Continua a non accadere nulla, solo l’ennesimo, banale, “incidente” di caccia.

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Domenica 22 dicembre 2024, pomeriggio, macchia di Mascarizzu, campagne intorno ad Aglientu (SS), Pietro Mais, sessantatreenne, viene ferito gravemente durante una battuta di caccia al Cinghiale. Muore in ospedale.

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E’ solo l’ultimo incidente di caccia, ormai consueto fatto di cronaca.

Domenica 15 dicembre 2024, sera, pendici meridionali del massiccio dei Sette Fratelli, macchia mediterranea di Mela Murgia, fra i territori comunali di Quartu S. Elena e Quartucciu (CA).

Due giovani cacciatori di 27 e 28 anni, Giacomo Desogus e Matthias Steri, fanno una battuta e non rientrano alle loro case. Dopo rapide ricerche vengono ritrovati dai Carabinieri.

All’origine del decesso, secondo i primi accertamenti dei carabinieri, ci sarebbe un incidente di caccia: uno dei giovani avrebbe sparato accidentalmente alla nuca del secondo e, successivamente, si sarebbe tolto la vita utilizzando il fucile da caccia di proprietà dell’amico, unico titolare del porto d’armi”, così aveva riferito l’A.N.S.A. e hanno accertato le indagini necroscopiche.

Sabato 14 dicembre 2024, pomeriggio, macchia mediterranea di Santa Barbara, nel territorio comunale di Santa Marina (SA).

Un uomo di 58 anni … è morto dopo essere stato colpito accidentalmente da un colpo di fucile esploso da un altro cacciatore, un 44enne del posto. L’incidente è avvenuto intorno alle 15, durante una battuta di caccia ai tordi. Secondo le prime ricostruzioni dei carabinieri, il colpo sarebbe partito accidentalmente dall’arma del cacciatore più giovane, che ha visto un movimento dietro un cespuglio e ha pensato che si trattasse di un cinghiale. Benché l’obiettivo dei cacciatori fossero i tordi, l’uomo ha fatto fuoco”, così riporta il Corriere della Sera.

Cinghiali (Sus scrofa)

L’1 novembre 2024, sempre durante una battuta di caccia al Cinghiale nella macchia mediterranea di Sedilo (OR), era stato ucciso Filippo Vidili, cacciatore cinquantunenne e noto cavaliere della Sartiglia di Oristano.

Il 16 ottobre 2024, giornata nebbiosa, Marco Gentili era con un amico a cercar Castagne sull’Appennino Emiliano, a Leguigno di Casina (RE), a breve distanza da casa.

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Venne ucciso da cacciatori, uno sparo in mezzo alla nebbia, in piena sicurezza, quindi.

Il 16 settembre 2024, campagne di Cetona (SI), Fausto Ceccarelli, cacciatore umbro di 47 anni stava facendo una battuta insieme a un compagno di caccia sessantunenne quando venne folgorato da una linea elettrica dell’alta tensione da lui urtata con una pertica per il sostegno dei richiami di caccia.

L’1 settembre 2024, primo giorno della stagione venatoria 2024-2025, nelle campagne di Campoli, nel territorio comunale di Caulonia (RC), Bruno Chiera, cacciatore di 55 anni, venne ucciso da un compagno di battuta.

incidente di caccia

Una tragica fatalità”, affermava il quotidiano online Reggio Today.

La stagione venatoria prosegue, migliaia di altri animali uccisi e feriti, ma anche morti e feriti umani.

In tre mesi, secondo i dati raccolti dall’Associazione Vittime della Caccia, al 21 novembre 2024 c’erano già trentotto fra morti e feriti, cacciatori e non cacciatori.

Ogni stagione di caccia, oltre a milioni di altri animali, esemplari di fauna selvatica, uccisi e feriti, ci sono anche numerose vittime umane.

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Nel totale silenzio di istituzioni e classe politica, tant’è che non esistono nemmeno statistiche ufficiali, visto che non si deve sapere.

Questo il risultato della stagione venatoria regolare 2023-2024.

Secondo i dati raccolti come di consueto dall’Associazione Vittime della Cacci a (A.V.C.), nel corso della stagione venatoria 2023-2024 vi sono stati 12 morti e 56 feriti.

Il più alto numero di vittime si è registrato in Toscana (10), seguono Calabria (6), Sardegna, Campania e Veneto (4).

“incidente” di caccia

Fra i non cacciatori le vittime sono state complessivamente 28, di cui 6 morti e 22 feriti (dei quali 7 minori).

Fra i cacciatori, le vittime sono state complessivamente 40, di cui 6 morti e 34 feriti.

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Le associazioni venatorie sostanzialmente se ne fregano altamente del problema, derubricato sistematicamente a ineluttabili incidenti.

Governo e Parlamento non fanno di meglio, non esistono nemmeno statistiche ufficiali di questi singolari incidenti.

Non è un problema di sicurezza pubblica, sono solo incidenti.

