Approvata la nuova Legge di bilancio 2025. Una manovra prudente, un provvedimento del valore di circa 30 miliardi di euro che guarda a famiglie, imprese, pensionati e donne (e mamme) lavoratrici
Il Senato ha detto sì alla Legge di Bilancio 2025 che con 108 voti favorevoli, 63 contrari e un astenuto diventa legge. La nuova finanziaria conferma il taglio del cuneo fiscale e l’introduzione di tre nuove aliquote Irpef, l’introduzione dell’Ires premiale, politiche a favore delle famiglie (estensione della retribuzione del congedo parentale e bonus bebè) e la possibilità di andare in pensione a 64 anni. “Rivendico come un valore l’atteggiamento di prudenza del Governo”, ha detto il ministro Giancarlo Giorgetti nel suo intervento al Senato a proposito del provvedimento del valore di circa 30 miliardi di euro.
TAGLIO DEL CUNEO FISCALE E TRE SCAGLIONI IRPEF DIVENTANO STRUTTURALI
Due misure che insieme determinano un effetto complessivo pari a circa 18 miliardi annui. La manovra conferma e rende strutturale il taglio del cuneo fiscale per i redditi medio-bassi ed esteso ai redditi fino a 40.000 euro. La nuova legge di bilancio prevede un taglio del cuneo contributivo per i redditi fino a 20.000 euro mentre per i redditi tra 20.000 e 40.000 euro il taglio diventa fiscale “con una detrazione fissa di 1.000 euro fino a 32.000 euro, detrazione che diminuisce progressivamente fino ad azzerarsi (decalage) tra i 32.000 e i 40.000 euro”, si legge sul sito del Ministero dell’economia. La manovra rende strutturale la revisione delle aliquote IRPEF in tre scaglioni “che prevede l’accorpamento dei primi due scaglioni di reddito con l’applicazione dell’aliquota al 23% sugli imponibili fino a 28.000 euro lordi (anziché fino a 15.000 euro)”.
POLITICHE PER LE FAMIGLIE NELLA LEGGE DI BILANCIO 2025: TORNA IL BONUS BEBÈ, MILLE EURO UNA TANTUM
Il contrasto all’inverno demografico che sta attraversando da decenni il nostro paese è uno degli obiettivi del programma di governo del centrodestra. La finanziaria 2025 prova a tenerne contro rintroducendo la misura del bonus bebè: mille euro per ogni bambino nato o adottato nel 2025. I genitori richiedenti non possono avere un Isee superiore ai 40mila euro. A questa misura una tantum si aggiunge l’estensione della percentuale di remunerazione prevista dal congedo parentale che passa dal 60 all’80% per tre mesi. Confermato ed esteso alle lavoratrici a tempo determinato e a quelle autonome, il bonus mamme lavoratrici: uno sgravio contributivo che dal 2025 spetta alle lavoratrici madri di due o più figli, fino al compimento del decimo anno d’età del figlio più piccolo. Per il triennio 2025-2027 viene prorogata la misura che agevola l’accesso al mutuo prima casa con garanzia dello Stato, ma solo per alcune categorie: giovani coppie, famiglie numerose e giovani under 36. A queste misure si aggiunge l’istituzione di un fondo Dote Famiglia, finanziato con 30 milioni di euro che può essere utilizzato per pagare le le attività extra scolastiche dei figli a carico. Per quest’ultimo è necessario un reddito con Isee pari o inferiore a 15.000 euro
“La legge di bilancio conferma la grande attenzione del governo per le famiglie, per la natalità, per le pari opportunità e quindi la conciliazione tra lavoro e famiglia e l’occupazione femminile – ha detto la ministra per la Famiglia, la Natalità e le Pari Opportunità Eugenia Roccella -. A confermare ancora una volta che siamo sulla strada giusta, peraltro, dopo il doppio record di donne occupate certificato dall’Istat arriva oggi lo studio della Cgia di Mestre, secondo il quale l’Italia conta in termini assoluti il più alto numero di lavoratrici indipendenti d’Europa: un dato particolarmente significativo, perché attesta un primato numerico anche rispetto a Paesi più popolosi”.
