dentro Fratelli d’Italia non è cambiato nulla

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backstair / Gioventù Meloniana: inchiesta su giovani di FdI

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26 Dicembre 2024



07:55

Dopo 180 giorni dalla pubblicazione dell’inchiesta Gioventù Meloniana Fratelli d’Italia non ha ancora espulso o preso provvedimenti contro chi si era reso protagonista di frasi razziste e nostalgiche. Eppure il regolamento dei probiviri impone un limite di tempo, ampiamente superato.

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Sono passati 180 giorni dalla pubblicazione delle due puntate di Gioventù Meloniana, l’inchiesta sotto copertura realizzata da Backstair, l’unità investigativa di Fanpage.it, che ha raccontato il vero volto dei giovani militanti di Fratelli d’Italia, fra antisemitismo, saluti romani, apologia del terrorismo nero e “Sieg Heil”. Eppure, nonostante l’indignazione dell’opinione pubblica, la dura condanna finanche della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen e l’annuncio di provvedimenti da parte della presidente del consiglio Giorgia Meloni, niente sembra cambiato davvero.

Fin dal primo momento la posizione del partito, con le parole di Giovanni Donzelli, responsabile dell’organizzazione, era stata molto chiara: le modalità dell’inchiesta erano state ritenute “incredibilmente inaccettabili,” ma “chi sbaglia viene cacciato da Fratelli d’Italia. Noi siamo un partito serio, se diciamo che qualcuno lo cacciamo lo cacciamo”. E così, pochi giorni dopo, il 1 luglio, era stato annunciato l’iter disciplinare interno a Fratelli d’Italia per decidere sull’espulsione di due responsabili del movimento giovanile, Flaminia Pace, presidente del circolo Casa Italia, sede di Gioventù Nazionale Pinciano a Roma, e Ilaria Partipilo, responsabile del movimento giovanile nella provincia di Bari.

Flaminia Pace, oltre a ricoprire un ruolo nella giovanile, aveva anche un incarico istituzionale, quello da membro della Commissione Affari europei e Cooperazione del Consiglio Nazionale dei Giovani, organismo consultivo del ministero delle politiche giovanili che ha un ruolo importante nella concessione del servizio civile di cui la stessa aveva raccontato nel corso della nostra inchiesta. Dopo aver mostrato di Pace i continui richiami al “Duce”, le frasi sui “negri” e la nostalgia per i Nar, i Nuclei armati rivoluzionari, la stessa aveva deciso di dimettersi da questo importante ruolo già il 21 giugno, restando però in attesa di una decisione del consiglio di disciplina riguardo alla sua posizione nel partito. Pace, che su Instagram si definisce ancora membro di Gioventù nazionale, ha ritenuto da quel momento di mettersi in silenzio stampa sui social, dove prima era molto attiva, e nello stesso periodo è stato chiuso al pubblico l’account Instagram di Casa Italia, la pagina del circolo da lei guidato.

Anche Ilaria Partipilo ha scelto di oscurarsi dai social. E il partito ha fatto lo stesso con la sua posizione dentro Gioventù nazionale. Infatti, sul sito ufficiale del movimento, tra il 26 giugno e il 17 luglio nella pagina “Organigramma”, lì dove una volta erano indicati i nomi di tutti i responsabili nazionali, regionali e provinciali, l’elenco è stato modificato in modo da far scomparire qualunque riferimento ai dirigenti locali. Il motivo potrebbe essere che, in attesa dell’esito del procedimento disciplinare, non avendo ancora rimosso Partipilo dal suo incarico, sarebbe stato forse inopportuno dimostrare che la giovane politica pugliese, che nelle chat di partito si riferiva ai suoi come “camerati”, e parlava di “negri” ed “ebrei infami”, fosse ancora al suo posto.

Sugli altri esponenti di Gn comparsi nell’inchiesta, come Andrea Piepoli, dirigente nazionale e organizzatore e animatore del campo comunitario in cui i militanti fanno sfoggio di canti fascisti e braccia tese, oppure Elisa Segnini Bocchia, l’ex caposegreteria della deputata Ylenja Lucaselli che si definiva “fascista e razzista” invece, il partito aveva ritenuto che non ci fossero neppure gli estremi per prendere in analisi le loro posizioni.

