Elon Musk scrive un editoriale sul giornale tedesco: «AfD vi salverà»

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di
Irene Soave

Alla «Welt» scattano dimissioni per protesta: «Un’ingerenza inaccettabile»

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DALLA NOSTRA INVIATA 
BERLINO – «Chi vuole governare la Germania dovrà rimettere al suo posto Elon Musk». È il titolo di un editoriale comparso ieri sullo Spiegel (online); ed è un vasto programma. L’uomo più ricco del mondo è entrato a gamba tesa nella campagna elettorale tedesca già prima che il capo dello Stato le desse il via venerdì. E lo ha fatto — «da investitore nelle industrie e nelle tecnologie del Paese», ma anche col piglio dell’arcimiliardario abituato a dire tutto quel che vuole — per appoggiare l’estrema destra di Alternative für Deutschland. Prima su X, il social di sua proprietà, definendo l’Afd come «gli unici che possono salvare questo Paese» e il cancelliere Olaf Scholz «un idiota incapace».

Ieri ha rinunciato in via eccezionale al suo disprezzo per i media tradizionali e pubblicato tre colonne di editoriale sulla Welt am Sonntag, edizione del sabato del quotidiano liberal-conservatore di Axel Springer, il quarto più letto del Paese. Titolo: «Perché Elon Musk appoggia l’Afd». 




















































Non è bastato l’editoriale gemello, firmato dal giornalista che dall’1 gennaio dirigerà il quotidiano, Jan Philipp Burgard, e intitolato «Perché si sbaglia»; l’intervento di Musk resta un’ingerenza inaccettabile per molti. 

La stessa caporedattrice della sezione «Opinioni» della Welt, Eva Marie Kogel, si è dimessa per protesta venerdì notte. E proprio venerdì, nel discorso con cui annunciava lo scioglimento del parlamento, il presidente della Repubblica Frank-Walter Steinmeier aveva denunciato le «influenze esterne sfacciate e intense» esercitate dall’uomo più ricco del mondo, che per le concertazioni e le procedure delle democrazie mature, come lo è la Germania, ha mostrato spesso insofferenza — parteggiando invece per personaggi eccentrici se non eversivi, rispetto alla politica tradizionale, come l’«anarco-capitalista» argentino Javier Milei, il britannico Nigel Farage e il presidente eletto Usa Donald Trump. «Le decisioni sul voto riguardano solo i tedeschi», ha detto venerdì Steinmeier. 

Musk però è intervenuto di nuovo. «La Germania è in un momento critico», scrive l’imprenditore, che in Germania possiede, tra l’altro, una «Gigafactory» di Tesla con tanto di club techno annesso. «Afd è l’ultima scintilla di speranza per il Paese». Argomenti chiave dell’endorsement: i migranti, ai quali la Germania ha «aperto le porte certo con buone intenzioni, ma causando tensioni sociali». 

Poi la politica energetica: ci va un nucleare sicuro e un approccio pragmatico. Sottinteso, con la Russia: che però nel programma di Afd, che non è chiaro quanto Musk conosca, è trattata con più simpatia dei suoi Stati Uniti. Poi l’innovazione: tema «che Afd ha a cuore». Poi: «i partiti tradizionali in Germania hanno fallito», e «anche se Afd viene definita estrema rappresenta solo il realismo che molti tedeschi non trovano nell’establishment attuale». Definirli neonazisti: pensate ad Alice Weidel, la presidente del partito, che sta con una donna, e dello Sri Lanka! Vi sembra Hitler?». 

Il duello non è più Scholz contro Merz, scrivono in tanti, ma l’uomo più ricco del mondo contro la democrazia; e certo nei partiti tradizionali, che vuole «in crisi», Musk per ora non trova un argine. Il capo dei liberali Christian Lindner, già «sabotatore» del governo caduto, gli ha rivolto di recente più complimenti; il suo ministro dei trasporti Volker Wissing lo ha criticato; quasi tutti, a sinistra, ne parlano come di una minaccia, e intanto però ne parlano, e il caso dell’editoriale di ieri contribuisce a rimettere il miliardario a capotavola nella campagna. 

Nei sondaggi Afd ha il 19% dei voti: è il secondo partito. Sono dati del 23 dicembre: nei prossimi forse l’effetto Musk si potrà contare.

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29 dicembre 2024 ( modifica il 29 dicembre 2024 | 06:57)

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