Controlli guardia costiera e multe per pesce scaduto, proibito, mancata tracciabilità

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Nei giorni precedenti alle festività natalizie, periodo in cui la domanda di prodotti ittici cresce considerevolmente, la Guardia Costiera ha avviato una campagna mirata di prevenzione e contrasto, a livello nazionale, per individuare illegalità nel settore che, nel tempo, si sono concretizzate anche attraverso nuovi canali, non convenzionali, al passo con lo sviluppo del mondo digitale. “Lo scopo – spiegano dalla Guardia Costiera – è garantire la qualità dei prodotti che arrivano sulle tavole degli italiani ed il rispetto delle disposizioni nazionali e internazionali in materia di tutela delle risorse ittiche e dell’ambiente marino evitandone il depauperamento e contestualmente anche quello di garantire la leale concorrenzialità sul mercato tra gli operatori prevenendo il diffondersi di pratiche illegali”. Per quello che riguarda la Guardia Costiera della Liguria parliamo di sanzioni per 125mila euro e 31 tonnellate di prodotti ittici sequestrati e, allargando il raggio, di un 2024 con un totale di 1,2 milioni di euro di sanzioni (i 13% di quelle italiane).

Operazione ‘e-fishing’

L’operazione complessa ‘e-fishing’, attiva su tutto il territorio nazionale e in corso fino a gennaio 2025, si è articolata in una preliminare fase di ‘analisi’, durante la quale sono stati individuati i target di possibile interesse mediante un attento monitoraggio del territorio,  anche attraverso le piattaforme social e dell’e-commerce, a cui ha fatto seguito una seconda fase ‘operativa’, che ha permesso di attuare un contrasto diretto alle attività di pesca illegale attraverso l’esecuzione delle verifiche preventivamente pianificate.

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Gli obiettivi 

L’obiettivo dell’operazione è tutelare il prodotto ittico italiano, scoraggiando pratiche illecite anche informatizzate, finalizzate a carpire la buona fede del cittadino, danneggiare la risorsa ittica e a minare la concorrenza leale sul mercato tra gli operatori del settore. In particolare le importazioni e la commercializzazione di prodotti ittici provenienti da Paesi terzi, la cattura e commercializzazione di specie con consentite e la compravendita di pescato in assenza delle informazioni obbligatorie in materia di tracciabilità. Pratiche illecite che, nel tempo si sono concretizzate anche attraverso nuovi canali non convenzionali utilizzati per l’attività di rivendita e la promozione di servizi di ristorazione, come l’e-market e le piattaforme social. Tale attività di monitoraggio e verifica, pertanto, oltre a prevenire e individuare eventuali atti illeciti mira a garantire una filiera ittica virtuosa, che permetta di far giungere sulle tavole degli italiani prodotti sicuri, certificati e garantiti.

Sanzioni per oltre un milione di euro

Sotto il coordinamento nazionale del Centro di controllo nazionale pesca del comando generale della Guardia Costiera sono stati impiegati oltre 1.500 militari e oltre 450 tra mezzi terrestri e aeronavali ed effettuati 10mila controlli su tutto il territorio nazionale. In particolare sono stati 746 gli illeciti tra amministrativi e penali e 233 gli attrezzi da pesca sequestrati. Le sanzioni pecuniarie ammontano a oltre 1 milione di euro, circa 200 tonnellate di prodotto ittico è stato sequestrato.

I controlli della Guardia Costiera ligure 

Nell’ambito del territorio di competenza della Direzione marittima della Liguria – comprendente 26 province italiane del Nord-Ovest appartenenti delle regioni Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria e parte dell’Emilia Romagna – sono stati complessivamente impiegati 101 militari, 20 mezzi terrestri e 13 unità navali.  Ad oggi, le 221 ispezioni, effettuate dai soli militari della Guardia costiera della Liguria, hanno portato a sanzioni per 125mila euro e al sequestro di oltre 31 tonnellate di prodotti ittici (poco meno del 16% dei risultati nazionali), destinati al consumatore finale benché prive delle prescritte garanzie.

Considerato il mercato di riferimento, gli ispettori hanno concentrato le attenzioni principalmente verso i grossisti, le piattaforme conto terzi, la grande distribuzione e i centri di trasformazione. Controlli mirati hanno, così, interessato gli hub di Milano Malpensa e dei principali porti della Liguria per verificare il preciso rispetto delle vigenti normative nazionali e comunitarie. Particolarmente significativa è stata l’attività svolta dai militari presso noti centri di stoccaggio e grossisti stranieri, dove sono stati rinvenuti prodotti ittici scaduti o con informazioni – obbligatorie ai fini delle tracciabilità incomplete.

