Sap trascina la borsa tedesca, in volo nonostante la crisi industriale

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La Germania è in crisi industriale ma la sua borsa principale, il Dax di Francoforte, è in una fase di robusta crescita. La realtà economica del Paese tradizionalmente guida dell’Europa racconta una realtà duale e apparentemente contraddittoria, ma che spiega molto della profonda e complessa transizione che il sistema tedesco sta vivendo.

I due volti dell’economia tedesca

Da un lato, ci sono la recessione dell’industria tradizionale, a partire dai colossi dell’automotive come Volkswagen, l’inverno dell’acciaio incarnato dall’ampio piano di riduzione personale di ThyssenKrupp, la ricaduta di questi problemi sulle filiere come dimostrato dai travagli di Bosch. C’è la crisi di sistema di un modello che si fondava su un presupposto a lungo mai smentito: il mondo avrebbe avuto sempre fame di prodotti tedeschi, e l’appetito sarebbe cresciuto in continuazione.

Dall’altro, c’è una borsa di Francoforte che nel 2024 si è dilatata in capitalizzazione del 18,7%, seconda tra le grandi di Europa e Stati Uniti solo all’S&P500 di Wall Street trainato da Nvidia e dai colossi dell’intelligenza artificiale. A guidare il listino della capitale finanziaria d’Europa sono titoli estranei alla tradizionale alta borghesia del capitalismo industriale tedesca e legati ai settori dell’economia dei servizi.

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Sap guida il volo della borsa di Francoforte

Da segnalare, in particolare, il ruolo di Sap, azienda specializzata nella gestione di grandi apparati gestionali informatici con cui le aziende possono governare i loro processi interni, dalla logistica all’entrata merci. Sap, basata a Walldorf nel Baden-Wurttemberg, sta spingendo sulle soluzioni cloud e sull’efficientamento dei processi di gestione dati e sta avendo per questo motivo una spinta al business. Assieme all’olandese Asml, colosso della litografia che produce alcuni dei macchinari più importanti per l’industria dei semiconduttori, Sap è l’unico vero campione tecnologico europeo, e di recente ha superato l’azienda di Veldhoven come primo gruppo del settore dell’innovazione di frontiera per capitalizzazione nel Vecchio Continente.

Assieme a Sap, il Financial Times indica altri sei titoli come market-mover della crescita borsistica di Francoforte: ” il big della Difesa Rheinmetall, il conglomerato industriale Siemens, Siemens Energy, Deutsche Telekom e le compagnie assicurative Allianz e Munich Re”. Aziende simbolo di una Germania che ha saputo innovare il business tradizionale, come Siemens, o di servizi che si uniscono a investimenti e internazionalizzazione, a cui si aggiunge un caso a sé, quello di Rheinmetall, divenuta l’azienda più strategica per la Difesa europea per i suoi appalti in settori strategici del mercato degli armamenti e dei mezzi militari. 

Un mondo che è già cambiato

Queste aziende, nota il Ft, sono beneficiate dal fatto di aver una catena del valore meno impattata dalle crisi strutturali dell’export tradizionale tedesco e dal poter presidiare efficacemente dalla testa del gruppo i propri processi aziendali. Questa dicotomia lascia pensare che in fin dei conti la crisi tedesca possa, in prospettiva, portare all’emersione di nuovi settori e nuovi leader a cui guardare per misurare lo stato di salute dell’economia più ampia d’Europa.

Ormai, del resto, l’auto a Francoforte ha un peso minore rispetto al passato, così come lo ha il resto dell’industria pesante. Il primo gruppo manifatturiero per capitalizzazione è oggi la farmaceutica Merck, che con 62 miliardi di dollari di capitalizzazione è sesta dietro Sap, Siemens, Deutsche Telekom, Allianz e Munich RE. Per quanto riguarda l’auto, Mercedes (52,8 miliardi), Bmw (49,5 miliardi) e Volkswagen (45,93 miliardi) sono tra il nono e l’undicesimo posto, superate all’ottavo posto da Porsche, che sta alle altre aziendi della filiera come Ferrari a Stellantis, e in virtù di un posizionamento più da brand luxury che da produttore d’auto attira gli investitori, capitalizzando quasi 55 miliardi di euro. C’è un mondo che cambia, e alla Germania a segnalarlo è il cuore stesso della sua finanza. Alle autorità e alle imprese il compito di capire come riadattare l’economia del Paese anche in relazione di queste indicazioni.

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