LA LEGGE DI BILANCIO 2025 GUARDA ALLE IMPRESE: IRES PREMIALE E “PIÙ ASSUMI E MENO PAGHI”
La manovra introduce un’Ires premiale: una riduzione dal 24% al 20% dell’aliquota Ires per le imprese che reinvestono l’80% degli utili, di cui almeno il 30%per investimenti in beni 4.0 e 5.0, e che assumano l’1% di lavoratori in più. Inoltre, per favorire gli investimenti privati per il 2025 la finanziaria stanzia 1,6 miliardi di euro per finanziare un credito di imposta per le imprese che effettuano l’acquisizione dei beni strumentali destinati a strutture produttive del Mezzogiorno. Per i prossimi tre anni è prorogata “la maggiorazione del 20% della deduzione relativa al costo del lavoro derivante da nuove assunzioni di dipendenti a tempo indeterminato effettuate da imprese e professionisti”. Fino al 2027 le aziende potranno avvantaggiarsi di una detassazione, dal 10% al 5%, dell’imposta sostitutiva sui premi di risultato e dell’esenzione fiscale per i fringe benefit (1.000 euro per i lavoratori senza figli e fino a 2.000 euro per quelli con figli). Infine, sale da 30mila a 35mila euro la soglia di reddito da lavoro dipendente o da pensione che permette di beneficiare della flat tax al 15%.
INFRASTRUTTURE: 1,4 MILIONI DI EURO AL PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA
Tra gli interventi previsti per le infrastrutture spiccano i fondi destinati alla Tav, alla strada Sibari-Catanzaro (un miliardo ciascuno) e il finanziamento da 1,4 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto di Messina. Le risorse per quest’ultimo provengono dal Fondo sviluppo e coesione destinate al sud. Nella manovra si trovano anche i fondi per la Metro C di Roma che arriverà fino alla Farnesina.
BONUS CASA: LE NOVITÀ (E I TAGLI) DELLA LEGGE DI BILANCIO 2025
La legge di bilancio per il 2025 riscrive il panorama delle agevolazioni fiscali dedicate alla casa ma introducendo novità e operando qualche taglio. L’Ecobonus, detrazioni Irpef o Ires che arrivavano fino al 65% o, in alcuni casi, all’85% per i condomini che effettuavano interventi di efficientamento energetico, subirà un drastico ridimensionamento. Dal 2025, le aliquote scenderanno al 50% per la prima casa e al 36% per gli altri immobili. Il cosidetto “Superbonus” cambia faccia, lo sconto fiscale passa dal 70 al 65% ma sarà ammissibile solo i lavori già deliberati dai condomini e che abbiano già presentato la Cila entro il 15 ottobre 2024 mentre le spese sostenute nel 2023 potranno essere detratte in 10 anni.
Resiste, invece, il bonus ristrutturazioni che conserva una detrazione del 50%, ma limitata alle prime case e con un tetto di spesa di 96.000 euro. Gli altri immobili che affronteranno ristrutturazioni potranno godere di uno sconto fiscale inferiore che scenderà al 36% dal 2025, con un tetto massimo dimezzato a 48.000 euro. Cessano, invece, le agevolazioni fiscali per l’acquisto di caldaie domestiche alimentate con combustibili fossili. Restano validi i bonus per l’acquisto di mobili ed elettrodomestici se abbinati a interventi di ristrutturazione.
LEGGE DI BILANCIO 2025: NOVITÀ PER PENSIONI E LAVORATORI
La manovra introduce interventi che puntano, da un lato, a favorire la permanenza al lavoro e ovviare alla mancanza di determinate expertise nel settore pubblico e privato, dall’altro a permettere canali di uscita anticipati.
La manovra prevede “la detassazione e l’estensione dell’incentivo contributivo, l’agevolazione che consiste nel riconoscimento in busta paga della quota di contributi a carico del lavoratore, per quanti – in possesso dei requisiti per il pensionamento anticipato – decidano di restare al lavoro (cd. Bonus Maroni)”, scrive il Mef. Inoltre, “per agevolare la permanenza al lavoro nelle Amministrazioni pubbliche, sono state introdotte modifiche alla normativa vigente sia per adeguare i limiti ordinamentali di età ai requisiti anagrafici previsti per l’accesso al pensionamento di vecchiaia, sia per consentire comunque la permanenza in servizio anche dopo aver maturato i requisiti per il pensionamento anticipato. Il pacchetto previdenziale comprende la conferma anche per il 2025 dei canali di uscita anticipata attualmente vigenti (Quota 103, Ape sociale e Opzione donna) e viene introdotta la possibilità di anticipare la pensione a 64 anni attraverso il cumulo della previdenza obbligatoria con quella complementare”.
Il testo della manovra prevede, infine, un aumento di 3 euro delle pensioni minime: l’assegno passerà da 614,7 euro a 617,9 euro mensili.
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