Effettua la tua ricerca
More results...
Mutuo 100% per acquisto in asta
assistenza e consulenza per acquisto immobili in asta
Hezbollah ha iniziato a “inviare messaggi a coloro che sono coinvolti nel cessate il fuoco con Israele“, affermando che, se nel sud del Libano “non si riuscirà a fermare l’aggressione israeliana, non esiterà a implementare l’accordo riguardante il diritto del Paese a difendersi”. Lo riferisce il quotidiano libanese “Al-Akhbar”, affiliato a Hezbollah, aggiungendo che “ci sono crescenti preoccupazioni circa il raggiungimento del punto di rottura del cessate il fuoco, alla luce delle attività dell’Idf nei villaggi di confine”.
Le Idf hanno intanto pubblicato il filmato di un tunnel della forza d’élite Radwan di Hezbollah, recentemente scoperto e demolito nel Libano meridionale. Secondo l’esercito israeliano, il passaggio sotterraneo lungo 100 metri veniva utilizzato da Hezbollah per immagazzinare numerose armi, apparecchiature di sorveglianza e altri equipaggiamenti militari.
Il tunnel conduceva anche a un centro di comando di Hezbollah, dove le Idf affermano di aver trovato lanciarazzi utilizzati in precedenti attacchi contro Israele, insieme a numerosi ordigni esplosivi.
Nuova ondata di raid su Gaza
Almeno nove civili palestinesi, tra cui tre bambini, sarebbero intanto stati uccisi e un numero ancora da determinare ferito nella notte in una nuova ondata di raid aerei israeliani su diverse parti della Striscia di Gaza.
I corrispondenti dell’agenzia di stampa Wafa hanno riferito che uno dei bombardamenti della notte ha colpito la casa di una famiglia situata nel campo profughi di Al Maghazi, nel centro dell’enclave palestinese, e le vittime sono state trasferite all’ospedale Al Aqsa della vicina città di Deir al Balah.
Le forze aeree israeliane hanno anche bombardato le tende di un insediamento di rifugiati a Mawasi, nella città di Rafah, nel sud della Striscia. I feriti sono stati portati all’ospedale Nasser nella città meridionale di Khan Younis.
Almeno due persone sarebbero quindi rimaste uccise e diverse altre ferite nei bombardamenti israeliani nelle zone di Jabalia al-Balad e Jabalia al-Nazla, nella parte settentrionale della Striscia di Gaza, riporta al Jazeera, precisando le due persone uccise sono state colpite da un attacco avvenuto per mezzo di un drone.
Direttore ultimo ospedale funzionante a Gaza smentisce arresto
Secondo un messaggio pubblicato sul suo account Instagram, il direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Gaza, Hussam Abu Safiya, non è stato arrestato dalle forze israeliane, contrariamente a quanto riferito da funzionari del Ministero della Salute di Gaza, gestito da Hamas, che avevano dichiarato che Abu Safiya era stato arrestato insieme a decine di membri del personale medico del Kamal Adwan.
“Tutto ciò che circola sull’arresto del dottor Hussam Abu Safiya è una notizia falsa”, afferma una dichiarazione pubblicata nella sua storia su Instagram da qualcun altro e non dal medico stesso. “Grazie a Dio sta bene, ma le comunicazioni e la rete sono pessime”, aggiunge il messaggio.
Idf: “Intercettato missile da Yemen”
L’Idf ha reso noto di aver intercettato un missile lanciato dallo Yemen prima che attraversasse il territorio israeliano. Secondo le forze armate, sono suonate sirene a Gerusalemme, nella zona del Mar Morto e in alcune parti del Negev per la possibilità di caduta di detriti. Lo riporta Haaretz.
Proteste sotto casa Netanyahu, 5 arresti
Cinque manifestanti che protestavano per il rilascio degli ostaggi sono intanro stati arrestati fuori dalla casa del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu a Gerusalemme. Circa 20 persone si erano radunate fuori dalla residenza del premier stamattina presto – ha riferito Channel 12 – gridando con gli altoparlanti che gli ostaggi stanno soffrendo nei tunnel di Hamas in inverno, “al freddo, torturati e malati”, mentre Netanyahu è rintanato nella sua casa protetta.
I manifestanti hanno anche gridato che la moglie del premier era sotto inchiesta da parte della polizia e che suo figlio stava evitando il servizio di riserva in tempo di guerra perché vive a Miami. “Tutto si sta chiudendo su di voi. Noi, il popolo, non dimenticheremo e non perdoneremo”, hanno urlato, suonando tamburi e altri strumenti.
Dopo circa 20 minuti si sono dispersi e, mentre se ne andavano, molti di loro sono stati fermati dalla polizia e trattenuti per essere interrogati in una vicina stazione di polizia. Le forze dell’ordine hanno dichiarato che sono stati arrestati per aver violato le restrizioni relative al rumore.
***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****
Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link