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Quanto tempo è necessario attendere prima che la Corte Costituzionale dichiari illegittima una legge e la cancelli dal nostro ordinamento?
Quando una legge non piace al popolo, la disobbedienza civile è forse la soluzione meno opportuna per sbarazzarsene: una norma non perde efficacia per “desuetudine” (ossia a seguito di generalizzata e ripetuta disapplicazione). Bisognerebbe piuttosto tentare la carta del referendum abrogativo (laddove possibile) e raccogliere 500mila firme; oppure sperare in una nuova maggioranza parlamentare, capace di modificare o abrogare la disposizione ritenuta ingiusta. Tuttavia, quando vengono calpestati i principi dell’ordinamento, c’è sempre la possibilità di fare ricorso alla Corte Costituzionale. Si tratta di un iter non lineare e, di certo, lungo, ma è l’ultima spiaggia a salvaguardia dei fondamenti della nostra democrazia. Di qui la domanda: come si fa a far dichiarare una legge incostituzionale e quanto tempo ci vuole?
Chiariamo innanzitutto che il cittadino non può far ricorso alla Corte Costituzionale (la cosiddetta “Consulta”, dal nome del palazzo in cui risiede). Deve essere un giudice a rimettere gli atti alla Corte affinché si pronunci sulla legittimità o meno della norma che questi deve applicare nel corso del proprio processo. Il giudice può essere sollecitato però da una delle parti in giudizio o può farlo d’ufficio, ossia di sia spontanea iniziativa.
Facciamo un esempio. Ipotizziamo che un cittadino venga multato in applicazione di una legge che ritiene illegittima. Pertanto decide di impugnarla dinanzi al giudice. Quest’ultimo è tenuto ad applicare la legge, per quanto possa apparire ingiusta, a meno che essa non venga cancellata dal nostro ordinamento. E a cancellarla possono essere solo il Parlamento o la Corte Costituzionale. Ecco perché, nel depositare il ricorso al tribunale competente, il trasgressore dovrà chiedere al giudice competente di “rimettere gli atti” alla Consulta affinché dichiari incostituzionale la norma. Nel farlo dovrà indicare quali disposizioni della nostra Costituzione (o quali principi generali dell’ordinamento) sono stati violati dal legislatore.
Tutto questo richiede, come prevedibile, mesi o addirittura anni, anche perché la nostra magistratura non viaggia spedita. Qui di seguito proveremo a fornire un quadro chiaro, semplice e schematico della procedura per far dichiarare incostituzionale una legge e dei tempi tecnici che bisogna attendere. Ma procediamo con ordine.
A che serve la Corte Costituzionale?
La Corte Costituzionale ha il compito di giudicare la conformità delle leggi, dei decreti legge, dei decreti legislativi e delle leggi regionali alla nostra Costituzione. Secondo infatti la scala di importanza delle norme che reggono il nostro ordinamento (la cosiddetta gerarchia delle fonti), nessuna norma può violare la Costituzione, che si pone pertanto all’apice della piramide.
La Corte Costituzionale quindi non è un giudice di conflitti tra privato o tra Stato e privato. Se vogliamo è il giudice del legislatore o, meglio, delle leggi stesse.
Se la Corte ritiene incostituzionale una norma la cancella definitivamente dal nostro ordinamento: essa si considera come mai esistita, salvi solo i rapporti ormai chiusi e consolidati (o eventualmente decisi con sentenza definitiva). La sua sentenza ha valore per tutti gli italiani e su tutto il territorio, non solo tra le parti in causa, come invece succede per le pronunce degli altri magistrati. Inoltre la decisione ha effetto retroattivo. Questo significa che se una persona ha subito una sanzione a causa di una legge divenuta poi incostituzionale, se il ricorso è ancora pendente la sanzione stessa dovrà essere cancellata.
Come si dichiara una legge incostituzionale?
Esistono due principali vie per adire la Corte Costituzionale.
Il giudizio incidentale
Si svolge nel corso di un processo ordinario dinanzi a un giudice (civile, penale o amministrativo) nel corso del quale dovrebbe essere applicata la norma ritenuta illegittima.
Il giudice, se ritiene che la legge applicata al caso concreto sia incostituzionale (su segnalazione di una parte o d’ufficio), sospende il processo e solleva la questione di legittimità costituzionale davanti alla Corte Costituzionale.
La Corte valuta la questione e si pronuncia con una sentenza.
Se la Corte dichiara la legge incostituzionale, la sentenza ha effetto immediato e la legge non può più essere applicata, nemmeno al caso in questione.
Il giudizio in via principale
Questo secondo ricorso viene invece promosso dallo Stato contro una legge regionale o da una Regione contro una legge statale o di un’altra Regione.
Si tratta di un giudizio astratto, che non riguarda un caso concreto, ma la compatibilità della legge con la Costituzione.
La Corte valuta la questione e si pronuncia con una sentenza.
Se la Corte dichiara la legge incostituzionale, la sentenza ha effetto erga omnes e la legge non può più essere applicata.
Gli effetti della dichiarazione di incostituzionalità non si estendono ai rapporti esauriti, come quelli coperti da giudicato o prescrizione
Tempi per dichiarare una legge incostituzionale
I tempi del giudizio incidentale sono variabili e dipendono da diversi fattori, come la complessità della questione, il carico di lavoro della Corte e l’eventuale necessità di svolgere istruttoria.
In generale, si possono distinguere le seguenti fasi:
- sollevamento della questione: il giudice, se ritiene che una norma di legge sia in contrasto con la Costituzione e che la questione sia rilevante per la decisione del caso, può sospendere il processo e inviare la questione alla Corte Costituzionale;
- il giudice emette un’ordinanza motivata con cui rimette la questione alla Corte Costituzionale, specificando le norme impugnate e i profili di incostituzionalità
- deposito degli atti: la Corte riceve gli atti e li assegna a un giudice relatore;
- fissazione dell’udienza: la Corte fissa la data dell’udienza pubblica, in cui le parti (o i loro avvocati) e il Presidente del Consiglio dei Ministri (o un suo delegato) possono presentare le loro argomentazioni;
- decisione: la Corte si riunisce in camera di consiglio e delibera sulla questione, emettendo una sentenza;
- pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta Ufficiale e da quel momento ha effetto.
In media, il giudizio incidentale può durare da 6 mesi a 2 anni, ma in alcuni casi può richiedere anche più tempo.
Tempi del giudizio in via principale
Anche i tempi del giudizio in via principale sono variabili, ma in genere sono più brevi rispetto al giudizio incidentale. In media, la durata del giudizio in via principale è di circa un anno.
Chi può sollevare una questione di legittimità costituzionale?
Nel giudizio incidentale, solo un giudice può sollevare la questione di legittimità costituzionale ma a suggerirlo possono anche essere le parti o una di queste.
Invece, nel giudizio in via principale, solo lo Stato o una Regione possono adire la Corte Costituzionale.
Quali sono i requisiti per sollevare una questione di legittimità costituzionale?
Il giudice deve verificare che la questione sia rilevante per la decisione del caso concreto e non manifestamente infondata.
È possibile impugnare una sentenza della Corte Costituzionale?
No, le sentenze della Corte Costituzionale sono definitive e non possono essere impugnate.
Quanto costa un giudizio davanti alla Corte Costituzionale?
Nel giudizio incidentale, non ci sono costi per le parti, salvo ovviamente l’onorario dell’avvocato prescelto. Nel giudizio in via principale, le spese processuali sono a carico della parte soccombente.
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