Isernia con l’Abruzzo, Greco: iniziativa che non va ignorata

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Consigliere Greco, il Comitato promotore del referendum per l’annessione della provincia di Isernia all’Abruzzo ha consegnato oltre 5.200 firme. Qual è la sua opinione in merito?
«L’iniziativa del Comitato non può essere ignorata. La raccolta di oltre 5.200 firme è un chiaro segnale del disagio e della disillusione che una parte significativa della popolazione della provincia di Isernia prova nei confronti delle scelte politiche degli ultimi anni. Questo sentimento non riguarda solo un partito o uno schieramento, ma riflette un fallimento trasversale della politica, da destra a sinistra, nel rispondere alle esigenze reali dei cittadini».
Crede che la proposta di annessione all’Abruzzo sia una risposta adeguata a questo disagio?
«Non è mio compito, in questa sede, esprimermi a favore o contro l’annessione. Va riconosciuta però la valenza democratica di un’iniziativa che nasce dal basso e che testimonia il bisogno di trovare risposte nuove a problemi che, evidentemente, non sono stati risolti. È un aspetto che non può essere ignorato, indipendentemente dall’esito del referendum».
Quali sono secondo lei i problemi irrisolti per cui i cittadini manifestano questo disagio?
«Se in Molise il diritto alla salute retrocede di fronte a ben altri interessi, se tanti giovani scappano altrove per un’opportunità di vita, se si tagliano sempre più corse dei treni, se la viabilità è quella che è, se manca acqua nelle case, non c’è da meravigliarsi di fronte a una chiara presa di posizione dei cittadini. Per troppi anni la politica si è occupata solo di se stessa. L’ho detto tante volte e lo ribadisco: se la politica non si occupa dei cittadini, saranno i cittadini ad occuparsi della politica. Ed è proprio quello che sta accadendo in provincia di Isernia».
Quindi la interpreta come una sfiducia alla classe politica?
«Parto da un dato sintomatico: l’esito delle ultime elezioni provinciali. Basta guardare a ciò che è accaduto solo pochi mesi fa, quando il presidente di via Berta, dichiaratamente di centrosinistra, è stato eletto grazie al fondamentale appoggio di esponenti di centrodestra. Scelta poi ricambiata con la contropartita delle deleghe più importanti. Tutto questo non fa che disorientare i cittadini di fronte a una completa assenza di identità politica, volta solo a consolidare le proprie posizioni personali di potere».
Quale dovrebbe essere, a suo avviso, il ruolo delle istituzioni regionali e provinciali in questa vicenda?
«Le istituzioni hanno il dovere di ascoltare e interpretare con responsabilità i segnali che arrivano dai cittadini. Questo significa non solo prendere atto delle firme raccolte, ma avviare un confronto serio e trasparente, coinvolgendo tutte le parti interessate. Solo attraverso il dialogo è possibile individuare soluzioni che siano realmente condivise e che vadano incontro alle necessità del territorio».
Quale messaggio vuole lanciare ai cittadini della provincia di Isernia?
«Voglio ribadire che il loro impegno e la loro partecipazione sono un esempio di democrazia. Il messaggio che arriva da questa iniziativa è forte. Il mio auspicio è che, indipendentemente dall’esito del percorso referendario, questo momento diventi l’occasione per rilanciare un dialogo costruttivo e ripensare il futuro della comunità con coraggio e visione».
Consigliere Greco, sia sincero: da cittadino della provincia di Isernia, se il referendum si farà, andrà a votare?
«Votare non è mai un’opzione. È un dovere. Nessuno dovrebbe tirarsi indietro di fronte al più bello dei diritti».
E voterebbe per l’annessione o contro?
«Guardi, in una regione in cui non sono più garantiti i servizi minimi, si tratterebbe nient’altro che di una presa d’atto. Se le dicessi che voterei contro, qualcuno potrebbe pensare ad un tentativo, da parte mia, di tutelare una posizione di potere. Invece non è così: sono d’accordo con chi è disposto a mettere in discussione tutto, finanche l’autonomia, per lanciare un segnale forte a una politica autoreferenziale che per troppo tempo ha fatto male al Molise e alla sua identità, nonostante oggi voglia far credere che si batta in sua difesa».



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