Olio extravergine di oliva, i dati del raccolto italiano vedono una resa un po’ sotto la media ma una qualità mai raggiunta negli ultimi dieci anni
Vederlo sulle nostre tavole è una consuetudine, ma per l’olio di oliva il processo che porta al consumatore è lungo e complesso. E spesso si basa su analisi del prodotto con controlli di qualità unici nel mondo. Ecco allora che il responso per il raccolto 2024 vede un calo della resa durante la lavorazione in frantoio ma una qualità altissima. Mai un olio è stato così buono come quest’anno negli ultimi 10 anni. A dircelo sono i report che sono arrivati al ministero per l’Agricoltura.
Dalla Puglia alla Liguria, passando per i mostri sacri di Toscana, Umbria e Sabina lo standard dell’Evo italiano ha raggiunto il massimo su quasi tutte le scale di valore. Un passaggio che porta la nostra nazione in vetta ai competitor europei, in particolare Spagna e Grecia. Il motivo di un livello top come questo raccolto è dovuto al clima che quest’anno ha salvaguardato la maturazione e reso più incisivo il gusto grazie a un microclima che da quest’estate fino all’autunno è stato perfetto.
“La stagione olivicola sta volgendo al termine, con solo pochi giorni di raccolta ancora davanti a noi – spiega Alessandro Donati, Presidente del Consorzio Sabina Dop – possiamo tracciare un bilancio straordinario: a livello chimico e organolettico, la qualità delle olive e degli oli prodotti è semplicemente spaziale. In tanti anni di esperienza, non ricordo una stagione così eccezionale. Tuttavia, c’è una nota dolente: la resa in percentuale di olio è stata insolitamente bassa. Questo è il risultato del cambiamento climatico e dell’alto contenuto idrico nei frutti. Nonostante ciò, il giudizio complessivo sulla qualità è da incorniciare. I consumatori potranno trovare sul mercato oli di altissima qualità, come il nostro Sabina Dop, proveniente da filiere certificate che garantiscono eccellenza e trasparenza. Tuttavia, si prevede una disponibilità più ridotta rispetto agli anni precedenti. Un’annata che rimarrà nella memoria per la sua qualità senza compromessi”.
Tra i più buoni extravergine d’oliva, quest’anno come negli ultimi due anni, spicca il nome di Canino, un paesino nel cuore della Tuscia dove l’olio fa parte della cultura da secoli. Un olio che ha una storia e continua a tramandarla negli anni. Sempre con la stessa linea di qualità, ogni anno con più esperienza e con una continua rincorsa ad innovarsi per migliorare. L’olio di Canino per molti non è solo un olio, ma è l’olio. La perfezione che dalla raccolta arriva nelle tavole da generazioni. E con la stessa passione e amore l’Oleificio sociale Cooperativa di Canino è arrivato ad essere un punto di riferimento per il mercato italiano e internazionale.
Il motivo? Innovarsi senza mai dimenticarsi della propria tradizione”, spiega il direttore Claudio Mazzuoli che ci ha accompagnato alla scoperta dei segreti di questo olio. A partire proprio dallo stabilimento: una gemma incastonata nel viterbese capace di trasformare in oro il prodotto delle terre di Canino e solo quelle. Qua non si scherza: non ci sono trucchi e non ci sono giochi. Le olive sono esclusivamente quelle dei terreni che abbracciano quella fetta di Tuscia e che gli associati raccolgono e portano nel frantoio sociale che è il massimo per tecnologia e qualità.
Ma partiamo dalle notizie perché a Canino è facile farsi travolgere dalle emozioni: “Questo è un anno speciale – spiega Mazzuoli – dove per questioni climatiche abbiamo avuto un raccolto a cinque stelle per la qualità del prodotto. La resa non è stata altissima ma da tutte le analisi che abbiamo effettuato è emersa una qualità mai raggiunta negli ultimi anni. Meno olio ma molto molto più buono del solito”.
A dispetto di un mercato votato al continuo rialzo dei prezzi l’Oleificio sociale Cooperativa di Canino ha adottato una politica in controtendenza: rispetto ai top Evo italiani, la cui media di prezzo si aggira tra i 14 e i 18 euro per litro Canino ha scelto per la vendita a 12 euro/litro: una lattina da cinque litri costa 60 euro, poco sopra i costi per un olio da supermercato. Una scelta che premia visto che la fila ogni giorno è da record e le ordinazioni anche on line volano. “Siamo soddisfatti del nostro lavoro e della qualità che riusciamo a offrire al mercato – continua il Direttore – qua non si fa soltanto olio, qua c’è una storia da salvaguardare e un futuro da coltivare. La nostra filosofia è stata sempre questa e quello che offriamo credo sia il frutto di un lavoro che da anni è stato sempre votato al migliorarsi”.
Non si parla di paragoni, sfide o gare ma di qualità e quella che l’Oleificio sociale Cooperativa di Canino offre non ha rivali in Italia. Un’eccellenza del nostro paese che sta sfondando oltre il Lazio e oltre ai confini nazionali, facendo di Canino un diamante nella produzione dell’olio extravergine d’oliva. Un orgoglio che porta il Lazio e l’Italia sul tetto del mondo.
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