Previsto un aumento della “ricerca” di lavoratori nei primi mesi del 2025. Particolare attenzione allo sviluppo delle startup
ROMA – Un anno che si appresta a iniziare con certe aspettative per le aziende italiane. Vengono infatti registrati dati in aumento sul fronte delle nuove assunzioni, secondo lo scenario delineato dal bollettino del sistema informativo Excelsior realizzato da Unioncamere e dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Uno studio svolto grazie al programma nazionale Giovani, donne e lavoro, cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali. In base a quanto emerge dall’analisi, per quest’ultimo mese dell’anno sono previste 365 mila assunzioni, che salgono a oltre 1,3 milioni per il trimestre dicembre 2024-febbraio 2025.
Si tratta di una crescita rispetto all’anno scorso: le statistiche relative alla domanda di lavoro, infatti, aumentano con 3.410 assunzioni nel mese (-1,0%) e 15.240 nel trimestre (+1,2%). D’altra parte, resta elevata la difficoltà di reperimento segnalata dalle imprese, che riguarda circa 174 mila profili ricercati, pari al 48,9% della domanda di lavoro.
Ulteriori spinte giungono anche nell’ambito delle startup: allo scorso 30 novembre, secondo le informazioni condivise da Invitalia, sono state sostenute oltre 1.600 imprese con circa 11 mila posti di lavoro. L’ad di Invitalia, Bernando Mattarella, menzionando i diversi strumenti con cui viene supportata la nascita e lo sviluppo della startup, ha dichiarato: “Facciamo anche attività per favorire l’incontro delle aziende del nostro sistema Invitalia con investitori. Abbiamo messo 170 startup innovative e 65 finanziatori per favorire lo scale-up di queste aziende.”
C’è poi “una particolare attenzione al programma sull’imprenditoria femminile”, ha aggiunto Mattarella, che ha ricordato come su questo fronte ci sia ancora molta strada da fare: “Sono ancora basse le pmi innovative femminili”. Però, ha sottolineato, “il sostegno diretto con fondo per l’imprenditoria femminile ci ha permesso di ricevere circa 13 mila domande di agevolazioni”.
Per quanto riguarda invece i mezzi e gli strumenti che sembrano dare un certo contributo nel guidare le imprese verso l’innovazione, il benessere organizzativo e la competitività, emerge con più decisione il coaching aziendale. Una risorsa che, tuttavia, in Italia rimane sottoutilizzata, secondo quanto rivelato dall’indagine condotta da Icf Italia. Uno studio che punta a evidenziare il potenziale inespresso del coaching aziendale.
Le imprese italiane si trovano di fronte a due priorità urgenti: aumentare la produttività per competere globalmente e migliorare il benessere interno per attrarre e trattenere i talenti. Il coaching aziendale, secondo quanto affermato da Icf Italia, è idoneo a rispondere a queste esigenze. Dall’indagine, però, emerge che solo il 20% delle imprese dichiara di conoscerlo in modo approfondito, mentre il 44% non ha alcuna familiarità e il 36% ne ha solo sentito parlare.
Il panorama globale, invece, mostra dati differenti: la 2022 Icf Global consumer awareness study, mostra che il 73% degli intervistati a livello mondiale dichiara di avere una certa familiarità con il coaching, un aumento significativo rispetto al 51% del 2010, evidenziando un maggiore riconoscimento della professione nei mercati più avanzati.
In Italia, molte aziende percepiscono il coaching come uno strumento limitato alla motivazione del personale (23,3%) o al miglioramento del clima aziendale (26,4%). Inoltre, In Italia, le aziende che non adottano il coaching citano come principali ostacoli la mancanza di tempo per implementarlo (58,8%), la mancanza di budget (44,3%) e una parte minoritaria evidenzia difficoltà nell’identificazione di coach qualificati.
Sul piano dei risultati, in base allo studio di Icf Italia, il coaching dimostrerebbe di avere un impatto significativo: negli Stati Uniti e nei mercati emergenti, aziende che integrano il coaching nei processi organizzativi riportano miglioramenti del 45% nella fiducia tra team, del 37% nella produttività e del 31% nella soddisfazione dei dipendenti. Anche le aziende che hanno adottato programmi di coaching aziendale in Italia riportano risultati: 96,4% miglioramento della comunicazione interna, 85,9% maggiore coesione e clima positivo, 56,3% avanzamento nello sviluppo delle competenze del personale.
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