Il punto della situazione sull’eolico in Calabria, tra le regioni più impegnate sul fronte dell’energia green in Italia: l’obiettivo è quello di raggiungere l’autosufficienza energetica. Ambizioso, certo, ma non impossibile, visto che conta più di 400 impianti eolici, e il numero è destinato ad aumentare con gli anni.
Eolico in Calabria, a che punto siamo
Negli ultimi anni il governo si è concentrato sullo sviluppo delle energie rinnovabili, con alcune regioni che hanno scelto di investire in modo cospicuo e massiccio. L’eolico in Calabria è estremamente diffuso: le sue prestazioni sono ben sopra la media, considerando che contribuisce all’energia green prodotta in Italia con il 7%. I parchi eolici costruiti in Calabria di certo hanno avuto un impatto significativo, e la regione è in prima linea per la transizione energetica.
Il motivo è semplice da comprendere: parliamo di una regione che è perennemente esposta al soffio dei venti. Tra i luoghi in cui c’è una presenza massiccia di parchi eolici segnaliamo in particolare le province di Catanzaro e Crotone. Sono proprio i flussi d’aria così intensi e frequenti ad attirare la curiosità dei più: la possibilità di avere energia pulita in un luogo strategico è un vantaggio da non sottovalutare. Nonostante produca una percentuale di energia pulita ben più alta di quella consumata, c’è da dire che ancora oggi non riceve il giusto supporto. Lo slancio è dovuto anche all’Obiettivo del 2030 fissato dall’Unione Europea e che la regione – si prevede – raggiungerà senza grossi sforzi.
La proposta per regolamentare la materia
Naturalmente, l’impegno della regione nei confronti dell’energia pulita è massimo, ma non bisogna sottovalutare nemmeno le controversie di cui si è parlato negli ultimi anni, che mirano a strutturare un piano per regolamentare la materia, come quella avanzata dall’ex sindaco di Soverato, Ernesto Alecci, consigliere regionale del PD.
“Voglio precisare che la mia posizione non è contraria alle rinnovabili, assolutamente, ma in Calabria ormai non ci sono regole e non si intravede la volontà da parte della Regione di regolamentare questa materia. Al riguardo, ho già presentato nei mesi scorsi una proposta di legge che intende fermare questo scempio per dare vita ad una regolamentazione delle licenze future. Perché sebbene si tratti di energia rinnovabile, bisogna tenere conto, oltre allo sfregio del paesaggio, che per ogni pala eolica di questo tipo occorre piantare nel terreno fino a 400 tonnellate di cemento, senza considerare i mezzi per il trasporto di questo cemento, le perdite di olio dalle pale, l’eventuale disboscamento etc».
La Calabria continua in ogni caso a impegnarsi nella realizzazione di parchi eolici, di impianti fotovoltaici, di impianti di trigenerazione: il territorio è ricco di fonti rinnovabili, tra cui sole, acqua e vento in abbondanza.
I vantaggi dell’energia eolica
L’energia eolica rappresenta una delle fonti di energia rinnovabile più promettenti e sostenibili disponibili oggi. La sua capacità di generare elettricità senza emettere gas serra o altri inquinanti si pone come soluzione contro la lotta al cambiamento climatico. Tra i principali vantaggi citiamo l’inesauribilità: il vento è una risorsa naturale che non si può esaurire, come invece accade con i combustibili fossili, ormai definiti limitati e dannosi per l’ambiente.
L’impatto sull’ambiente? Rimane minimo, nonostante le preoccupazioni avanzate comunque da alcuni esponenti della regione. Le turbine eoliche non occupano uno spazio infinito sulla terra; il terreno viene dunque destinato anche ad altre attività (pensiamo all’agricoltura o all’allevamento, alla presenza delle fabbriche).
Per il resto, una volta installate, le turbine richiedono una manutenzione minima e hanno una durata di vita operativa che può superare i 20 anni, quindi vanno considerate, di fatto, come un investimento a lungo termine. Grazie all’impegno della regione nella realizzazione di parchi eolici, si va a realizzare il sogno ambizioso dell’indipendenza dai combustibili fossili importati. Con due importanti vantaggi: si sostiene maggiormente la stabilità economica del territorio e si riducono i rischi associati alle fluttuazioni dei prezzi del petrolio e del gas.
Possiamo sicuramente aspettarci ulteriori passi in avanti, in particolare proprio perché si sta avvicinando il 2030, la data in cui l’Unione Europea si aspetta di osservare un cambiamento significativo, in cui ogni Paese ha fatto la sua parte per un’Europa molto più sostenibile e vicina all’ambiente. I cambiamenti sono appena cominciati, e sia i privati cittadini quanto le aziende sono ormai proiettati sul futuro: più green, per noi, le generazioni future e il pianeta.
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