I promotori della richiesta hanno esteso l’invito a firmare anche alle forze politiche di centrodestra in Loggia. Ma Fabio Rolfi e la sua coalizione si sono sottratti: «Broletto e Questura hanno gli elementi per valutare se la manifestazione si svolga nel rispetto della legge»
La Costituzione italiana come efficace replica alle provocazioni identitarie. L’aperitivo dei militanti di estrema destra convocato il 28 dicembre in piazza Vittoria suscita la reazione composta e determinata della città . Al tentativo degli estremisti di rimettersi al centro della scena cittadina — dopo il corteo dello scorso 13 dicembre —, gli antifascisti rispondono con la richiesta a prefettura e questura della semplice applicazione dei principi costituzionali.
«La nostra risposta è all’altezza del problema. A chi cerca la provocazione per individuare nuovi emuli, noi rispondiamo con un appello alle istituzioni democratiche — dichiara Lucio Pedroni, presidente di Anpi Brescia —. In virtù della legge Scelba e della Mancino, hanno gli strumenti per dare un taglio a queste continue provocazioni». Quindi nella giornata di ieri, lo schieramento antifascista ha inoltrato un documento al prefetto Andrea Polichetti e al questore Eugenio Spina per «compiere una pressione democratica verso coloro che devono decidere» aggiunge Pedroni.
Broletto, Loggia e ufficio scolastico territoriale restano i baluardi dei valori della Repubblica «noi ci rivolgiamo a loro perché ci muoviamo nel perimetro della legge» afferma il presidente bresciano di Anpi. L’incontro risolutore con Prefettura e Questura avverrà soltanto nella giornata di oggi, tuttavia «abbiamo avuto assicurazione che questa manifestazione, così come è stata impostata, non verrà autorizzata in piazza Vittoria magari si svolgerà da un’altra parte» spiega Pedroni. Nel caso in cui si svolgesse l’osteggiato presidio identitario, la rete democratica preannuncia un evento pacifico (probabilmente in piazza Loggia). Una manifestazione soft concepita «soltanto per ribadire i valori fondanti dell’Italia» commenta Peroni.
Nel lungo elenco degli oppositori all’aperitivo identitario del 28 dicembre figura anche il Partito democratico che evidenzia la propria fiducia nelle istituzioni repubblicane. L’auspicio della comunità dem è nella reazione unanime della politica. «Non è tempo dello scontro ma della costruzione. Oggi i valori della Resistenza e della Repubblica devono essere ricordati e rafforzati» dice Michele Zanardi, segretario provinciale del Pd.
Per la prima volta, lo schieramento antifascista coinvolge esplicitamente il centrodestra nella sottoscrizione dell’appello. «Siamo stati spettatori rispetto a quanto avvenuto in consiglio comunale, il voto unanime dell’Odg è stato molto positivo. Pertanto il nostro documento è rivolto a tutti, si può aderire fino alla giornata di domani» conclude Pedroni.
Nonostante nell’opposizione in Loggia ci siano sensibilità diverse in merito a questa adesione — quelle dissonanti sono celate da un guardingo «no comment» — prevale la chiusura. Il percorso condiviso, che era incominciato in aula con la sottoscrizione bipartisan dell’ordine del giorno contro le svastiche e per ribadire i valori fondanti della Costituzione Italiana, subisce una prima battuta d’arresto.
Il riferimento della coalizione conservatrice Fabio Rolfi ringrazia per l’invito alla condivisione dell’appello ma ritiene «prefetto e questore capaci di svolgere il proprio lavoro e nella facoltà di comprendere se una manifestazione si svolga o meno nel rispetto della legge». Inoltre, la condanna preventiva di ciò che si potrebbe verificare «correrebbe il rischio di negare quella libertà di pensiero sancita dalla Costituzione» precisa Rolfi.
Se l’obiettivo era consolidare l’unità oltre gli schieramenti, questo non sembra essere stato centrato. Il fronte progressista e quello conservatore si dividono nell’azione da intraprendere ma non sulla tutela dei principi di democrazia e libertà . Insomma, sensibilità e approcci alla politica differenti.
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