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Non più portatori di handicap, ma persone con disabilità. Un cambio di nomenclatura accompagnato da una serie di interventi che renderanno il 2025 un anno molto importante per l’inclusione e la disabilità in Italia. Partirà la sperimentazione della riforma (il cui ultimo atto è il decreto legislativo 62/2024), arriverà un bando da 20 milioni a favore degli enti del terzo settore impegnati in attività di sostegno, un fondo da 300 milioni di euro per l’inclusione lavorativa, l’assunzione di 1.620 insegnanti di sostegno (anche se ne erano attesi 5 mila) e uno stanziamento di 50 milioni di euro per gli alunni con disabilità delle scuole paritarie. È il quadro della situazione emerso durante il convegno «Quale futuro per le persone con disabilità e le loro famiglie in Italia. Rilanciamo i diritti per garantire le pari opportunità. 30 anni di Fish», andato in scena alla Camera dei deputati il 16 dicembre per festeggiare il trentennale della Federazione italiana per il superamento dell’handicap, la Fish appunto.
Il convegno è stato anche l’occasione per annunciare il cambio di nominativo dell’organizzazione, che diventa Federazione italiana per i diritti delle persone con disabilità e famiglie. Questo anche per adeguarsi alle novità introdotte dalla citata riforma.
La riforma
Tra le tante misure introdotte dal dlgs 62/2024, in vigore dal 30 giugno, c’è la nuova definizione di disabilità, che supera la dicitura «portatori di handicap», considerata ormai obsoleta. Di conseguenza, in tutta la normativa italiana, la dicitura è stata sostituita con «persone con disabilità», ovvero la stessa trasformazione operata nel nome dalla Fish. Dal 1° gennaio 2025 partirà la sperimentazione delle novità in 9 province italiane (Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste), per poi entrare a regime nel 2026. Previste misure di semplificazione, come il certificato unico per la disabilità e un’intensa attività di formazione su tutte le novità. Modifiche importanti anche sulla legge 104, sulla valutazione di base e sulla rivedibilità, che sarà eliminata.
Fondi e insegnanti di sostegno
Oltre alla riforma, come detto, il 2025 porterà in dote anche una serie di incentivi e di fondi pubblici per l’inclusione. A parlarne la ministra per la disabilità Alessandra Locatelli, intervenuta all’evento Fish. Per prima cosa, la ministra ha annunciato l’imminente arrivo di un bando a favore degli Enti del terzo settore: «nella manovra ci sono tante indicazioni che ci fanno pensare che ci sia stato un grande cambio di passo nell’attenzione agli interventi sul tema dell’inclusione e della disabilità», le sue parole. «In questi giorni uscirà un bando che si rivolge agli enti del terzo settore che si occupano di disabilità. Si tratta di 20 milioni che dovranno essere usati per progetti mirati per la valorizzazione dei temi della Convenzione Onu e della Carte di Solfagnano e nell’impegno specifico sui territori e nelle collaborazioni in rete». Nel 2025, invece, una delle priorità sarà l’inserimento occupazionale: «l’anno prossimo ci concentreremo su un fondo da 300 milioni per l’inclusione lavorativa. Questo è fondamentale in un percorso che sta cambiando, nella prospettiva della presa in carico della persona con disabilità, in linea con il decreto 62 “progetto di vita”. Dobbiamo valorizzare quegli enti del terzo settore che in questi anni hanno lavorato, hanno saputo creare posti di lavoro, hanno tenuto duro anche durante la pandemia e adesso stanno creando altre opportunità». Infine, Locatelli ha anche parlato del cosiddetto emendamento Valditara che porterà a nuove assunzioni di insegnanti di sostegno (si veda articolo a pagina 37): «in legge di bilancio c’è l’impegno per l’assunzione di 1.620 insegnanti di sostegno, il ministro Valditara ne aveva chiesti 5.000, ma questo è un ottimo inizio. E poi i 50 milioni di euro messi a disposizione per gli alunni con disabilità delle scuole paritarie», ha concluso Locatelli.
La voce delle associazioni
Oltre ad annunciare il cambio di nominativo dell’associazione, il presidente Fish Vincenzo Falabella ha avuto modo di fare un bilancio di questi trent’anni, analizzando quelle che saranno le sfide del futuro: «Dal lontano luglio 1994, anno di fondazione della Fish, abbiamo costruito una nuova cultura della disabilità, che trova le sue radici nella legge 104/1992 e si è rafforzata con l’approvazione della Convenzione Onu sui diritti delle persone con disabilità nel 2006. Oggi, con la legge delega sulla disabilità, continuiamo a rinnovare e consolidare quel percorso normativo che è il pilastro della nostra azione». All’evento, infine, ha partecipato anche la portavoce del Forum terzo settore Vanessa Pallucchi: «Oggi, per quanto riguarda la disabilità, abbiamo un ambito normativo veramente importante in Italia, forse siamo i più avanzati, quello che manca però è dargli un reale sostegno, i famosi decreti attuativi, in particolare per quanto riguarda l’integrazione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda quest’ambito c’è molto da lavorare dal punto di vista culturale più che finanziario», il suo pensiero.
Fonte: italiaoggi
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