Scholz perde la fiducia in Parlamento: nuove elezioni in Germania il 23 febbraio

Effettua la tua ricerca

More results...

Generic selectors
Exact matches only
Search in title
Search in content
Post Type Selectors
Filter by Categories
#finsubito

Prestito personale

Delibera veloce

 


di
Mara Gergolet

Il discorso di 25 minuti davanti al Parlamento tedesco. Per il cancelliere serve un patto generazionale per tirare fuori il Paese dalla crisi

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

DALLA NOSTRA CORRISPONDENTE

BERLINO Il governo tedesco è caduto. Con un voto richiesto dal suo stesso cancelliere, il socialdemocratico Olaf Scholz, che non vedeva più la possibilità di andare avanti, la Germania decreta la fine di un esecutivo impopolare, di sinistra, che non è riuscito né a rilanciare il Paese né a entrare in sintonia con i tedeschi. Si prepara ora a elezioni anticipate, una rarità nel Paese, previste da un accordo tra i partiti e il presidente Steinmeier in pieno inverno, il prossimo 23 febbraio.
Sono le 16:32 quando la presidente del Bundestag legge il responso: 207 voti a favore, 116 astenuti e 394 contrari. Olaf Scholz è seduto in prima fila al suo scanno ad ascoltare i risultati. Il voto di fiducia, previsto dall’articolo 68 della Costituzione tedesca, non è passato. E’ stato lo stesso cancelliere a innescare questa conclusione: chiedendo, in sostanza, la fiducia per essere sfiduciato, per essere mandato a casa insieme all’intero Parlamento. Non c’erano più le condizioni per continuare. Un meccanismo chiave, quello del voto di fiducia , della politica tedesca, benché usato raramente e in situazioni di emergenza. Era il 2005, al governo c’era Gerhard Schröder, l’ultima volta che questa misura si era resa necessaria.




















































L’esito scontato prima del voto

L’esito era già scritto prima del voto. Dopo la cacciata dei liberali, il governo Spd-Verdi era in minoranza e non aveva i numeri per approvare alcuna decisione in Parlamento. Tuttavia, negli ultimi giorni si era fatto largo uno scenario da thriller: l’ipotesi di un’imboscata. Se, per paradosso, l’estrema destra dell’Afd avesse votato «sì» al governo con qualche stratagemma — vero o fittizio, ma sostanzialmente per garantirsi una campagna elettorale più lunga e capitalizzare sul crescente malcontento tedesco, — Scholz sarebbe rimasto in carica. Solo fantapolitica? Non del tutto. Alcuni deputati dell’Afd avevano annunciato di voler votare a favore. Tuttavia, Scholz (che doveva almeno incassare il sostegno dei suoi socialdemocratici) è stato soccorso dai Verdi, i quali si sono astenuti, bloccando qualsiasi ipotesi di blitz. Non c’era dunque nessuna possibilità, matematicamente parlando, che Scholz raggiungesse i 367 voti necessari per restare in carica: la metà più uno dei 733 deputati.

Il cancelliere fischiato

Il cancelliere è stato applaudito, ma anche fischiato più volte. In Parlamento ha presentato quello che somiglia a un manifesto elettorale. La solennità dell’occasione si è riflessa fin dal mattino, quando Scholz è arrivato in cancelleria con la moglie Britta Ernst alle 9:30, per poi recarsi nella sala del gruppo Spd al Parlamento. Per lei — assessora nel Land del Brandeburgo — i compagni hanno anche preparato un segnaposto.

L’abito del cancelliere era delle grandi occasioni: blu impeccabile con cravatta in tono. E il molto composto, e proverbialmente freddo Olaf Scholz , non ha sentito il bisogno di sbottonare la giacca per tutto il suo intervento.
I contenuti del discorso. Il cancelliere ha spiegato la crisi del governo, accusando i liberali di «sabotaggio». Ha dichiarato di non aver più potuto tollerare la «discordia» nel governo, fino a dover licenziare il ministro delle Finanze, il liberale Christian Lindner, perché, ha detto, la politica richiede anche «maturità morale». Ha poi elencato le sfide della Germania, invocando investimenti e una «riforma» al freno del debito (che impedisce a Berlino di avere bilanci in deficit). Ha sottolineato che il problema dei sottoinvestimenti risale agli anni di Angela Merkel. Retoricamente, ha chiesto: «Investiremo nel nostro Paese? Con forza e determinazione o in modo trattenuto e timoroso?». Se gli altri Paesi del G7 hanno un debito superiore al 100% del Pil e la Germania è al 60%, si è chiesto, chi ha più margine per investire?

Il futuro, per Scholz, deve essere fatto di pale eoliche, pannelli solari, 5G, internet veloce, biotecnologia, intelligenza artificiale e tutti quei settori in cui la Germania deve tornare a primeggiare, nonostante la crescente concorrenza di Asia, Africa e America Latina. Rimediare alle arretratezze accumulate sarà «un compito generazionale».

Ha parlato di un nuovo patto sociale, rilanciando la parola chiave che domina i suoi manifesti elettorali: rispetto. «Il rispetto non lo merita solo chi guadagna 200.000 euro all’anno, ma anche chi lavora per il salario minimo». E ha promesso garanzie sulle pensioni.

Nessuna concessione a Putin

Infine, ha insistito su sicurezza e Ucraina. Nessuna concessione a Vladimir Putin, poiché una vittoria della Russia rappresenterebbe, nelle sue parole, la massima ingiustizia e una minaccia per l’Europa. Tuttavia ha ribadito che, finché sarà cancelliere, «nessun soldato tedesco metterà gli scarponi sul suolo ucraino». Occorre invece garantire, con le armi europee, la sicurezza di Kiev e lavorare finalmente per la pace.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

«Un’occasione l’ha avuta, ma l’ha sprecata»

Sinistra pragmatica. Un discorso che riflette una sinistra riformista, tecnocratica, sociale ma aperta al futuro e al business: quella in cui Scholz si riconosce. Ha concluso dicendo: «Parlare male, lamentarsi o arrendersi non ha mai migliorato nulla». La Germania ha bisogno di «più fiducia nelle nostre capacità, più fiducia nella nostra democrazia». Quindi l’appello finale: «Vi chiedo, cari cittadini, la vostra fiducia».

Poco dopo gli ha risposto Friedrich Merz, capogruppo della Cdu e leader dell’opposizione, probabile prossimo cancelliere. «Lei un’occasione l’ha avuta, ma l’ha sprecata», ha attaccato.

Sulla figura di Scholz i tedeschi sembrano avere già deciso da tempo. Alle 16 e 30 è arrivato l’ultimo, inappellabile verdetto del Parlamento. Spetterà, con ogni probabilità, proprio a Merz ripartire da dove Scholz ha lasciato la Germania.

Cessione crediti fiscali

procedure celeri

 

16 dicembre 2024 ( modifica il 16 dicembre 2024 | 18:54)

Conto e carta

difficile da pignorare

 



Source link

***** l’articolo pubblicato è ritenuto affidabile e di qualità*****

Visita il sito e gli articoli pubblicati cliccando sul seguente link

Source link