Alluvione, il ricorso dell’ex sindaco Nogarin: «Io lasciato all’oscuro da Soriani»

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LIVORNO. «Luca Soriani, per oltre nove ore, non ha mai avvisato né il dirigente della protezione civile Riccardo Pucciarelli, né il sindaco Filippo Nogarin del grave peggioramento delle condizioni meteo e degli effetti sul territorio nonostante il ricevimento di alcune informazioni allarmanti, continuando a gestire in prima persona il rischio. È quindi oggettivo e insindacabile che la mancata assunzione della direzione e del coordinamento da parte del primo cittadino, quella notte, sia dipesa esclusivamente dall’omessa e doverosa comunicazione che gravava sul dirigente o sul responsabile in servizio quella notte».

La condanna in primo grado

L’ex sindaco Filippo Nogarin, nell’ottobre di un anno fa condannato a tre anni di reclusione per omicidio colposo plurimo al termine del processo di primo grado per fare luce sulla drammatica alluvione che nella notte fra il 9 e il 10 settembre del 2017 a Livorno ha provocato otto morti e un’immensa devastazione, ha ufficialmente presentato ricorso alla corte d’appello di Firenze. Ottantanove pagine, quelle scritte dalla sua avvocata Sabrina Franzone, per chiederne l’assoluzione e tentare di ribaltare la sentenza del giudice Ottavio Mosti, secondo il quale l’allora primo cittadino del Movimento 5 stelle, ora dirigente in Ferrovie dello Stato, «non attivò l’alert-system e le vittime si potevano salvare» perché «la popolazione, se informata, avrebbe abbandonato i luoghi a rischio». «L’esondazione del rio Maggiore e del fosso dell’Ardenza era inevitabile – si legge ancora nella pronuncia del tribunale di Livorno –. Era invece evitabile, mediante una corretta attività di prevenzione, il decesso delle otto vittime. È un dato di immediata percezione che lo sforzo operativo prodotto dal servizio di protezione civile comunale sia stato largamente deficitario. Nogarin, autorità di protezione civile, avrebbe dovuto fare ben di più di uno scambio rapido di messaggi con persone che sapeva prive di un adeguato bagaglio di esperienza e di competenza: Luca Soriani, che non era un meteorologo e che mai era andato oltre il proprio ruolo di esecutore di direttive altrui, e Riccardo Pucciarelli, appena insediato come dirigente della protezione civile e proveniente da anni di esperienza professionale in un ambito diverso».

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Il ricorso

La legale che da anni assiste l’ex primo cittadino si è concentrata proprio sui mancati contatti fra Soriani, il funzionario in prima linea reperibile quella notte, e il Comune, nelle persone di Nogarin e Pucciarelli (quest’ultimo, in rito abbreviato, è stato assolto ndr). Ai familiari delle vittime – Gianfranco Tampucci, Roberto Vestuti, Martina Bechini, Raimondo Frattali, Glenda Garzelli, Simone, Filippo e Roberto Ramacciotti – Nogarin, in solido col Comune, dovrà risarcire una provvisionale di circa due milioni di euro. «Il tribunale – si legge nel ricorso – è apparentemente severo, ma di fatto nessuna conseguenza è stata tratta dalle ripetute violazioni che Soriani ha messo in atto in quelle ore, prima tra tutte l’omessa comunicazione al sindaco, sia della carenza di organico, sia dell’abbandono di Pucciarelli (che gli avrebbe addirittura detto di non disturbarlo e di rivolgersi esclusivamente al dirigente di turno della polizia municipale, sia soprattutto del peggioramento delle condizioni meteo in corso dell’evento. Perché se è vero che il piano era scarno e carente di procedure, almeno una era chiara e di semplice comprensione per chiunque: comunicare al sindaco il peggioramento delle condizioni meteo in corso di evento. Invece Soriani, nonostante la percezione diretta oltreché mediata del gravissimo peggioramento delle condizioni delle strade, degli allagamenti che le rendevano impraticabili già dalle prime ore della domenica mattina, non cerca mai di mettersi in contatto né col sindaco, né con Pucciarelli e neppure con Novellino, il coordinatore dei volontari, che dopo averlo convocato intorno alle 21,30 non coinvolgerà più dopo l’una di notte della domenica, tanto che i volontari rientrarono tutti a casa».

«Non poteva agire»

Conseguentemente, secondo la difesa, «in difetto di questa doverosa comunicazione il sindaco non assumerà alcuna posizione di garanzia e la responsabilità rimarrà esclusivamente in capo a chi, gestendo il rischio anche per decisione autonoma, ha omesso di riferire al primo cittadino del sopravvenire di una situazione di aggravamento, o anche dell’impossibilità di operare».

«Mancata percezione»

Sull’alert-system, Franzone, scrive che «neppure nel seguito, a evento in corso, l’opportunità di diramare un avviso alla popolazione tramite l’alert-system è stata oggetto di valutazione, e ciò perché nessuno degli operatori di protezione civile coinvolti nella gestione ha percepito la possibilità che la situazione potesse precipitare come poi accaduto e quando ciò è successo il fenomeno era talmente avanzato da aver fatto ritenere allo stesso Soriani che l’invio dell’alert fosse addirittura pericoloso».

 



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