L’anno che fra qualche giorno ci lasceremo alle spalle è stato un anno, ancora una volta, difficile, pieno di insidie per il mondo del lavoro e che ha allargato ulteriormente le diseguaglianze e le crisi occupazionali nel nostro territorio, in Sicilia e nel Paese. Sono stati lunghi mesi di lotta e di impegno sindacale che non hanno risparmiato nessuna categoria, nessuna struttura, nessun ambito sociale e produttivo. Abbiamo dato sostegno, impulso ed energia alle tante iniziative regionali e nazionali alle quali abbiamo sempre partecipato con folte delegazioni della Cgil di Siracusa fino allo straordinario sciopero generale del 29 novembre scorso. Abbiamo concentrato le nostre energie sulle grandi questioni che continuano ad affliggere la nostra provincia, dalle battaglie per una Sanità pubblica che non lasci indietro nessuno, alla lotta al precariato, al caporalato, allo sfruttamento e al lavoro povero, al diritto alla casa, all’istruzione, alla tutela dell’ambiente, al rispetto della legalità e alle grandi vertenze industriali al centro, queste ultime, dello sciopero del 12 novembre a Siracusa indetto dalla CGIL e dalla UIL per il rilancio del futuro dell’area industriale in un contesto di sostenibilità ambientale e contro ogni rischio di smantellamento. Abbiamo difeso il valore costituzionale del lavoro, la dignità e la sicurezza sul lavoro attraverso la nostra presenza costante in tutti luoghi del lavoro, attraverso il quotidiano impegno dei nostri delegati e delle nostre 21 Camere del Lavoro presenti in tutta la provincia, in un contesto sociale spesso controverso, pieno di contraddizioni e di diritti calpestati. Abbiamo impresso alla nostra organizzazione una forte capacità di relazione all’esterno, mettendo a disposizione di tutti le nostre sedi e stringendo alleanze sociali importanti con la parte più avveduta della nostra comunità, aprendo la nostra organizzazione ad un dialogo continuo con le forze istituzionali, associative, culturali e produttive più avanzate, democratiche e progressiste. Abbiamo impegnato tutte le nostre energie in una straordinaria campagna referendaria contro il Jobs Act, la precarietà, i subappalti, la mancanza di sicurezza sul lavoro, il reintegro in caso di licenziamento illegittimo e per il diritto alla cittadinanza di tutte e di tutti: cinque quesiti referendari che abbiamo portato fra la gente, con i nostri banchetti di raccolta firme Comune per Comune, ascoltando i problemi, i bisogni, le rivendicazioni dei lavoratori, dei pensionati, dei giovani, degli studenti, dei disoccupati, dei cittadini, in una parola, della nostra comunità. Uno straordinario esercizio di sensibilità sociale, di partecipazione, di democrazia e di ascolto che ha arricchito enormemente il bagaglio umano e culturale della nostra organizzazione provinciale e che ha prodotto ben 4000 firme cartacee per ciascuno dei 5 quesiti referendari proposti sul tema del lavoro. A tutto ciò, alla fine del mese di luglio, si è aggiunta l’ imponente attività di raccolta firme, in piena estate, per il sesto quesito referendario avente per oggetto l’abrogazione della legge sull’Autonomia Differenziata. Un’attività di comunicazione, confronto e raccolta firme condotta senza sosta, nei posti di lavoro e nei quartieri, nei Comuni e nelle aree di aggregazione sociale, nelle campagne e nelle spiagge, nelle Piazze, nei centri commerciali e nelle aree industriali, un’azione condotta insieme a tante forze sociali, religiose, partiti, associazioni e reti di associazioni, comitati e movimenti uniti da una alleanza che ha saputo coniugare, con intelligenza e rispetto delle identità di ognuno, cultura sociale e politica. Una voglia di cambiamento profonda che ha contaminato vasti strati di opinione pubblica permettendoci di raggiungere a fine settembre il lusinghiero risultato di 8.000 firme cartacee in poco più di due mesi! La nostra campagna contro l’Autonomia Differenziata, le nostre continue conferenze pubbliche, la nostra partecipazione a qualunque iniziativa culturale sul tema e i nostri continui appelli, hanno segnato un cambio di passo in buona parte dell’opinione pubblica, risvegliando la voglia di partecipazione, di confronto democratico, di cambiamento e di riscatto. Recuperare la partecipazione ha significato ascoltare e affrontare i problemi della gente, perché non si è liberi se si è precari, se non hai il diritto di essere curato, se lavorando si è poveri, se si continua a morire sul lavoro. Continuare a non capire non è più tollerabile.
E più cresce la nostra capacità di incidere non solo sulla nostra gente ma sull’intera opinione pubblica e più si inasprisce la reazione di un governo nazionale e regionale premoderni, allergici a qualunque confronto di merito, solleticati da pulsioni autoritarie e da tentazioni plebiscitarie che giorno dopo giorno sferrano un attacco politico alla CGIL, provando a colpire l’organizzazione e il nostro Segretario Generale. La reazione del Governo è pesante, ogni giorno che passa si restringe il perimetro dei diritti, si attacca il diritto allo sciopero, alle manifestazioni spontanee, al dissenso, alle proteste studentesche, alla libertà di stampa, all’indipendenza della magistratura, al principio costituzionale del bilanciamento dei poteri, alla dignità, alla sicurezza e alla stabilità del lavoro sempre più frantumato, precarizzato e ricattato. E lo fa, come non mai, utilizzando finanche la CISL pur di attaccare e provare ad indebolire l’opposizione sociale della CGIL.
