La gestione separata – Manageritalia

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Claudio Grossi,
partner Progetica per Assidir

Le gestioni separate hanno vissuto tre stagioni per gli investitori privati. La prima è stata quella della “performance”. Qualche lustro fa, il prodotto migliore era quello che segnava il rendimento più alto, senza troppe discussioni.

Era l’epoca di un mondo mono dimensionale, fatto di risultati. I titoli di Stato italiani offrivano rendimenti dal 4% al 5% e quindi l’importante era investire in quei titoli senza troppe considerazioni sofisticate.

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Dal rendimento al rischio

Poi siamo entrati nella seconda fase, quella bidimensionale, dove la cronaca ci ha fatto ricordare che oltre al rendimento era utile considerare anche il rischio. Perché quello che si reputava risk free (privo di rischio) fino al giorno prima, in realtà, non lo era.

Emittenti spregiudicati (1) ed effetti domino di panic selling (2) hanno fatto emergere quanto fosse necessario tenere sotto controllo il rating degli emittenti dei titoli, perché i “pranzi gratis” non esistono.

Il fattore tempo dopo la pandemia

Infine, siamo arrivati alla terza fase, quella venuta dopo la pandemia, nella quale abbiamo compreso che oltre al rischio/rendimento era necessario considerare, come fattore determinante, anche il tempo. I rendimenti dei titoli di Stato degli emittenti più accreditati sono arrivati a segnare performance negative, abbiamo compreso che la gestione separata, investendo in titoli prevalentemente a scadenza, in un periodo di tassi in discesa, possiede titoli che non vengono più emessi e, quindi, a maggiore valore aggiunto per l’investitore nel tempo.

Come ci ricorda il premio Nobel Daniel Kahneman, “Le decisioni migliori non sono sempre intuitive; sono il risultato di una riflessione consapevole”, quindi vale la pena conoscere quali siano le ulteriori attività sottostanti a una gestione separata, quelle che compiono ogni giorno i gestori su questi strumenti, rendendoli il tipo di strumento adatto ai sotto scrittori con fini previdenziali.

Diversificazione e controllo del rischio

La gestione separata è lo strumento adatto a raggiungere obiettivi di vita che richiedono stabilità e sicurezza in un quadro di solidità complessiva. Questo obiettivo viene raggiunto dai gestori tramite sostanzialmente due ingredienti: diversificazione e controllo del rischio nel presente e nel futuro.

La gestione separata ha meccanismi specifici che attribuiscono alla tipologia di prodotto maggiore stabilità nell’oscillazione dei prezzi e consentono di tutelare il patrimonio degli investitori, perché è separato da quello della Compagnia. Tanto è vero che il capitale può essere incassato solo dai clienti della Compagnia (vedi articolo su Dirigente 5-2023: “La questione dei riscatti delle polizze vita sospesi”). Ma ci sono i già citati ingredienti ad alto valore aggiunto di tipo gestionale che portano benefici al possesso di questa tipologia di strumento.

Diversificazione del portafoglio

Il primo è quello di essere uno strumento diversificato. La diversificazione è il primo atto di investimento razionale da compiere per gestire un patrimonio. Diversificare significa ridurre al minimo il “rischio specifico” e sopportare il solo “rischio di mercato” che, per definizione, non è ulteriormente diversificabile. Il grafico 1 spiega bene questo concetto.

Leggiamolo da sinistra verso destra. Un portafoglio composto da 1 o 2 titoli ha un alto rischio (poniamo 100% su una scala da 0 a 100%). Ma via via che si aggiungono titoli in portafoglio, ci spostiamo verso destra e il rischio, misurato come oscillazione, si riduce fino a convergere sul rischio di mercato (nel grafico circa 20%)3. Ecco, quindi, che la diversificazione riduce il rischio totale del portafoglio.

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La Convenzione Antonio Pastore

Nel caso delle gestioni separate della Convenzione Antonio Pastore, la diversificazione media dei mandati ai gestori è rappresentabile con un grafico sintetico dell’anno corrente (vedi grafico 2)4. In questa ripartizione, si evince una componente importante di titoli di Stato italiani, come normale che sia, ma emerge un’importante presenza di titoli di Stato dell’area Euro e di obbligazioni che riducono il rischio specifico e aumentano le qualità di efficienza del portafoglio globale.

Controllo del rischio degli emittenti

Il secondo ingrediente è il controllo del rischio degli emittenti. Analizzando nel dettaglio i portafogli investiti nelle gestioni separate della Convenzione Antonio Pastore, è interessante notare come la valutazione media degli emittenti dei titoli in portafoglio risulti pari a Investment grade e, all’interno di questa macro-classe, un voto finale pari ad A. Questo risultato è frutto
delle scelte dei gestori che hanno trovato un equilibrio tra emittenti a basso rischio (seppure con minor rendimento atteso) e alto rischio (quindi maggior rendimento atteso). Il risultato fina le è di avere innalzato il voto globale del portafoglio investito rispetto, per esempio, a un portafoglio in soli titoli di Stato italiani, che avrebbe invece un rating molto più basso, pari a BBB (vedi grafico 3).

Opportunità per il lungo termine

Le gestioni separate sono quindi un mezzo per raggiungere l’obiettivo di stabilità e crescita di capitale sul lungo termine e, se gestiti e controllati puntualmente tenendo presenti questi aspetti, come nel nostro caso, rappresentano un’opportunità per il futuro con una prospettiva di lungo termine. Hanno dimostrato di sapersi distinguere per la capacità di adattarsi ai mutamenti economici senza sacrificare il valore accumulato e, in un contesto sempre più complesso, offrono una risposta efficace alle esigenze di chi desidera proteggere il capitale dalle incertezze dei mercati.

1. Si veda il fallimento di Lehman Brothers e tutte le conseguenze sul mercato creditizio.
2. Il 15 settembre 2008 il Dow Jones perse il 4,41% in un giorno. La peggiore performance dopo quella dell’11 settembre.
3. Come dimostra già W.F. Sharpe nel 1970. 
4. Il grafico a torta, per sintesi non visualizza le tipologie di investimento inferiori all’1%. I valori sono calcolati come media delle composizioni comunicate da ogni Gestore secondo il rispettivo prospetto ultimo pubblicato.

composizione media delle tipologie investite in gestione separata

controllo del rischio degli emittenti

Finanziamenti e agevolazioni

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