Crotone – Se c’è un dato che fa riflettere ogni qual volta vengono pubblicate indagini, è sicuramente quello legato al lavoro e all’economia. Il sud, come è noto, vive da decenni all’ombra dei grandi numeri del nord, eppure le regioni del Mezzogiorno vantano eccellenze in diversi settori. Anche nella nostra Calabria, e nella nostra Crotone, si contano imprenditori capaci di investire e di fare impresa, ci sono aziende che forniscono servizi eccellenti e molte altre che graze alle produzioni varcano addirittura i confini internazionali. Insomma, nonostante le tante, troppe, difficoltà, la Calabria si muove così come la nostra provincia. Proprio di questo dinamismo ne abbiamo parlato con il presidente della Camera di Commercio di Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia Pietro Falbo.
Crotone perde due posizioni e si classifica terzultima nella classifica sulla qualità della vita. Lei cosa ne pensa?
La classifica sulla qualità della vita stilata annualmente dal Sole 24 Ore viene realizzata sulla base di criteri e parametri oggettivi di cui naturalmente è necessario tener conto se l’obiettivo è quello di affrontare una analisi obiettiva e concreta dei problemi che purtroppo affliggono le città del sud Italia e, in particolare, della Calabria storicamente alle ultime posizioni della classifica. C’è però da dire che, soprattutto in questi ultimi anni, ha influito negativamente una fiammata inflazionistica che ha contratto i consumi e ridotto notevolmente il potere d’acquisto delle famiglie ripercuotendosi negativamente anche sul commercio e, in generale, sull’intera economia. Tuttavia, un report di recente realizzato dalla Camera di Commercio Catanzaro Crotone Vibo Valentia, in collaborazione con il centro studi “G. Tagliacarne”, sull’agricoltura nella Calabria centrale relativo all’annualità 2024 assegna una serie di primati alla provincia di Crotone, prima in Italia per la produzione di finocchio in piena aria (18,1%). Tra il 2010 ed il 2023, inoltre, l’agricoltura dell’area centrale della Calabria ha registrato una significativa crescita del valore aggiunto che ha contribuito ad incrementare l’incidenza sul totale nazionale dall’1,6% all’1,9%. Questo progresso ha consentito di ridurre parte del suo divario rispetto al resto del Paese, recuperando terreno anche nei confronti della regione nel suo complesso, grazie soprattutto allo sviluppo dell’agricoltura crotonese. Infine, secondo una analisi trimestrale condotta nel novembre 2023 da Unioncamere e InfoCamere emerge come sia proprio la provincia di Crotone a presentare un tasso di crescita dello stock più elevato, nel confronto col trimestre precedente (+0,39%). Un dato che nella graduatoria nazionale ha collocato il crotonese al sesto posto, in ordine decrescente, dopo Roma, Trieste, Milano, Bolzano e La Spezia. Vi sono quindi segnali positivi, di vivacità del sistema economico locale di cui bisogna pure tener conto e valorizzare per evitare di consegnarsi ad una retorica disfattista che non alimenta fiducia in chi con abnegazione e impegno continua ad investire e a fare impresa a queste latitudini per la crescita del proprio territorio.
Crotone arranca ancora nell’ambito lavorativo soprattutto quando si parla di donne eppure si registra un incremento dell’imprenditoria femminile. Cosa si può fare ancora?
La Camera di Commercio Catanzaro Crotone Vibo Valentia attraverso il suo Comitato per l’imprenditorialità femminile è molto impegnata su questo fronte. Numerose sono state le attività svolte in questi anni attraverso iniziative volte innanzitutto al sostegno all’imprenditorialità ma soprattutto all’orientamento, già a partire dalle scuole, verso quei profili professionali oggi maggiormente richiesti dal mercato. Mi riferisco, in particolare, alle discipline Stem. Le iniziative già realizzate con il coinvolgimento degli istituti scolastici puntano a guidare le nuove generazioni verso percorsi innovativi di formazione contribuendo così a una maggiore inclusione delle donne nel mondo del lavoro. Certamente, ancora molto resta da fare per ridurre le disuguaglianze economiche ancora presenti in ambito lavorativo e il mismatch esistente tra domanda e offerta di lavoro. Sono, tuttavia, convinto che una stretta sinergia tra il sistema formativo e il mondo del lavoro, una istruzione maggiormente centrata sui profili professionali più ricercati dalle imprese permetterà di conseguire ulteriori progressi. Noi continuiamo a lavorare in questa direzione.
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