Vladimir Putin ha recentemente sottolineato l’intenzione di Mosca di porre fine al conflitto in Ucraina, dichiarando che la guerra dovrebbe concludersi attraverso un processo diplomatico. Le parole di Putin sono arrivate al termine di un vertice informale della Comunità degli Stati Indipendenti e dell’incontro del Consiglio Supremo Eurasiatico, tenutisi nella regione di Leningrado. Durante queste discussioni, il presidente russo ha ribadito il desiderio di porre fine alle ostilità, evidenziando che la Russia non ha alcuna intenzione di continuare la guerra, ma che la fine del conflitto deve avvenire su nuove basi, quelle delle “realtà territoriali” che la Russia ha acquisito nel corso del conflitto.
La proposta di negoziati in Slovacchia
Il primo ministro slovacco Robert Fico si è offerto di ospitare i negoziati di pace tra Russia e Ucraina in Slovacchia. Fico ha indicato che il suo paese è pronto a fungere da mediatori in un processo che potrebbe, almeno teoricamente, porre fine al conflitto. La proposta ha ricevuto una risposta positiva da parte di Putin, il quale ha dichiarato che Mosca non è contraria a questa opzione, anzi, ha confermato l’interesse per una possibile soluzione diplomatica.
Putin ha anche precisato che i negoziati devono partire da una visione che tenga conto delle nuove realtà territoriali stabilite durante il conflitto. In altre parole, la Russia sembra disposta a discutere una fine del conflitto, ma solo se le attuali posizioni sul campo, che vedono la Russia in controllo di parte dei territori ucraini, vengano riconosciute.
Le dichiarazioni di Zelensky sulla fine della guerra
Dal lato ucraino, il presidente Volodymyr Zelensky ha espresso la volontà di mettere fine alla guerra, ma con la condizione fondamentale che l’Ucraina resti “forte”. Zelensky ha dichiarato che l’obiettivo è quello di concludere la guerra entro il 2025 attraverso un percorso diplomatico, ma ha anche ribadito che la sovranità e l’integrità territoriale dell’Ucraina devono essere rispettate. La posizione di Zelensky risulta chiara: la pace non può essere raggiunta con concessioni che compromettano l’indipendenza del suo paese.
La posizione degli Usa
Gli Stati Uniti, come annunciato più volte nell’ultimo anno dal neopresidente Donald Trump, hanno intenzione di tagliare gli aiuti all’Ucraina, ponendo l’Europa davanti al dilemma di prendere il suo posto sul fronte degli aiuti militari. Questo significherebbe, per il Vecchio Continente, moltiplicare per due i contributi annuali – ad oggi circa 20 miliardi, sostenuti in gran parte dalla Germania – e in un momento in cui, per giunta, l’economia non è al suo meglio.
Nel frattempo Joe Biden – grande sostenitore dell’Ucraina – nelle scorse ore ha fatto la sua mossa autorizzando Kiev a utilizzare missili a lungo raggio Atacms per colpire le forze russe e nordcoreane solo nella regione russa di Kursk, proprio dove Mosca sta spingendo per evitare che quel territorio rientri negli ipotetici negoziati.
Secondo Putin, il futuro della pace non può prescindere da un riconoscimento dei territori che la Russia ha conquistato, inclusi quelli che sono stati annessi illegalmente. In contrapposizione, l’Ucraina e la maggior parte della comunità internazionale non riconoscono queste acquisizioni come legittime. Questo rende il processo negoziale estremamente difficile, poiché entrambe le parti sembrano non voler fare concessioni su questioni territoriali di capitale importanza.
La posizione della Germania
Nel corso di una telefonata con Putin, Scholz ha cercato di sollecitare il presidente russo a prendere in considerazione una soluzione diplomatica che porti a un cessate il fuoco duraturo. La Germania, come molti altri paesi europei, è favorevole a una risoluzione pacifica del conflitto, ma insiste che tale soluzione debba rispettare i principi di sovranità e integrità territoriale.
Tuttavia, le posizioni divergenti tra le potenze occidentali e la Russia sembrano rendere ancora più complicata una risoluzione che soddisfi entrambe le parti. Mentre l’Occidente è favorevole a una Ucraina indipendente e libera, la Russia insiste su un riconoscimento delle “nuove realtà” territoriali, proponendo una condizione che, se accettata, potrebbe alterare definitivamente l’assetto geopolitico dell’Europa orientale.
La proposta di un negoziato in Slovacchia potrebbe segnare una svolta nelle trattative di pace, ma la strada è ancora lunga e tortuosa. La diplomazia è senza dubbio l’unica alternativa per evitare ulteriori escalation, ma le divergenze su questioni fondamentali come i confini e la sovranità sembrano ostacolare un accordo concreto. Se da un lato la Russia è disposta a discutere una fine del conflitto, dall’altro l’Ucraina non intende cedere su questioni vitali come la restituzione dei territori occupati.
Vincenzo Ciervo
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