Se la politica deve servire a proteggere chi ha bisogno e a ridurre le diseguaglianze, questa destra di governo livorosa che mescola ideologismo, velleitarismo e dilettantismo si è occupata d’altro, dell’occupazione del potere più che dei lavoratori, delle lavoratrici, dei pensionati, dei giovani e dei cittadini.
La Sanità e il Lavoro versano in una condizione di crisi pericolosissima, la spesa sanitaria a carico delle tasche di ognuno di noi ha superato per la prima volta a Siracusa il 41% del totale di spesa, le liste d’attesa spingono chi può verso il privato e chi non può deve sempre più spesso rinunciare a curarsi. Basti pensare che nella sola nostra provincia, nel 2024, il 25% della popolazione ha rinunciato alle cure sanitarie. Allo stesso modo i nostri salari sono sotto attacco, in diminuzione e continuamente erosi dall’inflazione, tanto da registrare nei nostri territori oltre 30.000 lavoratori poveri con salari sotto la soglia della povertà e del 30% in meno rispetto ai lavoratori del centro Nord. E i governi nazionale e regionale cosa fanno? Tagliano le risorse alla Scuola, agli EE.LL. e alla Sanità pubblica per i prossimi anni, riducono del 30% le Case di Comunità, del 24% gli Ospedali di Comunità, del 14% le Centrali Operative Territoriali, modificano il Codice degli appalti allentando le maglie del controllo, favoriscono l’utilizzo dei voucher, dei subappalti, dei sotto appalti, degli affidamenti diretti, introducono la flat tax, definanziano il PNRR e saccheggiano il Fondo Sviluppo e Coesione della Sicilia per finanziare opere faraoniche propagandistiche, inutili e irrealizzabili, appoggiano il disimpegno di ENI dall’apparato industriale di Siracusa e del Paese e tutto ciò è sbagliato per il Paese e devastante per il Mezzogiorno, per la Sicilia e per Siracusa. Salari al palo, la precarietà che aumenta, la sanità pubblica al collasso, la scuola mortificata, l’industria sospesa, il fisco che continua a colpire i soliti dipendenti e pensionati, le diseguaglianze che aumentano. Nei prossimi mesi saremo impegnati con tutti i mezzi democratici a disposizione per cambiare le cose, a partire dai referendum sul lavoro e sull’Autonomia Differenziata, tema rispetto al quale chiediamo di abrogare totalmente la legge perché va rimossa l’idea stessa di Autonomia Differenziata e non solo ciò che per la Corte è, nella sostanza, incostituzionale. Rispetto a questo scenario e allo scontro in atto con il Governo Nazionale e regionale ciò che ci attende nel 2025 è molto, molto più impegnativo e sfidante di quanto non lo sia stato l’anno appena trascorso. Nel mese di gennaio la Corte deciderà se dare il via o meno al referendum abrogativo della legge sull’Autonomia Differenziata e sapremo se i quesiti referendari ai quali saremo chiamati a rispondere in primavera saranno 6 o 5. Se salta quello sull’Autonomia Differenziata lo scontro fra il Governo e la CGIL sarà frontale e complicato, si allenteranno gran parte delle alleanze costruite e l’impegno sarà tutto a nostro carico. Se, come auspichiamo, la Corte darà il via al referendum abrogativo sull’Autonomia Differenziata potremo contare su un quadro politico e sociale collaudato, ampio e già impegnato sul campo. In ogni caso, occorre portare al voto 26 milioni di elettori. Una sfida non da poco. Nel mese di aprile del prossimo anno, un altro appuntamento strategico attende la Cgil: il rinnovo delle RSU nella scuola e nel pubblico impiego, un appuntamento elettorale che segna il cuore della democrazia sindacale. In un momento storico in cui il pubblico impiego e la scuola sono al centro di grandi sfide è essenziale che le nostre RSU siano forti, autonome e rappresentative. Si tratta di un appuntamento democratico fondamentale, in cui lavoratrici e lavoratori hanno la possibilità di scegliere i propri rappresentanti nei luoghi di lavoro, rafforzando il ruolo della contrattazione collettiva e la tutela dei propri diritti. Votare significa dare forza al dialogo sociale, alla contrattazione e alla costruzione di un sistema pubblico più giusto, equo e trasparente.
Il nostro territorio, con le sue contraddizioni e le sue potenzialità, ci ha posto e ci pone sfide immense, ma ci offre anche l’opportunità di dimostrare che, insieme, possiamo costruire un modello sociale diverso e un futuro più giusto per tutti. Abbiamo combattuto battaglie difficili, spesso controvento, ma sempre a testa alta e con la convinzione che nessuna conquista è possibile senza il coraggio di chi crede nel cambiamento. Siracusa ha bisogno di lavoro dignitoso, di diritti concreti e di speranze per le nuove generazioni. E noi, come CGIL, continueremo ad essere quella voce che non si spegne, quel presidio che resiste, quel ponte che unisce cultura del lavoro, diritto e politica nel senso alto e compiuto del termine. Non ci rassegniamo ad un futuro scritto dagli altri: vogliamo essere gli autori di un domani migliore con i lavoratori al centro e non ai margini. Il nostro lavoro non si ferma qui. Siracusa può e deve rialzarsi, e noi saremo in prima linea, sempre, per trasformare le difficoltà in opportunità e le speranze in realtà. Insieme possiamo farcela.
Roberto Alosi
Segr. Gen. Cgil Siracusa
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