Cinghiali (Sus scrofa meridionalis)

Governo e Parlamento, invece, dovrebbero riflettere seriamente su questi tragici dati, tuttavia non si vede all’orizzonte alcuna iniziativa di alcun genere, ma soltanto le consuete ottuse iniziative legislative per l’ampliamento della caccia in ogni direzione.

Invece che fanno?

Nella proposta di legge di bilancio 2025 già approvata alla Camera dei Deputati e ora all’esame del Senato della Repubblica l’attuale maggioranza governativa (con il soccorso trasversale di qualche elemento dell’opposizione) sfregia direttive europee sulla tutela della fauna e continua a fare un po’ per volta a pezzi la legge quadro nazionale n. 157/1992 e s.m.i.: l’obiettivo stavolta, introdotto con un emendamento notturno, è dato dallo svuotamento dei contenuti dei pareri tecnico-scientifici sui calendari venatori regionali dell’I.S.P.R.A., affiandandoli a pareri politici di quel Comitato tecnico faunistico venatorio nazionale farcito di esponenti dell’associazionismo venatorio, istituito dal ministro-cacciatore Francesco Lollobrigida.

Non solo, i Giudici amministrativi non potrebbero sospendere gli effetti di calendari venatori illegittimi prima del giudizio di merito, vanificando l’effetto di qualsiasi giudizio cautelare.

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E chi se ne frega della sicurezza pubblica.

Quanti morti e feriti sono ancora necessari perché vi sia un sussulto di decenza?

Cento bastano?

Quante altre tragedie?

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.) – Sardegna

Cinghiale (Sus scrofa meridionalis, foto Raniero Massoli Novelli)

da La Nuova Sardegna, 23 dicembre 2024

Un altro incidente di caccia nell’isola: ecco chi è la vittima.

E’ accaduto nella campagna di Aglientu.

Aglientu Ennesimo incidente di caccia in Sardegna, questa volta nel cuore della Gallura. Pietro Mais, 63enne originario di Villacidro, è morto nella serata di ieri, nell’ospedale Giovanni Paolo II di Olbia, durante l’intervento chirurgico a cui era stato appena sottoposto nel tentativo di salvargli la vita. L’uomo, infatti, era stato colpito, in pieno addome, da un colpo di fucile sparato durante una battuta di caccia al cinghiale nelle campagne di Aglientu.

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L’incidente è avvenuto ieri pomeriggio. L’intervento dei soccorritori è stato immediato. Il 63enne, un carabiniere da poco andato in pensione, è stato trasportato in gravissime condizioni con l’elisoccorso fino al pronto soccorso dell’ospedale olbiese.

Le sue condizioni sono apparse subito disperate. Il cacciatore è stato quindi portato direttamente in sala operatoria, per un difficilissimo intervento chirurgico. Fin dal momento dei soccorsi, ancora ad Aglientu, si è temuto per la sopravvivenza di Mais. La morte è quindi sopraggiunta durante l’operazione, a causa di una emorragia che ha coinvolto in particolare la zona del rene.

L’uomo, originario di Villacidro, aveva lasciato da poco l’arma dei carabinieri per godersi la pensione e quindi le sue passioni, tra cui la caccia. Ormai da tanti anni si univa alle battute di una squadra di Aglientu.

Le indagini sono state subito affidate ai carabinieri della Compagnia di Tempio, guidati dal capitano Marco Dantonia. I militari si sono quindi messi al lavoro per ricostruire la dinamica del tragico incidente, sentendo le testimonianze dei membri della compagnia di caccia di cui Pietro Mais faceva parte. Secondo le prime ricostruzioni, tra le cause dell’incidente ci sarebbe il tempo avverso che ha caratterizzato l’intera giornata di ieri. E in particolare il forte vento, che, per esempio, potrebbe non aver permesso la precisa comunicazione (e quindi anche la localizzazione) tra compagni di caccia durante la battuta, confondendo i rumori provenienti da animali, uomini e raffiche di vento. Così uno degli spari esplosi ha tragicamente raggiunto l’ex carabiniere, ferendolo gravemente al petto. Sono stati gli stessi compagni di caccia a chiamare immediatamente i soccorsi. Nelle campagne di Aglientu è atterrato l’elisoccorso: il personale medico ha immobilizzato il 63enne e lo ha trasportato all’ospedale Giovanni Paolo II. Infine l’ultima corsa verso la sala operatoria, dove Pietro Mais non è riuscito a sopravvivere alla ferita.

Una emergenza, quella degli incidenti di caccia in Sardegna, che si consuma pressoché ogni settimana, spesso con tragiche conseguenze.

Solo una settimana fa la tragedia di Giacomo Desogus e Matthias Steri, i giovani di 28 anni morti nelle campagne attorno a Quartu. Una fine, quella dei due ventenni, che ha sconvolto tutta la Sardegna.

Cinghiale (Sus scrofa meridionalis)

(foto Raniero Massoli Novelli, da mailing list ambientalista, P.F., S.D., archivio GrIG)

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