Fabio Roscani, presidente di Gioventù nazionale e deputato di Fdi, lo scorso 4 dicembre, in occasione dell’inaugurazione di Atreju, la festa del partito, aveva ribadito che a seguito dell’inchiesta, c’è stato “un momento di dialogo interno, a ribadire, come sempre abbiamo fatto, che nessun sentimento antisemita e razzista appartiene alla storia della destra italiana, men che meno di quella giovanile”. Gli aveva fatto subito eco Giovanni Donzelli: “Noi abbiamo preso immediatamente provvedimenti per frasi dette in privato e sbagliate. La commissione di disciplina sta valutando nei tempi e nei miei modi che la democrazia interna ai partiti prevede a tutela di tutti”. Ma questi tempi, a ben guardare i regolamenti interni di Fratelli d’Italia, si allargano sempre di più, al punto che verrebbe da chiedersi se di questi provvedimenti disciplinari si conoscerà mai un esito.

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La commissione nazionale di Disciplina e Garanzia di Fratelli d’Italia e anche di Gioventù nazionale è composta da Roberto De Chiara, Giuseppe Corona, e Matteo Petrella, ed è chiamata a giudicare il rispetto del codice etico da parte degli iscritti al partito. Gli articoli 13, 14 e 15 del regolamento interno al consiglio di disciplina indicano un tempo massimo di durata di un procedimento, tra prima istanza e appello, di 140 giorni. Una durata ragionevole, di circa quattro mesi e mezzo, che dà la possibilità a chiunque venga chiamato a rispondere di potersi difendere e opporre le proprie ragioni. Ma questo limite temporale, essendo passati ormai sei mesi, sarebbe stato ampiamente violato. Al punto che se anche l’iter fosse iniziato formalmente in ritardo di un mese rispetto all’annuncio alla stampa, sarebbe dovuto essere già concluso e il risultato noto. E invece su Pace e Partipilo, il partito, per voce di Donzelli, è ancora in attesa di una decisione.

Il caso più recente di un procedimento di espulsione all’interno di Fdi riguarda il deputato Andrea De Bertoldi, cacciato dal partito su provvedimento del consiglio disciplinare dopo un iter di soli due mesi per un caso di conflitto di interessi. Dopo la pubblicazione di un articolo del Fatto Quotidiano nel marzo 2023, il parlamentare, contemporaneamente relatore in commissione Finanze sul disegno di legge per convertire il decreto sul Superbonus e co-fondatore di una società di consulenza fiscale che offriva servizi legati ai crediti d’imposta, è stato sottoposto a un’azione disciplinare promossa proprio da Donzelli e conclusasi nel mese di agosto con la sua fuoriuscita forzata. De Bertoldi, però, parla di “dissenso politico“ perché era stato tra i pochi, nei giorni successivi all’inchiesta di Fanpage.it, a parlare ad Avvenire della necessità di “prese di posizione nette, senza ambiguità verso ridicoli e patetici emuli di un passato regime, da cui FdI deve continuare a dichiararsi lontana”, arrivando a chiedere l’eliminazione dal simbolo del partito dell’identitaria fiamma tricolore.

Intanto Casa Italia, la sede del circolo di Gioventù Nazionale Pinciano, in cui i militanti hanno assistito a concerti di rock identitario con il braccio alzato al grido di “Duce”, e pianificato l’affissione di adesivi neofascisti e murales nostalgici, da due mesi è tornata ad essere una sede attiva di Fratelli d’Italia. Il 23 ottobre uno dei delegati del partito ne ha dato l’annuncio sui social, invitando nuovi militanti ad iscriversi. D’altronde anche la premier Giorgia Meloni, dal palco di Atreju, continua a dire a gran voce: “Grazie ai ragazzi di Gioventù Nazionale: voglio dirvi ancora una volta che sono fiera di voi, e voglio dirvi che nessuna gogna costruita sull’errore del singolo spiando la gente dal buco della serratura, nessuna gogna costruita contro di voi per colpire me, vi toglie chi siete. E siete la parte migliore della vostra generazione, siate fieri di voi”.

a cura di Luigi Scarano





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