numeri stabili in Italia, cala la mortalità. In Sardegna Registro Tumori fermo, gli ultimi dati risalgono al 2015

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Come ogni anno è stata presentata in questi giorni, da parte delle maggiori società scientifiche che si occupano di tumori (AIOM, AIRTUM, Fondazione AIOM, ONS, PASSI, PASSI d’Argento e SIAPeC-IAP), la nuova edizione de “I numeri del cancro” riferita al 2024 in Italia.

Si tratta di una pubblicazione, giunta alla quattordicesima edizione, che descrive gli aspetti epidemiologici , diagnostici e terapeutici delle neoplasie e traccia un quadro di insieme delle problematiche relative all’oncologia nel nostro Paese.

Costituisce un punto di riferimento sia per gli addetti ai lavori sia per il grande pubblico perché mantiene alta l’attenzione della programmazione e della politica sulle malattie neoplastiche, fornendo dati e informazioni che permettono di comprendere l’andamento temporale e i progressi delle terapie e delle azioni di prevenzione.

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Nel volume vengono riportate le stime, come dato complessivo, sulle nuove diagnosi di tumore in Italia per il 2024 (390.100 nuove diagnosi di tumore: 214.500 negli uomini e 175.600 nelle donne), sostanzialmente stabili rispetto al biennio precedente .

Un dato positivo è rappresentato dal calo della mortalità per cancro nei giovani adulti 20-49enni, che, in 15 anni (2006-2021), è diminuita del 21,4% nelle donne e del 28% negli uomini.

Un buon segno, inoltre, è costituito dal costante incremento del numero di persone che vivono dopo la diagnosi di tumore, determinato soprattutto dai progressi nelle terapie. Nel 2024 sono circa 3,7 milioni. E circa la metà dei cittadini che oggi si ammalano è destinata a guarire, perché avrà la stessa attesa di vita di chi non ha sviluppato il cancro.

Note dolenti invece sono date dall’adesione ai 3 programmi di screening riconosciuti come validi dalla comunità scientifica. Nel 2023 hanno raggiunto, come dato complessivo dell’intera popolazione italiana interessata, solo il 49% per lo screening mammografico, il 47% per quello cervicale e il 32% per quello colorettale.

Viene altresì messa in evidenza la persistenza di stili di vita che, in qualche misura, favoriscono l’insorgenza dei tumori. In Italia , secondo gli studi del progetto Passi e Passi d’argento, il 24% degli adulti fuma, il 33% è in sovrappeso e il 10% è obeso, il 18% consuma alcol in quantità a rischio per la salute. E cresce anche il numero dei sedentari, aumentati dal 23% nel 2008 al 28% nel 2023.

La pubblicazione è meritevole perché testimonia la volontà di raccontare lo stato dell’arte delle malattie oncologiche, corredandole con numeri che tendono a dare un quadro complessivo della situazione italiana.

Tuttavia non possono essere sottaciute alcune osservazioni. In primis, il fatto di dover sempre più ricorrere a “stime”, piuttosto che a numeri reali. Sofisticate metodologie epidemiologiche consentono di avere stime attendibili e coerenti nel tempo, ma, come è noto, esse sono dipendenti dai fattori utilizzati per la loro produzione e dalle modifiche che subiscono nel tempo (per esempio la diminuzione della popolazione residente e la variazione della sua composizione).

È risaputo che la base delle stime è rappresentata, oltre che dall’andamento dei trend nazionali e internazionali, dai numeri effettivamente misurati nei Registri Tumori italiani e che essi risentono degli innumerevoli ed eterogenei ostacoli regionali.

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Il venir meno della piena operatività della Banca Dati AIRTUM (che raccoglieva i dati di tutti i Registri Tumori) e l’ attesa della sua ricostituzione nell’ambito del Registro Tumori Nazionale determina la necessità, per la pubblicazione de I numeri del cancro e anche di altre pubblicazioni globali quali i volumi editi dall’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) denominati Cancer Incidence in Five Continents (CI5), di avvalersi di dati sempre più datati nel tempo, costruendo stime previsionali con i limiti metodologici intrinseci alla loro impostazione. Ciò disattende, almeno in parte, le aspettative di informazioni “in tempo reale” che sia gli operatori sanitari che i cittadini richiedono.

Peraltro per migliorare la conoscenza attuale della malattia oncologica, bisognerebbe disporre di dati di dettaglio, assenti in questa edizione del 2024, che consentirebbero, fra l’altro, di esplorare la variabilità geografica e come questa sia mutata nel tempo, oltre alle differenze significative dell’incidenza e sopravvivenza dei vari tipi di tumore nelle diverse Regioni italiane.

In Sardegna gli ultimi dati reali, ma solo parziali, disponibili sono quelli fino al 2015, prodotti e validati dai Registri Tumori provinciali di Nuoro e di Sassari e le ultime stime di dettaglio sono quelle presenti nella pubblicazione de I numeri del Cancro 2019.

In definitiva, manca un’informazione corretta e puntuale sulla situazione della nostra Regione. È un ulteriore motivo affinché venga ripreso il progetto del Registro Tumori regionale, peraltro reso obbligatorio dalla normativa nazionale, che tuttora naviga in acque stagnanti, nonostante le prese di posizione dei Comitati e delle Associazioni dei malati e degli ancora inattuati buoni propositi elettorali.

Mario Usala

già Direttore Registro Tumori di Nuoro

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