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Tregua di Natale 2024, sembrano aumentare le possibilità di raggiungere un accordo per il cessate il fuoco sia in Ucraina che in Medio Oriente, soprattutto dopo che alcuni leader mondiali sono scesi in campo personalmente per lanciare appelli di pace chiedendo a tutti i coinvolti di scendere a compromessi e accettare le condizioni per una tregua. Le sollecitazioni ai governanti sono arrivate più volte soprattutto da parte del Papa, che ad ogni incontro pubblico di udienza generale, ormai da molto tempo, invita i fedeli a pregare per la difficile condizione di sofferenza delle popolazioni coinvolte, non solo in Palestina, Ucraina e Siria, ma anche in Myanmar e Sud Sudan chiedendo la fine immediata delle violenze affinchè si possa trascorrere un momento di festa con una tregua su tutti i fronti.



L’ultimo arrivato dall’Angelus dell’8 dicembre durante il quale Papa Francesco ha sottolineato soprattutto l’origine comune dei due popoli, quello russo e quello ucraino che ha definito “Fratelli e cugini che possono intendersi tra loro per raggiungere la pace“, aggiungendo: “La guerra è sempre una sconfitta“. Uno spiraglio si è poi aperto per il dialogo da parte della Russia, che ha confermato la volontà di voler collaborare con Trump per valutare le proposte per porre fine al conflitto.

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Ucraina-Russia, Orban: “Zelensky ha rifiutato l’accordo con Putin per la tregua di Natale”, Kiev smentisce

La Russia ha annunciato che parteciperà ad un colloquio con il neo presidente Usa Donald Trump in merito all’avvio di un eventuale negoziato per la pace in Ucraina. Le dichiarazioni di Putin e del portavoce Peskov, hanno riaperto la speranza su una fine del conflitto, anche se i tempi non saranno brevi e che il cessate il fuoco probabilmente non sarà una “Tregua di Natale 2024” ma piuttosto un processo lungo al quale si arriverà solo dopo il raggiungimento di alcuni obiettivi. La notizia sul possibile accordo infatti era stata smentita dall’Ucraina dopo che il presidente ungherese Orban aveva detto di aver discusso direttamente con Putin su questa possibilità che però sarebbe subito stata respinta da Zelensky.



Fonti russe hanno fatto sapere che la trattativa diplomatica sarebbe stata interrotta anche a causa dei continui attacchi missilistici che da Kiev stanno colpendo il territorio russo ai quali Mosca risponderà, precisando anche di non aver ancora ricevuto nessuna istruzione da parte di Trump sulle modalità di dialogo che potrebbero essere avviate. Orban, in controtendenza rispetto al resto dei leader Ue, ha attaccato il presidente ucraino, accusandolo di non voler impiegare alcuno sforzo per la pace, da Kiev è poi arrivata la smentita circa il rifiuto di Zelensky, che ha voluto sottolineare come Orban avesse informato nessuno delle sue trattative con Putin.

Tregua di Natale 2024 Israele-Hamas, possibile accordo a breve per un cessate il fuoco

Oltre che sul fronte Ucraina-Russia, una tregua di Natale 2024 potrebbe arrivare anche in Medio Oriente grazie all’accordo tra Israele e Hamas, che si sta discutendo proprio in queste ultime ore. A spingere per un cessate il fuoco, oltre agli Stati Uniti e all’Onu, anche moltissimi cittadini israeliani che si sono riuniti per manifestare unendosi alle famiglie degli ostaggi per chiedere di raggiungere un compromesso che possa portare alla liberazione dei rapiti. Ad ostacolare la trattativa però potrebbero esserci le condizioni richieste soprattutto da Hamas sullo scambio tra prigionieri e detenuti palestinesi, oltre alla richiesta di ritirare tutte le truppe da Gaza in modo permanente.

Anche per questa questione infatti non è escluso che potrebbe volerci più tempo e che servirà l’intervento diretto di Trump, per il quale però bisognerà attendere dopo l’insediamento ufficiale alla Casa Bianca. Nel frattempo le dichiarazioni dei funzionari israeliani sono state chiare, se ci sarà un accordo a breve, anche in vista dell’inizio del periodo di festività sia cristiane che ebraiche, sicuramente non sarà duraturo. Lo stesso Netanyahu ha infatti annunciato che la fine del conflitto non potrà arrivare prima di aver concluso tutte le operazioni militari in programma a Gaza.



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