La pensione anticipata per i precoci

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Guida alla pensione anticipata per lavoratrici e lavoratori precoci: chi può accedere e come fare domanda

La pensione per i lavoratori precoci è un argomento molto discusso negli ultimi mesi, per la possibile estensione della cosiddetta quota 41 a tutti i lavoratori o per un eventuale aumento delle categorie incluse nella misura.

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Anche se il tema sembra ormai accantonato e rinviato ai prossimi anni, in attesa di maggiori risorse economiche, la Legge di Bilancio del 2024 ne ha prorogato la validità, inserendo importanti novità.

Vediamo dunque chi sono i lavoratori precoci e quali sono i requisiti di accesso a questa forma anticipata di pensione.

Chi sono i lavoratori precoci?

I lavoratori precoci sono coloro che hanno accumulato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni di età.

La Legge di Bilancio 2024 ha confermato la possibilità per questi lavoratori di accedere alla pensione anticipata con 41 anni di contributi in totale, indipendentemente dall’età anagrafica. La misura è stata estesa fino al 31 dicembre 2026.

10 mesi di anticipo per le donne ed un anno e 10 mesi per gli uomini, dunque rispetto ai requisiti ordinari di pensione previsti dalla legge Fornero del 2012 (42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi le donne).

Pensione anticipata lavoratori precoci: i requisiti

La pensione anticipata per i precoci è stata introdotta dalla Legge di Bilancio 2017 (art.1 comma 199) per quei lavoratori che si trovano in particolari condizioni di disagio lavorativo ed economico.

Questi i requisiti per andare in pensione:

  • 41 anni di contributi complessivi e 12 mesi di contribuzione effettiva, anche non continuativa;
  • anzianità contributiva antecedente al 31 dicembre 1995 e dunque sistema di calcolo della pensione misto.

La misura riguarda i lavoratori e le lavoratrici del settore pubblico e quelli del settore privato ma anche i lavoratori autonomi (artigiani, commercianti e coltivatori diretti, coloni e mezzadri) che rientrano nelle seguenti categorie:

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  • Disoccupati – stato di disoccupazione a causa di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale (art.7 legge 604 del 15 luglio 1966) nel caso in cui la prestazione per disoccupazione si sia conclusa da almeno 3 mesi;
  • Caregiver – assistenza al momento della richiesta e da minimo sei mesi, del coniuge o parente convivente di primo grado con handicap in situazioni di gravità (legge 104 del 1992 – art. 3 comma 3). Dal 1° gennaio 2018, la legge n. 205 del 2017, ha incluso anche i soggetti che assistono un parente o un affine di secondo grado convivente, qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
  • Invalidi con riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74 per cento;
  • gravosi – lavoratori dipendenti addetti da almeno sette anni negli ultimi dieci o da almeno sei anni negli ultimi sette, allo svolgimento di attività gravose (Decreto del Ministero del Lavoro del 5 febbraio 2018);
  • usuranti – lavoratori addetti a mansioni usuranti. Le mansioni faticose che permettono questo specifico prepensionamento devono essere state svolte per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa. Le tipologie di lavoro sono specificate dalla legge 67 del 2011 e dalla legge di Bilancio 2017.

La pensione anticipata, con 41 anni di contributi, è concessa nei limiti delle risorse stabilite ogni anno a conclusione di una procedura di monitoraggio delle istanze presentate.

Quando arriva la pensione per i lavoratori precoci: i tempi d’attesa

Il requisito contributivo dei 41 anni di contributi non cambia in base agli adeguamenti alla speranza di vita calcolato dall’Istat. La prima rata di pensione viene però erogata dopo tre mesi dalla maturazione del requisito contributivo.

La Legge di Bilancio 2024 (legge n. 213 del 2023 – art.1, comma 162) ha previsto tempi di attesa più lunghi per i lavoratori pubblici:

  • quattro mesi nel caso di requisito contributivo raggiunto tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2025;
  • cinque mesi nel caso di requisito contributivo raggiunto tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2026;
  • sette mesi nel caso di requisito contributivo raggiunto tra il 1° gennaio ed il 31 dicembre 2027;
  • nove mesi nel caso di requisito contributivo raggiunto a decorrere dal 1° gennaio 2028.

Il requisito dei 41 anni di contribuzione può essere raggiunto anche con il cumulo di tutti i contributi versati (legge 24 dicembre 2012, n. 228). L’anticipo pensionistico per i lavoratori precoci non si applica però a coloro che sono privi di contribuzione al 31 dicembre 1995.

Domanda INPS per la pensione dei lavoratori precoci: come fare e condizioni

I lavoratori precoci devono chiedere il rilascio di una apposita certificazione dei requisiti maturati.

Devono inoltre aver cessato l’attività lavorativa: la pensione anticipata non è infatti cumulabile con i redditi da lavoro subordinato ed autonomo in Italia e all’estero, per tutto il periodo compreso tra la decorrenza della pensione e il momento di perfezionamento dei requisiti previsti per la pensione anticipata per tutti i lavoratori.

Nel caso di redditi percepiti durante questo periodo, la pensione viene sospesa e l’INPS provvede al recupero delle somme indebitamente erogate.

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Entro il 1° marzo dell’anno di perfezionamento dei 41 anni di contributi, può essere richiesta la certificazione che attesta il diritto al beneficio, fermo restando che gli altri requisiti siano stati già perfezionati alla data di presentazione della domanda.

È inoltre necessario aspettare che sia, eventualmente, terminata la NASpI (circolare INPS 99/2017) per presentare domanda di certificazione, mentre per presentare la domanda di pensione precoci vera e propria, bisogna attendere ulteriori tre mesi.

La domanda deve essere presentata all’INPS entro il 1° marzo di ogni anno o in alternativa, entro il 30 novembre. Le domande tardive, presentate entro novembre, sono prese però in considerazione solo nel caso di risorse finanziarie disponibili all’esito del monitoraggio.

L’esito dell’istruttoria della certificazione è comunicato dall’INPS entro il 30 giugno, per le domande di verifica presentate entro il 1° marzo ed entro il 31 dicembre, per le domande di verifica presentate entro il 30 novembre.

Se al momento della presentazione della domanda di certificazione sono già stati perfezionati tutti i requisiti richiesti, può essere presentata contestualmente anche la domanda vera e propria di pensione.

I lavoratori che maturano i requisiti dal 1° gennaio cumulando i periodi assicurativi, conseguono il diritto alla decorrenza della pensione dal primo giorno del mese successivo all’apertura della finestra.

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