Il listino milanese al terzo posto in Europa in termini di crescita delle quotazioni. Il ruolo di banche e assicurazioni. Male l’industria, al palo le utilities. Dopo il +19,3% del Dax30 di Francoforte e il +14,15% di Madrid
Ottima annata — il 2024 — per Piazza Affari e per i principali listini azionari mondiali. Con una performance che da inizio gennaio al 27 dicembre (venerdì scorso) ha superato il 12,5% e che lo ha riportato al di sopra di quota 34mila punti — l’indice Ftse Mib delle grandi capitalizzazioni di Borsa Italiana si colloca al terzo posto per risultato tra i principali mercati azionari europei, subito dopo il +19,3% del Dax30 di Francoforte e il +14,15% dell’Ibex di Madrid.
In calo Parigi
Cenerentola d’Europa il Cac 40 di Parigi, in calo di circa il 2,5% a causa della difficile situazione politica attraversata dalla Quinta Repubblica e dai gravi problemi di finanza pubblica del Paese.
La spinta di banche ed assicurazioni
Ma torniamo a Milano. A dominare la scena del listino di Piazza Affari sono stati certamente i titoli finanziari, sia le banche che le assicurazioni.
Nelle prime 10 posizioni in termini di miglior performance si contano infatti ben 7 titoli legati al comparto. Al primo posto Unipol, una crescita delle quotazioni che sfiora il 130% (127,48%), premiata da un netto miglioramento dei risultati operativi e da una apprezzata strategia di espansione.Â
Il rialzo di Generali
Generali, con un rialzo del 41,45%, certamente di grande rilievo, segue a notevole distanza. Gli altri cinque campioni, nel settore bancario, sono Mps, una performance del 114,3%, spinta dalla crescita dell’utile e dalle infinite speculazioni sull’approdo finale del gruppo in vista dell’uscita del Tesoro dall’azionariato della banca; e poi, a seguire, Banco Bpm, (+60,79%) e Unicredit (+53,50%) acquistate a man bassa anche per l’attrattiva speculativa (oltre che per gli ottimi risultati di bilancio) legata all’Opa lanciata da Piazza Gae Aulenti su Banco Bpm.
Gli altri rialzi consistenti
Anche gli altri istituti di credito italiani meno coinvolti da ipotesi di riassetto proprietario hanno registrato rialzi consistenti. A cominciare da Intesa Sanpaolo (+44,31%) fino a Banca Mediolanum (+32,98%), in questo caso spinta dalla crescita del business del risparmio gestito.
I migliori titoli
Tra i primi dieci titoli del Ftse Mib appare quasi inevitabile il buon andamento di Leonardo (+73,09%), uno dei leader europei nel settore della difesa, in un clima geopolitico tormentato e caratterizzato da una rapida crescita della spesa militare. Crescono a doppia cifra anche Saipem (+67,3%) e Prysmian (+49,45%), un campione dell’industria italiana.
I maggiori cali
I maggiori ribassi — e i risultati inferiori alla media del listino — colpiscono invece alcuni grandi gruppi industriali, energetici e le utilities, il cui risultato finale migliora in parte grazie agli alti dividendi pagati agli azionisti. Maglia nera della categoria è StM, in calo del 47,65%, penalizzata dalla dura competizione nel settore dei microchip. Il caso di Stellantis, crollata del 41,42% è sotto gli occhi, insieme alla caduta del settore auto in tutta Europa. Campari, in ribasso del 41,42% ha scontato un inaspettato cambio del management.Â
La spinta dei dividendi
Eni, con il suo -17,5% riduce le perdite in virtù di un dividendo del 7,5%. E anche Enel, in sostanziale parità , può vantare un risultato complessivamente positivo grazie ad un dividendo superiore al 6%. Per il 2025 gli analisti e gli «strategist» di portafoglio si aspettano ancora buone performance dall’investimento azionario, soprattutto in Europa, dove i tassi di interesse sono in discesa. Su Wall Street, baciata da rialzi del Nasdaq e dell’S&P 500 di poco inferiori al 30% pesano valutazioni esageratamente alte e una possibile maggior prudenza nelle scelte di taglio dei tassi da parte della Fed.
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