Supplenze e spese ridotte, “le pagelle” per i presidi

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Le pagelle, da quest’anno, arriveranno anche per i presidi. È questa una delle maggiori novità, annunciata dal ministro all’istruzione Giuseppe Valditara al Messaggero, per il 2025: i dirigenti scolastici verranno quindi valutati proprio come accade ai loro studenti. E saranno “esaminati” su più fronti, per verificare la loro capacità nel gestire una scuola e renderla efficiente.

LA GRIGLIA

Tra gli ambiti presi in esame ci sono i tempi per chiamare una supplenza breve o per pagare regolarmente le fatture ai fornitori, i rapporti con il territorio e la capacità nel rispondere a tutte le pratiche burocratiche che il loro ruolo gli impone. Il tema della valutazione dei presidi ha radici lontane, non è la prima volta che i dicastero di viale Trastevere prova ad introdurla ma questa volta si fa sul serio. Si parte da quest’anno, in via sperimentale, per poi andare a regime nel 2025-2026. Con la valutazione, fatta tramite veri e propri punteggi, cambierà anche l’assegnazione della retribuzione di risultato: i presidi riceveranno i “premi di produzione” solo se si aggiungono gli obiettivi prefissati dall’amministrazione. Si tratta di una procedura necessaria per adeguare il trattamento dei dirigenti della scuola a quello dei dirigenti della Funzione Pubblica, di cui fanno parte, per i quali non è possibile erogare i compensi senza una vera valutazione. Ma il mondo della scuola, per molti aspetti, è diverso dal resto della Pubblica amministrazione: a bloccare la valutazione dei dirigenti della scuola infatti, fino ad oggi, è stata proprio la difficoltà di valutare l’operato di un preside in termini di rendimento scolastico dei suoi alunni.

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D’ora in poi verranno valutati in base alla tempistica nella gestione delle supplenze brevi, nelle scadenze amministrative tra cui la pubblicazione degli adempimenti da parte dei revisori dei conti, la puntualità nei pagamenti con il saldo delle fatture, ad esempio con i fornitori e nella formazione del personale.

I dirigenti avranno punteggi in più anche tramite l’attuazione del Ptof, il Piano triennale dell’offerta formativa, con i progetti per l’orientamento, l’educazione civica, le materie Stem e la partecipazione alle reti scolastiche ad esempio con scambi culturali anche con scuole estere. «Questa volta, rispetto al passato, ci si è concentrati su aspetti oggettivi – spiega Antonello Giannelli presidente dell’Associazione nazionale di presidi – come la pubblicazione di documenti o del Pof: in questo modo i dirigenti sanno bene cosa tenere sotto controllo per non sbagliare. Siamo da sempre favorevoli alla valutazione dei dirigenti scolastici come per ogni figura dirigenziale. Anche perché questo è il primo passo importante verso una vera equiparazione con le altre figure dirigenziali della Pubblica amministrazione. Vale la pena ricordare che i dirigenti scolastici percepiscono la retribuzione più bassa rispetto a tutti gli altri dirigenti dello Stato, nonostante abbiano la responsabilità di circa 150-200 dipendenti, che fanno parte del personale scolastico, a cui si aggiunge una media di mille studenti. La retribuzione della dirigenza scolastica deve essere armonizzata con quella della stessa area contrattuale, quindi con i dirigenti dell’università e degli enti di ricerca. Serve il finanziamento del Fun, il fondo unico nazionale. E’ chiaro che a maggiori obblighi corrispondono maggiori diritti».

LA PROCEDURA

La valutazione verrà portata avanti dagli uffici scolastici territoriali che, prima dell’avvio di ogni anno scolastico, devono assegnare ai dirigenti gli obiettivi da raggiungere. Durante l’anno i dati relativi agli obiettivi vengono inseriti su una piattaforma informatica ad hoc e i dirigenti possono integrare con informazioni aggiuntive per spiegare eventuali problemi nel raggiungimento dei target: «Un dirigente – continua Giannelli – non può essere penalizzato per problemi che non dipende dalla sua volontà. Le piattaforme e i sistemi informatici devono funzionare così come le graduatorie per le supplenze». Per quest’anno, il 2024-2025, si parte con una fase transitoria per cui gli obiettivi e i target saranno semplificati, la definizione degli obiettivi sarà posticipata a gennaio 2025 e l’attribuzione del punteggio finale arriverà entro la fine dell’anno scolastico.

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