Sampdoria, anima e cuore. La svolta di Semplici. Ecco come ha fermato lo Spezia

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La rivoluzione di Semplici funziona a metà, le parate di Ghidotti, protagonista assoluto nel finale, sigillano lo 0-0, come la prima di Sottil contro il Bari, e premiano il coraggio del nuovo tecnico, che utilizza cinque giocatori in posizione inedita in questa stagione (Venuti, Meulensteen, Ricci, Bellemo, Benedetti) e rispolvera il portiere dopo l’infortunio con la Reggiana del 24 agosto. I tifosi applaudono a fine gara, dopo la contestazione al momento dell’ingresso in campo per il riscaldamento, con striscione inequivocabile nell’invitare tutti a mettere una maggiore determinazione in campo, usando un elegante eufemismo.

Le maggiori sorprese sono l’arretramento di Meulensteen al centro della difesa, esordio in blucerchiato in questa posizione, con Venuti, mai visto a destra, e il positivo Riccio ai fianchi, e il ritorno di Ricci in mezzo, con Bellemo e Benedetti, invertiti rispetto alle posizioni finora ricoperte, ed entrambi hanno beneficiato di questa novità. Torna Depaoli sulla corsia destra, uscito dai radar nelle ultime gare con Sottil, e c’è Ioannou nell’altra fascia, fuori già al 24’ per un colpo alla schiena, con spazio al redivivo Barreca, diligente, ma senza sprint.

Semplici non ha avuto paura di cambiare. «Dopo due allenamenti ho chiesto all’olandese di giocare dietro per ovviare alle assenze. Volevo giocatori con la mente libera, non coinvolti nel momento negativo e quindi ho puntato su Ricci, un “geometra” del centrocampo, e ho fatto bene. Ringrazio anche Venuti per la disponibilità ad arretrare nel terzetto difensivo. Bene come mentalità, abbiamo voluto fortemente un risultato positivo. Ho impiegato tanto tempo in questi giorni a parlare con i miei giocatori, era importante concentrarsi sulla nostra prestazione».

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Lo Spezia fa la partita, come è normale, e la Sampdoria riparte. Impressiona lo strapotere fisico degli aquilotti, impersonificato da Pio Esposito e Wisniewski. I blucerchiati giocano molto sui nervi, c’è maggiore convinzione rispetto alle ultime uscite. Il risultato è neppure un tiro in porta nel primo tempo, si ricorda solo un diagonale firmato Depaoli (6’), che poi regala un assist a Di Serio (16’), che scarta Ghidotti e svirgola a lato.

Semplici entra subito in clima campionato, resta in giacca dopo novanta secondi. Braccia conserte, pensieroso prima dell’inizio, l’abbraccio di Salvatore Esposito lo coglie quasi impreparato. Indica dove vuole i passaggi, fa da raccattapalle, ogni intervento, nei primi minuti, viene applaudito, chiama Coda e poi Venuti a rapporto. Le due mani ai lati del viso per farsi sentire. Si arrabbia con l’arbitro Aureliano, che non ferma il gioco con Riccio a terra in area e poi fa il contrario con Wisniewski a centrocampo. Si gira anche a parlare con la panchina. La tensione finale, dove chiede più volte all’arbitro di fischiare, è massima, é un ritorno senza sconti. «Ho maledetto la poltrona del salotto, non vedevo l’ora di ripartire. Dopo la retrocessione con lo Spezia non sono uscito di casa per due-tre mesi. Ho perso credibilità e due anni di contratto. Non avevo mai fatto male prima» ha raccontato.

Dopo la pausa, Coda obbliga, di testa e con una volée, il portiere Gori al lavoro. Due errati retropassaggi nel giro di un minuto di Ricci e Meulensteen sono il segnale di un calo prevedibile. Ghidotti (27’) vola su Wisniewski, primo brivido. Semplici ricorre all’esperienza di Borini e Kasami, ma la situazione non migliora. La Sampdoria difende molto bassa, lo Spezia sfrutta la fisicità e il portiere salva il risultato su Pio Esposito (43’) e Aurelio a tempo scaduto. Fondamentale anche la deviazione di Riccio su Falcinelli. Per mister D’Angelo un pari amaro, il Pisa si stacca: «Prestazione buonissima. Meritavamo di più, ma sono soddisfatto del punto. Non posso pretendere di venire a Genova e vincere senza problemi. Non c’è da rimproverare nulla ai ragazzi, hanno disputato la gara nel modo giusto».

Semplici non si preoccupa per il finale. «Ci siamo impauriti dopo due retropassaggi sbagliati, ma si è sofferto da squadra. Con due allenamenti non si poteva fare di più. Abbiamo limitato bene lo Spezia sulle palle inattive». Ora arriva la Coppa Italia. «Sarà l’occasione per vedere altri giocatori, a partire da Pedrola. Non ho una squadra titolare in testa, è un’opportunità per tutti. Tutino? Sono contentissimo della sua prestazione. Si è dannato l’anima. Giocare a quaranta metri dalla porta è difficile per tutti». Perfino per Sebastiano Esposito, Quagliarella, Flachi, tridente dei sogni, ma ieri solo fra il pubblico a Marassi.



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