Tra questi, si segnalano il sequestro di 20 tonnellate di tonno in scatola del valore commerciale di 250mila euro, effettuato dalla Capitaneria di Porto della Spezia congiuntamente all’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, all’interno di un container proveniente dal Senegal. Presso un’azienda di lavorazione e confezionamento di Busto Arsizio (Varese) e Mezzago (Monza Brianza) sono stati sequestrati 5826 vasetti di uova di salmone Keta (Oncorhynchus keta) pescati nel Pacifico  e fraudolentemente etichettati come uova di salmone norvegese, mentre presso un rinomato ristorante del centro storico di Torino sono state sequestrate 12 pinne di squalo Smeriglio (Lamna nasus) e una pinna pettorale di Verdesca (Prionace glauca) i cui campioni sono stati inviati all’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta per meglio identificare l’appartenenza alle specie e la cui detenzione costituisce reato. Presso il mercato ittico di Milano, insieme all’Autorità Territoriale Sanitaria, è stata sequestrata una intera cella frigorifera contenente prodotti ittici, scarti di lavorazione, materiale ferroso (banconi, ruote di bici, carrelli) e rifiuti vari. Non sono sfuggiti all’attenzione degli ispettori della Guardia costiera neppure le specie di acqua dolce, come gli 836 kg di filetto di luccioperca (Sander lucioperca) sequestrati a Galliate (Novara) per l’assenza di tracciabilità di prodotto proveniente dalla Russia. Numerosi, infine, anche i prodotti ittici rinvenuti in pessimo stato di conservazione, come i 200 kg di prodotto sequestrati a un venditore ambulante di Tarantasca, in provincia di Cuneo, da parte della Capitaneria di porto di Imperia.

Le attività più significative in Italia

La Guardia Costiera di Roma-Fiumicino, congiuntamente al personale della Asl Roma, ha sequestrato 670 kg di prodotto ittico scaduto presso un centro di distribuzione all’ingrosso di Roma, destinato a essere distribuito a ristoranti etnici: un vero e proprio ‘outlet’ del prodotto ittico, dove poter acquistare prodotti congelati – da somministrare al pubblico – prossimi alla scadenza, a prezzo ovviamente più basso, per battere la concorrenza, senza garanzie di qualità e salubrità e con seri rischi per il cittadino.

La Guardia Costiera di Bari, a seguito del monitoraggio di un’attività di e-marketing effettuata sulle principali piattaforme digitali (quali Facebook, Instagram e TikTok), ha effettuato un sequestro di ricci di mare per mancanza di rintracciabilità, verosimilmente frutto di pesca di frodo in acque pugliesi (ove vige il divieto regionale); inoltre, a seguito di una mirata attività di intelligence, anche con appostamenti notturni, la Guardia Costiera di Bari ha sequestrato 10 kg di datteri di mare a due pescatore di frodo, i quali sono stati deferiti all’Autorità giudiziaria. 

La Guardia Costiera di Ravenna, nel monitorare le piattaforme social ha individuato un video, divenuto ‘virale’, del proprietario di un ristorante etnico che si adoperava per strada intento nell’inusuale attività di pulizia di un tonno. A seguito dei controlli effettuati dal personale della Guardia Costiera all’interno del ristorante, sito nel centro di Bologna, è stato rintracciato del prodotto ittico congelato non tracciato e pertanto è sottoposto a sequestro.

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La Guardia Costiera di Livorno ha sequestrato presso una pescheria di Prato circa 70 esemplari della specie denominata ‘granchio cinese’, la cui detenzione allo stato vivo e la commercializzazione sono vietate in quanto inserita nella lista europea delle specie altamente invasive. Inoltre, a seguito dei controlli presso punti vendita all’ingrosso e al dettaglio, la Guardia Costiera di Livorno ha posto sotto sequestro 1.250 kg di prodotto ittico non tracciato e scaduto.

La Guardia Costiera di Palermo, dopo un’attività di monitoraggio dei social network, e in particolare dopo aver notato un soggetto che pubblicizzava la vendita di prodotti ittici sulla piattaforma social ‘TikTok’ ha effettuato il sequestro di 545 kg di prodotto ittico vario, privo delle informazioni obbligatorie in materia di tracciabilità, che veniva venduto abusivamente su strada. La mancata tracciabilità e pertanto l’impossibilità di definirne l’origine ha portato anche al rigetto a mare di 40 astici rinvenuti e considerati, a seguito di controllo da parte del personale sanitario, ancora vivi e vitali; inoltre, dopo un controllo presso un centro di deposito, la Guardia Costiera di Palermo ha posto sotto sequestro oltre 30 tonnellate di prodotto ittico scaduto.

Il bilancio annuale della Guardia Costiera in Italia e in Liguria 

Nel 2024, infatti, è di oltre 9 milioni di euro l’importo totale delle sanzioni comminate, con oltre 800 tonnellate di prodotto irregolare sequestrato – impedendone così l’ingresso ella filiera commerciale, a tutela del cittadino – principalmente per illeciti connessi alla mancanza delle informazioni obbligatorie relative alla tracciabilità del pescato, che accerta la genuinità e la provenienza del prodotto. Di questi risultati nazionali ben 1,2 milioni di euro di sanzione (13%) e 73 tonnellate di prodotto (9%) sono state comminate dal personale della Guardia costiera della Liguria.  Nel corso dell’anno, l’azione di contrasto alla pesca illegale ha permesso di effettuare sull’intero territorio nazionale oltre 100.000 verifiche e ispezioni approfondite sia in mare che lungo la filiera commerciale, con un monitoraggio continuo, dalla cattura del pescato fino alla vendita al cittadino.



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