024 è stato per la provincia di Ravenna un altro anno tristemente caratterizzato dall’alluvione, quella di settembre che ha colpito in particolare nuovamente il borgo di Faenza (dove famiglie hanno subìto tre alluvioni nel giro di poco più di un anno) e soprattutto la piccola Traversara, letteralmente devastata dal Lamone, con le immagini degli elicotteri impegnati nei salvataggi delle persone in fuga sui tetti delle proprie case che resteranno a lungo nei nostri ricordi.
Restando nell’ambito della cronaca, il 2024 si era aperto con una tragedia immane che ha scosso la comunità ravennate e non solo, quella della piccola Wendy, la bambina di 6 anni uccisa (insieme al cane) dalla madre, Giulia Lavatura Truninger, lei invece miracolosamente salva dopo essersi lanciata con la figlia e l’animale domestico, la mattina dell’8 gennaio, dal nono piano del condominio di via Dradi in cui vivevano. Arrestata per omicidio pluriaggravato, ora la donna si trova in una clinica psichiatrica, giudicata «incapace di intendere e volere» e «socialmente pericolosa».
Un altro omicidio si è consumato a Ravenna lo scorso 9 settembre, in un’abitazione di via Lolli (zona Borgo San Rocco), dove il 78enne Enzo Giardi ha ucciso la moglie di 77, Piera Bertini, soffocandola nella vasca da bagno, nel giorno in cui la donna, gravemente malata, avrebbe dovuto essere trasferita in una struttura di assistenza. Le femministe hanno gridato al femminicidio, in un nostro editoriale ci siamo permessi di dissentire.
Ma il 2024 è stato un anno importante soprattutto per la politica, in provincia, con le elezioni amministrative che hanno visto una netta affermazione del centrosinistra, che ha perso solo a Brisighella – dove si è confermato il centrodestra per una manciata di voti – e ha visto invece eleggere i propri sindaci ad Alfonsine, Bagnacavallo, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Cervia, Conselice, Cotignola, Fusignano, Lugo, Massa Lombarda, Russi, Sant’Agata sul Santerno e Solarolo. Ma il vero protagonista di questo 2024 è stato l’ormai ex sindaco di Ravenna, Michele de Pascale, che è diventato (grazie al 57 percento delle preferenze ottenuto alle elezioni di novembre) il nuovo Presidente della Regione Emilia-Romagna (al posto di Bonaccini eletto nel parlamento europeo, qui i risultati delle elezioni in provincia), lasciando in anticipo la poltrona di Palazzo Merlato, che fino alle elezioni della prossima primavera sarà occupata dal “facente funzioni” Fabio Sbaraglia (assessore Pd nominato appositamente vicesindaco al posto di Eugenio Fusignani, declassato, sostanzialmente, in quanto esponente dei Repubblicani).
Continuando in una ipotetica carrellata dei personaggi ravennati dell’anno, il posto più alto del podio lo merita senza dubbio Sara Errani, da Massa Lombarda, che nel 2024, a 37 anni, ha riscritto la storia del tennis italiano, vincendo tra le altre cose la medaglia d’oro alle Olimpiadi di Parigi (nel doppio donne insieme a Jasmine Paolini) e il titolo di doppio misto agli Us Open (con Andrea Vavassori), laureandosi infine campionessa del mondo a squadre con l’Italia alla Billie Jean King Cup. Qui i ricordi del padre, da noi intervistato recentemente.
Restando in ambito sportivo, a Ravenna il 2024 sarà ricordato come l’anno dell’arrivo di Ignazio Cipriani – dell’omonimo colosso della ristorazione, nonché nipote di Raul Gardini – che dalla scorsa estate è il nuovo presidente del Ravenna Football Club, con un vice extra lusso come Ariedo Braida, tra i più grandi dirigenti sportivi della storia del calcio italiano. L’obiettivo dichiarato è quello di arrivare ai massimi livelli, partendo però inevitabilmente dalla serie D (il Ravenna ha chiuso il girone d’andata al secondo posto in classifica, a -1 dal Forlì capolista, con cui si giocherà l’unica promozione diretta in palio).
Il 2024 per gli sportivi romagnoli resterà infine indimenticabile per il primo storico passaggio del Tour de France in Romagna, anche in provincia di Ravenna, con un indotto milionario calcolato dalla Regione (che ne ha spesi 5, di milioni, per assicurarsi il passaggio).
Tra i temi di cui si è dibattuto a Ravenna e dintorni non possiamo infine dimenticare quello sulle due torri Hamon demolite nel giro di poche settimane, nonostante le proteste degli appassionati di archeologia industriale, simbolo di una Ravenna che non c’è più, a cui abbiamo dedicato un numero del nostro settimanale.
Le ultime settimane dell’anno hanno poi visto l’inaugurazione in centro a Ravenna di due progetti attesi (e in ritardo) da anni: il museo Byron e del Risorgimento a Palazzo Guiccioli e, proprio il 30 dicembre, la rigenerazione dell’ex caserma Dante Alighieri, ora diventata un parco pubblico.
Per gli appassionati di classifiche, infine, da segnalare che la provincia di Ravenna risale quelle di Italia Oggi e del Sole 24 Ore per la qualità della vita (facendo una media, è da 19esimo posto in Italia).
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